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UN ECCEZIONALE FALSO STORICO
Il Neoliberismo rampante, che subito dopo la seconda guerra mondiale (63.00.000 di morti) esibiva con orgoglio la sua perversa natura, aveva allora ben compreso l’inopportunità e le difficoltà circostanziali relative alla messa in atto del suo piano di omologazione e di sfruttamento delle masse, nei modi e nei tempi caratteriali di un regime.
Appariva così più sensato, proficuo e meno impegnativo, sottomettere, asservire e manipolare gli individui facendo leva sui loro lati peggiori, sulle loro debolezze, concedendo loro la soddisfazione/realizzazione di ogni più turpe desiderio, bisogno, vizio e perversione - costringendoli alla dipendenza e all’assuefazione, in virtù di un’opera di plagio mentale di massa, che si prefiggeva di scardinare ogni preesistente scala di valori, principio etico e parametro di riferimento oggettivo. Lo scopo era di facilitare la commercializzazione e l’acquisto di ogni bene e bisogno prodotto dal Sistema, senza alcun ostacolo di natura morale, critica, e personale.
Tutto questo progetto di falsificazione e di contraffazione della realtà è stato definito LIBERTA’.
E’ in questo modo che il Sistema ci disattiva, rendendoci innocui all’interno di una società dove ogni singolo individuo è schedato, controllato e, di privato, non è rimasto nulla - un ibrido sterilizzato da ogni personalismo e disinnescato da noi ogni imprevisto impulso rivoluzionario.
Questo è il vero volto del Liberismo dalle mille facce e infinite personalità - più subdolo, più velenoso, più miserabile di qualsiasi totalitarismo.
Del resto, non è meno terrificante (se pur in forma diversa) del nazismo, anche se per certi versi, ancora più subdolo e inquietante, sia per dimensioni che per crudeltà. Non esistono anticorpi per contrastare la sua avanzata, né punti nevralgici da colpire per ferirlo a morte, essendo noi stessi (tutti noi) parte integrante al Sistema.
La propaganda mediatica instillata di odio e di xenofobia contro il pericolo comunista e praticata in forma becera e strumentale da quasi un ventennio, ha ribaltato la realtà storica, a tal punto che oggi una buona parte dei giovani (incolti, ignoranti e ignorati) si è convinta (contrariamente alla realtà) di una Italia e di una Europa oppresse, in passato, da un regime totalitario di sinistra.
Una tale congettura (per logica deduzione) li ha costretti paradossalmente a ritenere il fascismo e il nazismo come le forze alleate di liberazione dal comunismo che avrebbe messo a ferro e fuoco i paesi dell’Europa occidentale.
Questo eccezionale “falso storico”, pesa come un macigno sulla consapevolezza delle nuove e future generazioni, a tal punto che si è resa necessaria la restaurazione di un inedito “Processo di Norimberga” giudicante tutta la Cricca dei mistificatori della storia d’Italia.
Io, poi, che ingenuamente e per una sorta di spiccato individualismo, ho sempre rifiutato ogni etichetta ideologia e appartenenza politica, mi sono ritrovato in questi ultimi anni, a fare i conti con quel singolare fenomeno di stampo relativista che codifica ogni comportamento discordante o contrario con il pensiero liberista, riconducibile alla visione massimalista dello stalinismo. Che dire! Sono comunista a mia insaputa?
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