lunedì 5 gennaio 2015

gianni tirelli IL PROGRESSO – UN ORRIBILE ABISSO SUBUMANO DI MOLLEZZA E INETTITUDINE

gianni tirelli

14:19 (2 ore fa)
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IL PROGRESSO – UN ORRIBILE ABISSO SUBUMANO DI MOLLEZZA E INETTITUDINE

“Oh perché gli uomini”, domandavo a me stesso, smaniosamente,” si affannano così a rendere man mano più complicato il congegno della loro vita? Perché tutto questo stordimento di macchine? E che farà l'uomo quando le macchine faranno tutto? Si accorgerà allora che il così detto progresso non ha nulla a che fare con la felicità? Di tutte le invenzioni, con cui la scienza finge d'arricchire l'umanità (mentre la impoverisce), che gioia in fondo proviamo noi, anche ammirandole?» Eppure la scienza, pensavo; ha l'illusione di render anche più facile e più comoda l'esistenza! Ma, supponendo che la renda veramente più facile, con tutte le sue macchine così difficili e complicate, domando, io: «E qual peggior servizio a chi sia condannato a una briga vana, che rendergliela facile e quasi meccanica?”.
Luigi pirandello
Se guardiamo ciò che succede nelle moderne società liberiste da alcuni decenni, ci accorgiamo del fatto che stiamo subendo una lenta e inesorabile deriva alla quale ci abituiamo e adattiamo senza reagire. Un sacco di cose, che ci avrebbero fatto orrore ‘20, ‘30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate – oggi ci disturbano solo in forma marginale o lasciano decisamente indifferenti la gran parte delle persone.
In nome del progresso, della scienza e della conoscenza, sono stati resi legittimi i peggiori attentati alle libertà individuali, alla salute, alla dignità della persona, all’integrità della natura, alla bellezza ed alla felicità di vivere, con la complicità costante delle stesse vittime, ignoranti, ignorate e uniformate alle perverse logiche del Sistema Bestia.
“Il progresso non si può arrestare”, è la frase più idiota che mai mente umana abbia potuto formulare. Sulla base di una tale affermazione si sono consumati i crimini più inenarrabili nella storia dell’umanità. Il pianeta terra è stato devastato, le acque contaminate irreversibilmente, e così l’aria, il territorio e tutta la catena alimentare, innescando, in forma pandemica, le più diverse forme di patologie tumorali e neurologiche, da essersi resa necessaria la dichiarazione di stato di calamità per l'azione indotta dall'uomo - un uomo da condannare alla pena capitale per crimini commessi contro se stesso. Milioni di ettari di foreste sono state abbattute, date fuoco, e costrette all’estinzione migliaia di specie animale e vegetale.
Milioni di tonnellate di rifiuti e di scorie tossiche, incessantemente rigurgitate da un numero impressionante di fabbriche fumanti sull’epidermide del pianeta, oscurano e soffocano ogni ipotetica speranza di un futuro.
“Il progresso non si può arrestare”, quando in suo nome, ‘90 milioni di individui sono stati sacrificati durante la prima e seconda guerra mondiale, mentre oggi, bombe intelligenti, nucleari, batteriologiche e droni di ultima generazione mietono vittime innocenti  perché il “progresso” non arresti la sua marcia indomita contro tutto ciò che si muove, che respiri e pulsi di vita. 
Quando affermiamo: “il progresso sta arrivando anche qui”, in realtà intendiamo dire, che la distruzione e la morte sono ormai vicine.
Il “progresso” è il più estremo atto di profanazione che mai sia stato perpetrato contro la vita dall’essere umano. Un uomo che ha chiamato libertà la licenza, furbizia l’intelligenza e civiltà la sua schiavitù.
Quando la moderna conoscenza scientifica dimostrerà di sapere produrre una sola cosa di tutto quell’infernale Luna Park tecnologico dell’orrore, che non danneggi l’ambiente, la qualità della vita, e sia priva di ogni controindicazione ed effeto collaterale, allora e solo allora ci sarà consentito parlare di progresso e di civiltà nel loro più corretto significato etimologico.
Perseverare e persistere nel tenere in vita fino al suo ultimo secondo, questo baraccone industriale spacciato per progresso, è un’autentica follia.
Non ci resta molto tempo, e se oggi non aiutiamo il Sistema a morire, in una sorta di benevola e cristiana eutanasia, ma passivamente prolunghiamo la sua agonia (e quindi la nostra) fino al suo naturale e ineluttabile spegnimento, avremo perso un’ulteriore e ultima occasione di pacificare le nostre coscienze, di dare un senso alla nostra esistenza e un futuro ai nostri figli.
L'obiettivo sottinteso del "progresso" è, non esattamente, forse, il cervello sotto spirito, ma comunque un orribile abisso subumano di mollezza e inettitudine.  George Qrwell

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