L'esito della guerra in Ucraina sarà deciso delle forze per operazioni speciali, non ucraine
Sergej Ishenko, Svpressa.ru, 29 maggio 2015 - Fort Russ 1. Il 22 maggio, alle ore 13:00, dal quartiere Kambrod di Lugansk la polizia riceveva una telefonata da residenti locali su un gruppo di sospetti elementi armati e in tuta mimetica che si definivano della milizia. Poiché gli sconosciuti chiedevano la posizione delle basi militari, i cittadini s'insospettirono. A Kambrod fu inviata una squadra di risposta rapida del Ministero degli Interni della RPL contro cui ebbero uno scontro a fuoco. Nei combattimenti alcuni degli stranieri furono uccisi e uno arrestato. Costui aveva una mimetica occidentale, una maschera e un elenco di numeri di telefono non identificati. Lugansk controlla i passaporti per identificare coloro che risiedono illegalmente nella città. 2. Il 23 maggio alle 17:40 sul territorio di Donetsk, tra i checkpoint "Gorlovka" (controllato dalla milizia della RPD) e "Majorsk" (delle forze armate ucraine) un'auto del Centro congiunto di controllo e coordinamento (SCCC) fu oggetto del tiro di armi automatiche. Nell'auto vi era il capo dell'ufficio russo presso il SCCC, Colonnello-Generale Aleksandr Lentsov e altri ufficiali che rientravano da Shirokino, dove vi sono continui scontri e bombardamenti. L'attacco all'auto di Lentsov era fallito. 3. Lo stesso giorno alle 18:50, vicino al villaggio Mikhajlovka, un convoglio di tre auto finiva su una mina antiuomo (secondo altre fonti era una mina MON-50) e sotto il tiro di armi automatiche. A bordo vi era il popolare comandante del Battaglione 'Prizrak' dell'esercito della RPL Aleksej Mozgovoj, che venne ucciso insieme ad altre quattro persone. Tralasciando le aspre dispute scoppiate immediatamente su chi abbia effettivamente ucciso Mozgovoj, se (come argomentato da Kiev), "partigiani ucraini" del gruppo "Ombre" (come insiste il suo capo Aleksandr Gladkij) o qualche assai professionale gruppo sovversivo appositamente inviato nella RPL per eliminare Mozgovoj. Qualcos'altro è più importante. Gli eventi degli ultimi giorni, a mio parere, dimostrano che una guerra sovversiva va acutamente intensificandosi in Novorossija. Da chi, è una questione a parte. Se ne parla qui di seguito. Per ora facciamo un'altra ipotesi. Tutti gli analisti militari di entrambi i lati del fronte ci fornivano previsioni: quando la neve si scioglierà la guerra per il Donbas s'infiammerà con forza rinnovata. E quindi? La neve è scomparsa da tempo e la terra s'è prosciugata da un mese, ma nessuno è all'offensiva, le parti si limitano solo a tiri con armi di tutti i calibri. Il problema è che la natura della guerra civile in Ucraina è cambiata drammaticamente. Vladimir Putin ha già chiaramente affermato che non permetterà a nessuno di distruggere le repubbliche popolari del Donbas. Petro Poroshenko non solo non può fermare i militari, ma neanche ammorbidire la retorica aggressiva a Kiev. In questo caso, il presidente semplicemente soffocherebbe nel fumo dei pneumatici che bruciano. Così per tutto autunno e inverno entrambi i lati hanno scavato trincee e bunker, costruito campi minati, rifornito, addestrato ed equipaggiato le unità da combattimento. Questo lavoro gigantesco ha prodotto un risultato. Al fronte c'è una sorta di parità militare quando ogni tentativo di avanzare causa alte perdite e non garantisce alcun risultato ragionevole. Quale sarebbe l'obiettivo di un'offensiva oggi, per la milizia e per i militari ucraini? La milizia ha deciso di non attaccare Kiev l'anno scorso, non prese Mariupol anche se era a due passi. A sua volta, l'esercito e i nazibattaglioni ucraini combatterono inutilmente e in modo incompetente per il minuscolo (anche per la scala di questa guerra) aeroporto di Donetsk. Come poteva tale esercito provare a prendere seriamente il controllo di una metropoli di 1 milione di persone? Sì, nelle strade dell'ostile Donetsk i 60mila militari della cosiddetta operazione ATO di Kiev sarebbero stati dissolti e sconfitti dai cittadini arrabbiati. E ci sono ancora Lugansk, Gorlovka, ecc. Come i militari ucraini possono imporre così tanti presidi? Quindi c'è il cosiddetto conflitto congelato nel Donbas, come in Transnistria? Se non c'era nessuno dietro il regime di Poroshenko, sarebbe probabilmente successo. Ma lontano dai confini dell'Ucraina vi sono molte forze che vogliono la guerra infinita da queste parti. Togliamo i politici e prendiamo i militari, più schietti e "militarmente" diretti. Ad esempio, il tenente-generale statunitense John Mulholland, dal gennaio 2015 vicedirettore della CIA per gli affari militari. In un recente incontro con dei politici a Washington, ha dichiarato che "tutto va fatto per trascinare la Russia in una guerra con l'Ucraina". Come il generale Mulholland agisce in questo affare difficile e rischioso? Oh, ne ha la competenza. In passato l'attuale vicedirettore della CIA era vicecomandante delle operazioni speciali delle forze delle forze armate degli Stati Uniti. Cioè Mulholland per quattro anni supervisionava spie e sabotatori professionisti. Stranamente, dopo l'assunzione nella CIA, le forze per operazioni speciali oggi sopportano il peso dei combattimenti nel Donbas. Se è così, non si tratta certamente di forze speciali ucraine ma di gruppi sovversivi nel Donbas che di ucraino hanno solo la facciata, dato che Kiev ha appena iniziato a creare proprie unità speciali di questo tipo ("SP" ne ha scritto in dettaglio ad aprile). Tuttavia, lo Stato Maggiore ucraino per diversi mesi aveva un direttorato per le operazioni speciali, il cui comandante è il colonnello Sergej Krivonos. Ma è solo all'inizio. Ad aprile Krivonos aveva detto: "Abbiamo una scadenza, così dobbiamo iniziare a creare le forze per operazioni speciali al più presto, non parlare ma agire concretamente". Che chi combatte al posto di Krivonos, che ha una scadenza? Guardiamo i vecchi dossier. Ad esempio, un rapporto del luglio del 2014, quando in estrema segretezza 180 commando-istruttori giunsero a Kiev dalla base per operazioni speciali degli USA di Fort Benning (GA). Tutti parlavano russo fluentemente e furono subito trasferiti a Marjupol, dove iniziavano l'addestramento degli ucraini. Organizzano corsi speciali solo teorici? O con pratica sul campo? E se sì, gli ospiti dagli Stati Uniti vi partecipano? In secondo luogo. Vi sono molte informazioni sulle forze georgiane, istruite a Fort Benning ed efferate nel Donbas. Ad esempio, si vedano i fatti del 16 maggio, quando vicino Shastje furono feriti e catturati due combattenti ex o attuali operativi delle operazioni speciali russe della 3.za Brigata del GRU dello Stato Maggiore Generale delle Forze armate russe: il capitano Evgenij Erofeev e il sergente Aleksandr Aleksandrov. In Ucraina infuria il dibattito: li hanno presi i nostri militari? Chi dovrebbe ricevere la medaglia? La 92.ma brigata meccanizzata delle forze armate o il 24.mo nazibattaglione Ajdar? O il controspionaggio militare del SBU? Tuttavia, ecco un commento del vicecomandante del Ministero della Difesa della RPD Eduard Basurin: "C'è una ragione per la confusione a Kiev su chi esattamente abbia sequestrato i combattenti: i soldati della 92.ma brigata delle forze armate ucraine o gli aguzzini di Ajdar o SBU. Secondo informazioni dalla nostra intelligence, quel giorno nella zona c'era un gruppo sovversivo di spetsnaz georgiani". Basurin ha detto che la base degli spetsnaz georgiani opera sotto la copertura di centro di addestramento della guardia nazionale ucraina nel distretto di Severodonetsk, la cui esistenza era nota solo al SBU. Né la 92.ma brigata, né "Ajdar" lo sapevano che, avendo partecipato alla guerra, credono che quando gridano a Kiev "Gloria agli eroi!" si pensi a loro, e solo a loro. Si noti che rapporti sulla partecipazione di commando georgiani avevano già violato la segretezza militare. Fu riportato dalla stampa che Alexander Grigolashvili, morto nel Donbas il 18 dicembre 2014, operava nelle forze speciali del ministero della Difesa della Georgia. Anche prima, nella battaglia per l'aeroporto di Donetsk, fu ucciso l'ex o attuale commando georgiano Tamaz Sukhiashvili. (È interessante notare che il famoso comandante novorusso Givi è un georgiano cresciuto nel Donbas, dato che molti nell'Unione Sovietica viaggiavano liberamente stabilendosi fuori dalle loro repubbliche di origine, KR). Vi sono ulteriori prove della partecipazione nei combattimenti nel sud-est dell'Ucraina di forze speciali polacche. Così, l'8 dicembre 2014, la radio intelligence della milizia intercettava conversazioni del nemico in polacco e dopo poche ore, la notte del 9 dicembre, a 11 chilometri da Nikishino, vi fu uno scontro con un gruppo sovversivo di otto persone, tutte eliminate. Una volta esaminate fu scoperta una fascia del reggimento delle forze speciali "Jednostka Wojskowa Komandosów" delle forze armate della Polonia. Il 26 giugno 2014, vicino Saur-Mogila, fu ucciso un cecchino polacco armato con un avanzato fucile di grosso calibro statunitense. Tali armi sono utilizzate solo dagli spetsnaz. Prima, il 16 giugno 2014, sul luogo dello schianto dell'aereo da trasporto militare Il-76 ucraino abbattuto dalla milizia, furono trovati molti documenti carbonizzati in polacco. Se fossero spetsnaz o mercenari stranieri è impossibile concluderlo. Tuttavia, è possibile. Secondo l'intelligence della milizia vi sono diciannove gruppi sovversivi operanti con il nemico e formati da commandos stranieri. È ovvio che nei prossimi mesi non permetteranno che la guerra per il Donbas finisca, non importa ciò che dicono i politici.
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sabato 30 maggio 2015
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