venerdì 28 novembre 2014

E SE COLPISSIMO IL POTERE AL CUORE ANCHE NOI ?

E SE COLPISSIMO IL POTERE AL CUORE ANCHE NOI ?
La storia insegna nel più crudo dei modi come all’idealismo degli uomini migliori si opponga sempre l’ideologia dei peggiori; detta in altri termini, sulla volontà altruistica di pochi trionfa sempre l’egoismo individuale dei più. Questi “più” risultano a loro volta divisi fra coloro, la massa, che si lascia guidare dai propri istinti, e coloro, pochi, che, guidati da quegli stessi istinti ma avendo il potere, riescono in virtù di esso a soddisfare al massimo grado il proprio egoismo manipolando quello delle masse, il più delle volte inconsapevoli della propria forza e della propria ignoranza.
E’ davvero difficile dimostrare il contrario, poiché poche eccezioni non fanno mai la regola.
Un aspetto fondamentale del potere è, oggi, il controllo dell’informazione: lontano dagli occhi, lontano dalla mente. Diamo una rapida occhiata all’informazione di casa nostra, in particolare sulla situazione irsaelo-palestinese, ma va da sé che per altre questioni - Ucraina, Iraq, Afganistan, tanto per fare facili esempi – le cose vanno nella stessa maniera.
Giornalmente l’informazione ufficiale sia cartacea che televisiva, ci racconta di una nazione, quella israeliana, assediata e minacciata da pericolossimi terroristi che, stanchi di veder eroso il proprio territorio (dal 1948 ad oggi il territorio palestinese si è ridotto al luminicino a favore della non proprio pacifica espansione israeliana (a meno che sparare per divertimento sui serbatoi della poca acqua palestinese, o estirpare tutti gli ulivi palestinesi per ridurre le capacità di sopravvivenza della popolazione non siano azioni degne di un ormai bizzarro Nobel per la pace, se è vero che è stato assegnato senza battere ciglio alla teutonica UE e al guerrafondaio Obama), cercano di opporsi con le poche e primitive armi di cui dispongono: rudimentali missili che mai e poi mai potranno piegare la formidabile capacità bellica israeliana, la quale si riversa con tutta la sua potenza – a difesa, si capisce – sulla popolazione civile, seminando morte e distruzione, e minacciando anche un attacco di terra dalle conseguenze spaventose. Mai sentito parlare di tank, aerei F-16 (di fabbricazione italiana, tra l’altro), bombe atomiche, armi di ultima generazione palestinesi? No, però i terroristi sono loro, le bombe al fosforo israeliane sono patriottici scappellotti in difesa delle propria sicurezza. Non ci dicono i media – nemmeno un accenno, badate – alla straordinaria ondata di protesta che questo genocidio pianificato sta provocando nel mondo: negli Usa, nel Sud America, nel Medio Oriente (molti paesi arabi stanno trovando il coraggio di reagire, l’Egitto ha aperto le frontiere ai fuggiaschi e ai feriti), in Italia perfino, in Oriente, folle oceaniche manifestano contro questa offesa al diritto internazionale, contro questo Golia superarmato che finge di difendersi da un Davide che non può lanciare che pietre.
Difficilmente queste proteste fermeranno un assassino così potente e ben visto, o solo temuto, da altri potenti: come abbiamo detto all’inizio la storia cammina su binari irrorati di sangue, le belle idee essendo brezze leggere che sanno scacciare l’odore di morte. La potenza delle masse è sotto il controllo di un modello di vita funzionale al potere dei pochi sciacalli: il consumismo addormenta le coscienze, risveglia i desideri e uccide la capacità di lotta. Il timore di quegli sciacalli è che le masse lo capiscano perciò si stanno armando e preparando alla fatale resa dei conti (penso all’Eurogendfor, ad esempio), ma non possono rinunciare alla mungitura di vacche senza le quali il loro potere perderebbe alimento e forza: i consumatori sono le cellule che costituiscono il tessuto vivo della loro ricchezza, se crolla il consumo, crolla con esso tutto il sistema.
“Ma saremmo tutti disoccupati!” è il grido che puntualmente risponde a questa prospettiva: “Se chiudono le fabbriche, se nessuno compra più, finirà il lavoro e non avremo più soldi…”, continua il lamento. Ma sta già accadendo, amici, l’età del lavoro umano è finita per far posto a quello delle macchine informatizzate: come si può spiegare, sennò, che il PIL cresca e contemporaneamente scenda l’occupazione?
Allora occorre attaccare sul fronte dell’economia: le masse hanno uno straordinario potere, se ne fossero consapevoli potrebbero piegare le gambe a giganti che, di fatto sono d’argilla. Se nessuno comperasse, ad es. i prodotti di una nazione che si macchiasse di azioni terribili, quanto potrebbe resistere la sua economia, visto che oggi tutto si basa stupidamente sull’esportazione? Se ognuno di noi, sapendo che il codice a barra dei prodotti israeliani è preceduta del numero 729, evitasse sistematicamente di acquistarli, non parteciperebbe alla più efficace delle azioni possibili, non toccherebbe direttamente nel cuore una potenza che di cuori ne sta distruggendo fin troppi?
Vale così poco il cuore di un uomo? La frase di Martì, “Chi non sente su di sé lo schiaffo dato ad un altro non è un uomo”, sembra invitare all’azione più che alla riflessione compiacente.

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