domenica 21 dicembre 2014

gianni tirelli LE POLITICHE INDUSTRIALI SONO UN SUICIDIO DI MASSA


gianni tirelli

14:46 (1 ora fa)

LE POLITICHE INDUSTRIALI SONO UN SUICIDIO DI MASSA
Vista l’inutilità acclarata della TAV e, dati alla mano, dimostrata, non che dell’acquisto degli F35, e di decine di miliardi di euro bruciati per erigere cattedrali nel deserto, potremmo a questo punto (per incentivare l’occupazione), innalzare piramidi di calcestruzzo nella pianura padana, o un bel muro di mattoni forati che separi le regioni del sud dal resto del continente, a mò di mini muraglia cinese! Una buona idea sarebbe di demolire il Colosseo per ricostruirlo in cemento armato nella sua originaria completezza e bellezza - o un bel tunnel sottomarino, a otto corsie, che colleghi Piombino alla Sardegna! In questo modo, il PIL schizzerebbe ai massimi di sempre e un’iper/occupazione costringerebbe i lavoratori italiani a doppi e tripli turni di lavoro. Ecco! Queste, sono le ingegnose strategie di mercato dei moderni cervelloni della politica italiana!
La verità è che questo dannato paese è alla bancarotta, e non può permettersi, per molti anni a venire, nessun grande lusso. Tanto più se un tale lusso, inutile, e dai costi iperbolici, antepone ai bisogni essenziali dei cittadini, i profitti stellari dei soliti quattro papponi ingordi e scaduti.
Per porre un freno all’emorragia di disoccupati, e riconvertire la tendenza, basterebbe impiegare i lavoratori nella messa in sicurezza di migliaia di paesi, da Nord a Sud, a rischio idro/geologico – bonificare i territori contaminati dallo sterco industriale, non che ripulire le acque di fiumi, laghi e mari e, parallelamente, riconvertire una parte dell’industria in agricoltura biologica e artigianato.
Perseverare con le politiche industriali, è un suicidio. Se intendiamo davvero fare resuscitare questo paese, dobbiamo investire tutte le nostre risorse su ciò che ha di più straordinario e unico nel suo genere: la sua posizione geografica e la condizione climatica, la sua storia, arte e cultura, il mare, il cibo, le sue tradizioni e, in una parola sola, una bellezza che non ha confronti nel mondo. Perché allora creare precarietà distruggendo, quando è possibile occupare milioni di persone, costruendo? Non esiste alcuna risposta ad un tale interrogativo, se non ricercarla fra i meandri oscuri della sfera della follia e in un incontenibile impulso di natura necrofila di questi geni del male, che nella distruzione saziano la loro brama di morte, di potere e di vendetta.  
Così, ciò che alla ragione e alla logica sembrerebbe la via più ovvia e naturale da seguire, resta impraticabile in questo paese, in ragione degli appetiti di uno stuolo di figuri al soldo del Sistema, che concentrano ogni loro sforzo nel dissanguare i cittadini per onorare un contratto in precedenza sottoscritto con i vertici del potere Bestia – previa l’estromissione e l’isolamento.  
Se intendiamo davvero liberarci dalla cricca, dalle banche, dalla finanza, e da tutti gli affiliati a ipotetici “nuovi ordini mondiali”, logge, caste, corporazioni e consorterie, non abbiamo nulla da contrapporre, se non modificare radicalmente e in forma integrale i nostri comportamenti abituali e quotidiani. E’ questo il punto!
Li potremmo denunciare pubblicamente per avere commesso i crimini più aberranti, i più perversi e inenarrabili, che niente di questo panorama apocalittico, muterebbe.
Loro se ne fottono della nostra indignazione e rabbia, dello stato sociale, del bene comune, dei diritti negati, dei soprusi e violazioni, della devastazione ambientale e di ogni cosa che riguardi nel merito la condizione di precarietà in cui versa un’umanità senza futuro.
Loro vanno dritti per la loro strada, imperturbabili, come schiaccia sassi, ritenendo la nostra indignazione, personalismo e critica, un intralcio al loro piano di sterminio e di omologazione, e  le nostre parole, un irritante e noioso cicalio.
Pensare dunque di contrastare il Sistema Potere con un atto di forza, o peggio ancora, confidando nell’uomo della provvidenza, è un’ingenuità imperdonabile. Immaginare che qualcuno o qualcosa, che sia un uomo politico, un asino, o un robot, possa contrastare una tale deriva e ribaltare lo stato delle cose a nostro beneficio e interesse, risulta, essere del tutto ridicolo. Tutti sono al “soldo” di qualcun altro, in una sorta di catena di Sant’Antonio che dalla base si dirama fino ai vertici del potere! Tutto è corruzione, tutto è collusione, profitto e merce. Tutto è follia!
Rispetto alla potenza di fuoco della Bestia Liberista, non siamo che un pugno di mosche, ronzanti e fastidiose che, a tempo debito, il Sistema si appresta a schiacciare. Non ci resta che abbandonarlo a se stesso, recidendo ogni canale di alimentazione che dipenda dai nostri comportamenti e scelte.
Si è resa necessaria la restaurazione di un inedito “Processo di Norimberga” giudicante tutti crimini consumati contro l’umanità e l’ambiente da questa banda di potentati dai tratti mefistofelici.
Ergo, nulla cambierà della nostra condizione, senza un’azione rivoluzionaria, armata, coordinata, pianificata e  pragmatica di tutti i cittadini, uniti e compatti in in una lotta di liberazione globale, innescata da una palingenesi delle nostre scelte quotidiane.
La sola via di uscita – e lo ripeterò fino alla nausea – sta nel modificare le nostre abitudini in altre e diverse, alternative a quelle fino ad oggi propagandate dal Sistema Potere. Dobbiamo per tanto ridurre i consumi all’essenziale, e disertare tutta quella serie infinita di prodotti inutili, inefficaci e dannosi supportati da sponsor e pubblicità.
Solo così potremo frantumare i monopoli e smantellare i grandi gruppi di potere.
Questa è la vera rivoluzione, la sola in grado di produrre risultati realistici in un tempo relativamente breve.
Il Sistema Bestia è oramai refrattario a ogni protesta sociale, ritenendo i cittadini incapaci nell’organizzare un qualsiasi realistico movimento di rivolta popolare - ma è tempo di smentirlo!

Nessun commento: