domenica 21 dicembre 2014

Il saccheggio del Sulcis per un pugno di voti,,,,,,,Igea, arrestati l'ex presidente Zurru e l'autista della società

Il saccheggio del Sulcis per un pugno di voti

In un mese 160mila litri di carburante distribuito fra gli amici, pezzi storici delle miniere elargiti in cambio di favori: l'inchiesta condotta dai carabinieri col coordinamento della Procura alza il sipario su una fitta rete di rapporti e di scambi
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CAGLIARI. Rubavano tutto, secondo l’accusa: 160mila litri di carburanti in un mese distribuiti tra gli amici, piastrelle staccate dai muri delle vecchie residenze minerarie, i carrellini di ferro che gli operai usavano per trasportare i minerali. Come fosse roba loro, da anni, un valore di migliaia e migliaia di euro che serviva a oliare gli elettori, ricompensando voti e connivenze politiche: una tanica di gasolio era il corrispettivo di cinque voti, per cento consensi l’omaggio doveva essere un carrello da sistemare in giardino o un’autopala antica.

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Il sistema Igea, costato 600 milioni di euro pubblici dal 2009 al 2013, ha l’aria di una mafia capitale in sedicesimo, trasferita nel Sulcis: appalti truccati perché andassero a imprenditori graditi. Un giro incredibile di favori gestito da una banda dove compare puntualmente il sessantaduenne Marco Tuveri, di Carbonia, ex operaio Igea poi sindacalista Uil ora sospeso e infine autista plenipotenziario del presidente Giovanni Battista “Bista” Zurru, per gli amici «il maestro», 76 anni, una vita passata sulla breccia della politica locale, che di lui si fidava e lo lasciava fare. Sullo sfondo l’icona intramontabile di Giorgio Oppi, vicinissimo a Zurru, che si muove nel Sulcis, suo antico feudo politico, intrattenendo rapporti e impartendo ordini sul filo del rasoio penale.
Le intercettazioni contribuiscono ad alzare il sipario su questo mondo nascosto. Dunque, c’è da oliare qualche elettore, per il voto delle comunali 2013 ad Assemini. Il candidato Francesco Pissard sollecita, è urgente: serve un carrello da miniera e un’autopala, di quelli che l’Igea conserva come beni storici. Piacciono, questi cimeli: si possono sistemare in giardino, il fascino dell’archeologia industriale in chiave domestica. Marco Tuveri lo sa, il suggerimento gli è arrivato anche dall’autorevole leader Udc Giorgio Oppi ed il 9 maggio 2013 Pissard lo chiama per chiedergli se «per quella cosa lì, chiesta con Enrico (Oppi, nipote del consigliere regionale, ndr) è tutto a posto. Tuveri risponde che si sta organizzando e che poi si metteranno d’accordo, che comunque «in settimana gliela faranno avere». Aggiunge inoltre che farà risultare l’operazione come donazione Igea.
Il 13 maggio successivo Tuveri parla della questione con Agostino Tolu, servono un carrello e un’autopala. Tolu - riferisce il giudice Giuseppe Pintori nell’ordinanza, citando le intercettazioni telefoniche eseguite dai carabinieri - si mette a disposizione e dice di poter recuperare un vagone in precedenza nascosto da Attilio Usai nella miniera di Acquaresi: (Tuveri) «Ascolta Ago, ascolta Agostino, serve un vagone urgente». (Agostino) «E per dove?». (T.) «urgente, da portare ad Assemini, lo sa anche il presidente». (A.) «E da dove cazzo lo tolgo?». (T.) «Dove lo, dove lo troviamo un vago... un vago...». (A.) «eh, io lo trovo, quello che stavo preparando per il casino, per Flumini, tanto il sindaco non risponde mai».. (m.l)

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