lunedì 29 dicembre 2014

gianni tirelli 18:11 (3 ore fa) ANCHE L’UOMO UN TEMPO ERA COSI’!


gianni tirelli

18:11 (3 ore fa)

ANCHE L’UOMO UN TEMPO ERA COSI’!

Guardate gli animali, come sono sempre liberi e felici, concentrati sui loro bisogni essenziali, primari - sempre rispettosi delle regole impartite loro da Madre Natura; fiutano, annusano, cacciano, si aggregano e combattono, si rincorrono e giocano, si accontentano di ciò che il Cielo dispensa loro, e si addormentano, pacificati dalla speranza di un nuovo giorno ricco di promesse.
Anche l’uomo, un tempo, era così.
Gli individui di quest’epoca malata, vivono al di là della loro essenza, concentrati su tutt’altro che sia il vero significato della vita, riversi su debolezze e dipendenze strutturali, tesi alla soddisfazione di bisogni effimeri, vanità e privilegi, in perenne stato di dissociazione, alienati da una realtà schizofrenica, distanti anni luce dagli autentici bisogni che all’origine hanno caratterizzato i motivi della loro presenza sul pianeta terra.
Oggi non sono che rifiuti tossici di un processo di degenerazione della coscienza collettiva, e di quell’opera di profanazione che ha fatto decadere ogni principio etico e morale. La loro vita non vale più della loro morte.
E se un giorno, questa pseudo/umanità, degenerata e bastarda, venisse annientata, per le cause più diverse, c’è da credere che neppure lo stesso Dio verserebbe una sola lacrima di cordoglio.
Ciondolano come zombi dentro un limbo di relativismo perenne, dove i confini fra bene e male si mescolano come l’acqua di fonte con la latrina, disperdendo ogni punto di riferimento, principio etico e valore morale.
Gli uomini di oggi non sono uomini, come le acque dei nostri fiumi e mari non sono acqua, come l’aria delle nostre città non è l’aria, come l’amore di cui tanto blateriamo, non è che un’insulsa parola detta per sciacquarci la bocca.
Così la contraffazione si è fatta verità, la licenza è traslata in libertà, la furbizia trasfigurata in intelligenza, mentre quella catastrofe ambientale che sta oscurando il futuro dell’umanità, in un normale effetto collaterale di quel processo degenerativo di depravazione, che persistiamo a volere chiamare “civiltà”.

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