martedì 23 dicembre 2014

L’Iran esce allo scoperto unendosi al fronte contro lo Stato islamico

L’Iran esce allo scoperto unendosi al fronte contro lo Stato islamico

by sitoaurora
Nikolaj Bobkin Strategic Culture Foundation 21/12/2014Iran-3La coalizione anti-Stato islamico di Washington è un esempio di cooperazione internazionale in Medio Oriente lacerata da lotte intestine e divisa da alleanze belligeranti. L'Iran sapeva di una riunione a Bruxelles, dove 60 Stati hanno discusso i modi per combattere lo Stato islamico. Ma non era stato invitato. Ora Teheran ha deciso di agire autonomamente. A metà ottobre Barack Obama aveva inviato una lettera a Khamenei, il leader supremo della rivoluzione islamica in Iran, per la campagna contro gli insorti dello Stato islamico. Il presidente gli assicurava che gli attacchi aerei degli USA non avevano lo scopo d'indebolire l'Iran o il suo alleato Iraq. Inoltre, il presidente Obama avrebbe offerto all'Iran di unirsi allo sforzo anti-Stato islamico. Washington non ha relazioni diplomatiche con l'Iran, dicendo che sarebbe inopportuno per l'Iran far parte della coalizione. “Non posso discutere della corrispondenza privata tra il presidente e un qualsiasi leader mondiale. Posso dirvi che la politica che il presidente e la sua amministrazione hanno articolato sull'Iran rimane invariata”, aveva detto Josh Earnest, assistente del presidente e segretario stampa della Casa Bianca. Secondo lui, “Gli Stati Uniti non collaboreranno sul piano militare con l'Iran in questo sforzo; non condivideremo l'intelligence con loro. Ma i loro interessi in questi risultati sono ampiamente commentati e in un paio di occasioni si è discusso a margine di altre conversazioni”. Il segretario dell'ufficio stampa avea detto che unire gli sforzi con Paesi che supportano il terrorismo non risponde agli interessi militari statunitensi. In altre parole restano profonde contraddizioni da entrambe le parti. L'amministrazione statunitense teme che spostare l'attenzione dal problema nucleare iraniano alla lotta allo Stato islamico sconvolgerebbe Israele. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva detto che un Iran nucleare sarebbe più pericoloso dello Stato islamico. Secondo molti membri del Congresso degli Stati Uniti, la lotta allo Stato islamico distrae gli Stati Uniti dal problema dell'Iran. L'ostilità tra Iran e Arabia Saudita e il sostegno di Teheran al regime di Bashar Assad in Siria preoccupano gli Stati Uniti.
La politica degli Stati Uniti ha portato alla nascita di due forze che combattono lo Stato islamico. Gli interessi di Stati Uniti e Iran coincidono complicando ulteriormente il problema. Secondo il Pentagono, l'Iran ha già scatenato la guerra ai jihadisti con cacciabombardieri F-4 che li hanno attaccati nella provincia di Diyala. Molti analisti si sono precipitati a concludere che si trattava della svolta strategica di Teheran. L'Iran ha rifiutato di confermare le informazioni sugli attacchi aerei, ma ribadiva l'opinione sulla situazione in Iraq. L'Iran ha dichiarato più volte che è impossibile sconfiggere lo Stato Islamico solo con attacchi aerei. Teheran non prende sul serio l'impegno statunitense contro lo Stato islamico. Il ministro degli Interni iraniano Abdolreza Rahmani-Fazli aveva detto che la Repubblica islamica non si fiderà mai della cosiddetta coalizione internazionale contro lo Stato islamico guidata dagli Stati Uniti. Rivolgendosi ai giornalisti il 15 settembre, Rahmani-Fazli aveva detto che l'Iran non si fiderà mai degli statunitensi nella lotta ai terroristi dello Stato islamico e in altre questioni, perché hanno dimostrato doppiezza in molte occasioni. “Gli statunitensi hanno seguito un doppio standard su temi quali lotta al terrorismo, diritti umani, uso pacifico dell'energia nucleare e decine di altri casi”, ha spiegato il ministro iraniano. L'Iran è giunto a tale conclusione con i dati dell'intelligence che provano che gli Stati Uniti hanno già fornito ai militanti aiuti finanziari, logistici e politici. Con la creazione della coalizione anti-terrorismo gli USA rafforzano semplicemente la propria posizione nella regione. La loro lotta allo Stato islamico non è altro che propaganda. Il Vicecapo di Stato Maggiore delle Forze Armate dell'Iran, Brigadiere-Generale Massud Jazayeri ha detto che gli Stati Uniti si sforzano d'ingannare la comunità internazionale. Ali Akbar Velayati, ex-ministro degli Esteri e attuale consigliere del leader supremo iraniano Ayatollah Ali Khamenei, ha recentemente ricordato agli statunitensi che l'influenza dell'Iran è ampia nella regione, “l'Iran ha grande influenza dal Libano allo Yemen”. Il consigliere in politica estera della Guida Suprema ha sottolineato i recenti sviluppi in Medio Oriente e ha detto che Teheran ha dimostrato che può e vuole intraprendere azioni immediate nella regione quando necessario. Ha accennato allo Yemen per dimostrarlo. Evidentemente gli sciiti si vendicano del Bahrayn, Paese dalla popolazione prevalentemente sciita occupato dall'Arabia Saudita con il consenso degli Stati Uniti.
Il movimento sciita Ansarullah, sostenuto da Teheran, ha preso il potere in Yemen. Le sue formazioni controllano Sana, la capitale del Paese, le installazioni militari chiave, i giacimenti di petrolio e le principali province. Ansarullah combatte al-Qaida e altri gruppi sunniti radicali. Il movimento si oppone all'interferenza degli Stati Uniti in Medio Oriente e brucia regolarmente beni prodotti dagli USA. Teheran ha recentemente ricevuto una delegazione di Hamas. L'Iran mantiene stretti rapporti con il movimento di resistenza palestinese. Inoltre, l'Iran è l'unico Paese che ha aumentato il sostegno ad Hamas nei giorni scorsi. Teheran ha ogni motivo di ritenere che gli Stati Uniti prevedano di reindirizzare gli sforzi terroristici dello Stato islamico per combattere l'Iran. Il fatto è confermato dai documenti intercettati e appartenuti a uno dei capi dello Stato islamico. Il primo ministro iracheno Haydar al-Abadi, un fantoccio degli Stati Uniti, cerca anche di ridurre l'influenza iraniana in Iraq. L'Iran si rende conto che l'Iraq diventa un trampolino di lancio per l'aggressione dello Stato islamico contro l'Iran, non facendo più mistero del suo coinvolgimento. Il leader supremo dell'Iran Ali Khamenei dice che le attività degli Stati Uniti e dei loro alleati dividono i musulmani invece di sradicare il terrorismo. Teheran ritiene che l'unico modo per contrastare la minaccia è unirsi agli sciiti iracheni nella lotta ai terroristi. L'ineguagliato pellegrinaggio dei fedeli iracheni e iraniani nella città santa sciita di Qarbala è un esempio eloquente dell'unità degli sciiti. 17,5 milioni hanno fatto il pellegrinaggio per più di 40 giorni quest'anno, più di un milione dall'Iran, e molti sono rimasti per la cerimonia di Arbain. Arbain commemora la morte di un nipote del profeta Maometto. La cerimonia si svolge in occasione della morte dell'Imam Husayn, morto nella battaglia di Qarbala. Questa volta un numero inaudito di sciiti iraniani era presente. Il governatore di Qarbala Aqil al-Turayhi ha elogiato la conclusione pacifica del pellegrinaggio. "Pensiamo che il successo del pellegrinaggio sia una vittoria delle nostre forze armate e dei nostri volontari nella lotta allo Stato islamico", aveva detto.

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