sabato 27 dicembre 2014

gianni tirelli 16:31 (4 minuti fa) INCIVILTA’ PROGRAMMATA

gianni tirelli

16:31 (4 minuti fa)

INCIVILTA’ PROGRAMMATA

Nella moderna “civiltà dei consumi”, la concezione di “progresso” si attesta in un’opera di ribaltamento, dove la licenza è trasfigurata in libertà – la profanazione, in ricerca e conoscenza – il disastro ambientale, in effetto collaterale del progresso tecnologico – l’arido apprendimento nozionistico, in cultura – la mistificazione, in verità – la furbizia, in intelligenza – la tortura, in un diritto alla vita – le armi di distruzione di massa, in bombe intelligenti.
La volgarità televisiva, si è fatta intrattenimento, e le merendine cancerogene per bambini, si afferma spudoratamente essere “fatte come quelle di una volta”.
Le tragedie private messe in piazza, si attestano a diritto d’informazione – i danni causati dall’uso dei farmaci, a fisiologici e normali effetti collaterali – lo scempio dilagante, diventa arte moderna – le centrali nucleari, sono fonte di energia pulita e, il relativismo, assurge a paradigma di società civile.
A una speciale schiavitù (risultato di un processo di, omologazione di massa), si é dato il nome di “democrazia”, e chiamata realtà, quell’esercizio d’illusionismo mediatico, che manipola le menti. Il falso ha sostituito il vero – e la menzogna è traslata a regola relazionale – così impera e detta legge. La qualità è stata adulterata e l’eccezione, omologata e massificata. E quando si afferma, “ il progresso sta arrivando anche qui”, in realtà si intende dire, che la distruzione e la morte sono oramai vicine. Cosa c’è di “civile” in tutto questo?
Il concetto di società civile trascende la politica e il riconoscimento dei diritti da parte delle istituzioni. La società civile, come la democrazia, più che essere un’aggregazione di popolo e di sudditi, deve essere aggregazione di cittadini, aggregazione di uomini. Un’organizzazione che fonda il suo riconoscimento sul diritto alla libertà, alla salute e sull’accesso gratuito ai beni di sostentamento primario. E che solo a queste condizioni potrà onorarsi di accostare al sostantivo di “società”, l’aggettivo “civile”.
Prima c’era l’etica, e solo in seguito si materializzò la vita.
Pertanto, in assenza di principi e scale di valori, non può esistere né stato sociale né stato di diritto, ergo, nessun concetto di società civile.

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