mercoledì 21 gennaio 2015

Boko Haram: una benedizione per l'imperialismo in Africa..........Bouchra Fali

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Boko Haram: una benedizione per l'imperialismo in Africa

Glen Ford * | mltoday.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

28/05/2014

Boko Haram è una benedizione per l'imperialismo in Africa. Gli Usa stanno addestrando gli squadroni della morte.

Dal punto di vista militare, l'Africa sta rapidamente diventando un continente americano. Barack Obama che
, a parte il primo anno, è stato presidente per tutta l'esistenza di AFRICOM, è riuscito a integrare unità di combattimento americane, basi, regimi di addestramento, attrezzature e finanziamento delle strutture militari di tutte le  nazioni africane, con solo poche eccezioni.

Il sogno del grande panafricanista ed ex presidente del Ghana, Kwame Nkrumah, di un'Africa militarmente unita è stato pressoché realizzato: con gli americani e gli europei alla testa.

Col pretesto di un intervento "umanitario", Obama ha notevolmente ampliato le aree di influenza africane di Bill Clinton e George Bush, così che sulle mappe del continente solo poche zone si trovano fuori del campo d'intervento di Washington. Eritrea e Zimbabwe sono le importanti eccezioni: e, quindi, i futuri obiettivi. L'Africa è territorio occupato.

L'Unione africana non fa nemmeno finta di essere responsabile delle missioni di pace nominalmente di sua competenza, che sono poco più che opportunità per i militari africani di essere pagati per eseguire le richieste dell'Occidente. Cina e Brasile possono avere la parte del leone negli scambi commerciali con l'Africa, ma gli uomini con i fucili sono fedeli all'AFRICOM: il padre-padrone della classe militare del continente. Le truppe Usa ora dormono in baracche africane, fratelli in armi con gli ufficiali africani che possono determinare chi dormirà la prossima settimana nel palazzo presidenziale.

Il ritmo della penetrazione Usa nell'Africa occidentale è accelerato sensibilmente dal 2011, quando Obama ha bombardato il governo libico di Muammar Gheddafi annientandolo, creando una marea di jihadisti e di armi diretti a est verso la Siria e a sud per destabilizzare le nazioni del Sahel. Ne è derivato un caos - un bel caos, per i pianificatori militari Usa in cerca di una giustificazione per missioni sempre più grandi. L'aggressione della NATO contro la Libia ha generato il caos nell'Africa subsahariana che ha giustificato l'occupazione francese e statunitense del Mali e del Niger.

Jihadisti nordafricani iperattivi, col potere che veniva loro dalle bombe, dalle armi e dal denaro americano, hanno addestrato e rifornito i loro fratelli del continente, inclusi elementi del nigeriano Boko Haram. I guerrieri islamici di lingua Hausa hanno poi lasciato in eredità ad AFRICOM un dono inestimabile: circa 300 studentesse da salvare, vittime perfette per un intervento "umanitario". Non c'è stato bisogno di chiedere due volte ad Obama di "fare qualcosa!".

I capi di Nigeria, Ciad, Niger, Benin e Camerun sono stati convocati a Parigi (facendo finta che fosse un'idea loro) da dove hanno dichiarato "guerra totale" a Boko Haram, mentre "osservatori" di Usa, Francia, Gran Bretagna e Unione europea (passati e futuri portatori di interessi in Africa) osservavano. Il presidente francese Francois Hollande ha detto che dalla conferenza sarebbe venuto fuori "un piano di azione globale e regionale". Naturalmente, i cinque Stati africani non hanno né i soldi, né la formazione, né le attrezzature né la capacità di raccolta di informazioni per un tale piano. Sarà un piano euro-americano per la difesa e la sicurezza dell'Africa occidentale: contro altri africani.

Immediatamente, gli Usa hanno inviato 80 soldati in Ciad (il cui esercito è stato a lungo proprietà prezzolata della Francia) per aprire una nuova base di droni, unendo i campi droni americani precedentemente esistenti in Niger, Burkina Faso, Etiopia, Somalia, Isole Seychelles, Gibuti (sede di una enorme base francese e americana), e siti della CIA che non devono essere resi noti. Il nuovo raggruppamento sicurezza dell'Africa occidentale è diventato una fotocopia della NATO, un'appendice da modellare da parte dei pianificatori militari imperiali per affrontare i nemici scelti da Washington e Parigi.

Che miracolo di slancio militare umanitario! Le ragazze erano scomparse da appena un mese, e potrebbe non essere possibile salvarle, che cinque paesi africani confinanti - tra cui la maggiore economia del continente - erano già stati arruolati in un'alleanza militare dominata dalla NATO con gli altri stati africani subordinati. E ben presto si è scoperto che l'AFRICOM aveva già un rapporto speciale con l'esercito nigeriano che non è stato reso noto se non dopo il rapimento delle studentesse. AFRICOM addestrerà un battaglione di Rangers nigeriani in materia di controguerriglia: è la prima volta che il Comando ha fornito agli africani un addestramento a "spettro completo" su ampia scala.

Col pubblico americano nell'ottica interventista di "salvate le nostre ragazze", operazioni che erano segrete sono improvvisamente diventate pubbliche. Il New York Times rivela che gli Usa hanno in corso un programma segreto per formare battaglioni di controterrorismo per Niger e Mauritania. Come pure: Berretti Verdi scelti e killer della Delta Force stanno istruendo commandos selezionati sulla controinsurrezione in Mali. L'identità di una fonte del Times lascia pochi dubbi sul fatto che le operazioni precedentemente segrete siano progettate per ricoprire la regione di squadroni della morte addestrati dagli Usa.

Michael Sheehan è stato fino allo scorso anno a capo delle operazioni speciali del Pentagono - Centrale squadroni della morte - dove ha spinto per maggiori formatori di Operazioni Speciali per gli eserciti africani. Sheehan è ora titolare di una "cattedra speciale" [Distinguished Chair] al Centro contro il terrorismo di West Point. Negli anni '80, era un comandante delle forze speciali in America Latina - che può significare solo squadroni della morte. "AFRICOM addestrerà un battaglione di Rangers nigeriani in controinsurrezione".

Le forze speciali dell'esercito Usa sono sempre stati degli assassini politici, il più delle volte operando con la CIA. Il Programma Phoenix in Vietnam, che ha ucciso tra le 26.000 e le 41.000 persone e ne ha torturate molte di più, è stato un crimine di guerra delle forze speciali della CIA. Dal 1975 e per buona parte degli anni '80, la CIA e il suo braccio delle forze speciali hanno fornito supporto tecnico e armi per gli assassini dell'Operation Condor, gli squadroni della morte gestiti da un consorzio di governi militari di Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile, ritenuto responsabile di 60.000 omicidi. Sheehan era probabilmente coinvolto nell'Operazione Condor e della sua componente in America centrale, l'Operazione Charly, e da allora ha perfezionato l'arte dell'omicidio politico. Se è contento e si sente giustificato dagli eventi in Africa, allora gli squadroni della morte addestrati dagli Usa stanno per proliferare in quella parte del mondo.

Non c'è dubbio che Obama è innamorato delle Operazioni speciali, dal momento che gli omicidi effettuati da piccole unità di killer professionisti nel cuore della notte assomigliano meno ad una guerra - e possono, se conviene, essere attribuito ad (altri) "terroristi". Tuttavia la storia - quella recente - dimostra gli Usa possono caversela impunemente in Africa anche per carneficine smisurate. L'invasione della Somalia da parte dell'Etiopia nel 2006, sostenuta da forze Usa di terra, aria e mare, ha condotto alla "peggiore crisi umanitaria in Africa" a quel tempo, "peggio del Darfur," secondo gli osservatori delle Nazioni Unite, con centinaia di migliaia di morti. Gli Usa hanno quindi sospeso gli aiuti alimentari per affamare i combattenti somali Shabaab, portando ad una perdita di vite umane ancor più catastrofica.

Ma, la maggior parte degli americani sono ignari di tali crimini contro l'umanità nera. L'Etiopia, alleato degli Usa, commette genocidi contro gli indigeni somali nella sua regione dell'Ogaden in assoluta impunità, e bandisce i mezzi d'informazione internazionali dalla regione. I presidenti Clinton, Bush e Obama - ciascuno di loro con l'aiuto di Susan Rice - hanno complessivamente ucciso sei milioni di congolesi dal 1996.

Il più grande genocidio dalla seconda guerra mondiale fu il risultato premeditato del caos deliberatamente inflitto al Congo, ricco di minerali, dagli Usa e dai suoi scagnozzi dei vicini Ruanda e Uganda. Paul Kagame, l'attuale leader del Ruanda, ha abbattuto un aereo con a bordo due presidenti nel 1994, scatenando le uccisioni di massa che hanno portato Kagame al potere e avviato il vicino Congo sulla strada per l'inferno. L'America celebra Kagame come un eroe, anche se il dittatore tribale tutsi manda squadroni della morte in tutto il mondo a far fuori quelli che gli si oppongono.

Il leader ugandese Yoweri Museveni, un amico degli Stati Uniti dai tempi di Ronald Reagan, ha commesso atti di genocidio contro i suoi rivali della tribù Acholi, gettandoli nei campi di concentramento. Joseph Kony era uno di questi Acholi, che a quanto pare è impazzito. Kony non è stato una minaccia per l'Uganda o per qualsiasi altro paese della regione per anni, ma il presidente Obama ha usato un presunto avvistamento di residui del suo Esercito di Resistenza per inviare 100 Berretti Verdi nella Repubblica Democratica del Congo, in Uganda, in  Ruanda, nella Repubblica Centrafricana e in Sud Sudan. Appena il mese scorso, Obama ha inviato altre 150 truppe e quattro aerei in Africa centrale, sostenendo nuovamente che Kony era in agguato, da qualche parte.

In realtà, le truppe americane sono state schierate nei pressi del Sud Sudan, che Usa, Gran Bretagna e Israele avevano destabilizzato da decenni nel tentativo di scindere la nazione del Sudan. Il Sud Sudan è diventato indipendente, ma è rimasto instabile: non una nazione, ma un posto con il petrolio a cui ambivano gli Usa. Molte altre decine di migliaia certamente moriranno in combattimenti nel Sud Sudan, ma pochi americani daranno la colpa al loro paese. Come la carneficina in Congo dimostra, intere popolazioni possono essere fatte sparire in Africa senza che in occidente la maggior parte delle persone se ne accorga.

Gli squadroni della morte che gli americani stanno addestrando in Nigeria, Niger, Mauritania e Mali, e quelli che presto faranno vittime in Camerun e Benin, non si limiteranno a dare la caccia a Boko Haram. Gli squadroni della morte sono, per definizione, destabilizzanti; avvelenano l'ambiente politico e sociale in modo irreparabile, come i centroamericani che hanno vissuto gli anni '80 possono attestare. Eppure, questo è il metodo di conquista preferito dell'imperialismo Usa nel mondo non bianco.

E' quello che gli americani effettivamente fanno, quando le persone chiedono loro di "fare qualcosa".

* Glen Ford è il direttore responsabile di Black Agenda Report (www.blackagendareport.com).

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