martedì 9 giugno 2015

Ciao G7, qui chiama la Cina


by sitoaurora
M K Bhadrakumar Indian Punchline 9 giugno 2015Germany_G-7_Summit.JPEG-0becd_s878x585Il tono compiaciuto di Xinhua sull'incontro di Garmisch-Partenkirchen dice tutto. Pechino ha preso atto che i leader dei G7 riuniti in Germania hanno rifiutato di farsi raggirare dall'instancabile primo ministro del Giappone Shinzo Abe e scelto invece di uscirsene con una dichiarazione anodina sulle tensioni nel Mare della Cina del sud. Il G7 ha espresso preoccupazione per le tensioni, ma senza alcuna menzione della Cina, solo riecheggiando la minaccia churchiliana del segretario alla Difesa USA Ashton Carter che "volerà, navigherà e opererà ovunque permesso dal diritto internazionale", ecc. Certamente il G7 non vi vede un problema tale da imporre sanzioni alla Cina affinché fermi le bonifiche. Beijing può facilmente vivere con "l'impegno del G7 a mantenere un ordine basato su regole marittime e principi del diritto internazionale, in particolare sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare". Ancora, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama partecipava al vertice G7. Come ad aprile, quando Obama era al meglio della retorica nel vertice di Giamaica: “Così la nostra politica è non temere l'avanzata nel Pacifico della Cina. Ci interessiamo della Cina laddove non rispetta le norme internazionali e usa dimensioni e forza per subordinare i Paesi. E la preoccupazione riguarda le questioni marittime. Pensiamo che ciò può essere risolto diplomaticamente, ma solo perché Filippine e Vietnam non sono grandi quanto la Cina non significa che possano essere scacciati”. Ma mamma è la parola a Garmisch-Partenkirchen. Invece, Obama si scaglia sulla Russia e il suo Presidente Vladimir Putin: “Questo è il secondo anno che il G7 s'incontra senza la Russia, altro esempio del suo isolamento, ogni membro del G7 continua a mantenere le sanzioni alla Russia per l'aggressione all'Ucraina... La Russia è in profonda recessione. Così le azioni della Russia in Ucraina colpiscono la Russia e danneggiano il popolo russo. Qui al G7, siamo d'accordo che anche se continueremo a cercare una soluzione diplomatica, le sanzioni alla Russia rimarranno fin quando continua a violare i propri obblighi nell'ambito degli accordi di Minsk. I nostri partner europei hanno ribadito che manterranno le sanzioni alla Russia fin quando gli accordi di Minsk saranno completamente implementati, il che significa estendere le sanzioni mirate dell'UE oltre luglio. E il G7 chiarisce che, se necessario, imporremo ulteriori sanzioni significative alla Russia. In definitiva, sarà un problema per il signor Putin. Deve prendere una decisione: continuare a rovinare l'economia del suo Paese e l'isolamento della Russia nel perseguimento del desiderio sbagliato di ricreare le glorie dell'impero sovietico? O riconosce che la grandezza della Russia non dipende dal violare integrità territoriale e sovranità di altri Paesi?” Obama è riuscito brillantemente ad aggregare agli Stati Uniti i riluttanti alleati europei Germania, Francia e Italia nella posizione comune del G7 di condanna della Russia sull'Ucraina. Ha anche annunciato prima del vertice dell'Unione europea previsto a luglio, che deciderà semplicemente di continuare le sanzioni alla Russia. Obama ha rilevato che discussioni tecniche sono in corso su ulteriori sanzioni alla Russia. In ogni senso è un "vertice operativo" per Obama con l'obiettivo d'isolare ulteriormente la Russia dai suoi partner europei. Ciò spiega il diverso approccio del G7 verso Russia e Cina? In sintesi, il ruolo di Obama al vertice G7 fa la differenza. Ossessionato dalla strategia del contenimento contro la Russia, è ambivalente sulle recenti tensioni sulle attività di bonifica della Cina nel Mar cinese meridionale.
628x471 Avere al centro il Mar Cinese meridionale ha uno scopo per la diplomazia statunitense nel teatro asiatico; gli Stati Uniti sperano di mobilitare i Paesi della regione sotto la loro guida. Ma anche qui è un compito difficile per i diplomatici statunitensi, perché a parte le Filippine, nessun Paese ASEAN vuole scegliere tra USA e Cina. Stranamente, accade così che ciascuno degli Stati rivieraschi compia opere di bonifica nelle isole occupate nel Mar cinese meridionale. L'ASEAN è divisa tra i Paesi con pretese nel Mar cinese meridionale e quelli senza. (Vedasi l'analisi accurata del FT, Gli USA lottano per la strategia per contenere le bonifiche della Cina). Tuttavia, la linea di fondo è che le potenze europee si disinteressano del "pivot" negli Stati Uniti in Asia. Tutte le maggiori potenze europee hanno sfidato il diktat degli Stati Uniti e scelto di aderire alla Banca di investimenti infrastrutturali asiatica della Cina. Il punto è che il mercato cinese è il motore della crescita economica globale e la locomotiva che può trainare le economie europee fuori dalla recessione. In ogni caso, gli europei vedono che gli statunitensi corrono su un binario parallelo coinvolgendo intensamente la Cina a proprio vantaggio. In effetti, Obama è probabilmente cosciente che la settima importante sessione U.S.-China Strategic and Economic Dialogue che si terrà a Washington a fine mese, ha un'agenda che comprende molti problemi economici incidenti sugli sforzi per garantire una ripresa economica duratura negli Stati Uniti. Con il G7 in corso, il Generale Fan Changlong, Vicepresidente della Commissione militare centrale della Cina, sbarcava negli USA per una visita di sei giorni. Con grande spirito ha iniziato la visita con una sosta presso la portaerei USS Ronald Reagan. Fan è secondo solo al Presidente Xi Jinping nella gerarchia della Commissione militare e i suoi discorsi preparano perfettamente il terreno per la visita di Xi negli Stati Uniti a settembre, su invito di Obama. Chiaramente, la stagione del muso duro durerà fino ad autunno.
In tutto ciò si pone un grande domanda: quale sarà l'accordo tra G7 e Cina nell'ordine mondiale emergente? Certo, la Russia non sarà riammessa al G7. Il rancore reciproco persisterà nel futuro immaginabile. Così, in un certo senso, esiste un "posto vacante", ma sarebbe assurdo suggerire che il G7 contempli l'adesione della Cina per rinascere a nuovo G8. D'altra parte, il G7 è sempre più un'entità inutile che si agita vanamente nel vuoto, senza la gravitas della guerra fredda, una volta che il locus della crescita dell'economia mondiale si è spostato in Asia e l'emergente multipolarità crea nuovi centri di potere. Sicuro, il G7 deve reinventarsi ed è qui che, forse, sulla Cina mente di più. Il G7 non può trascurare l'importanza cruciale di avere la Cina al proprio fianco, mentre l'evanescente influenza nell'indirizzo nella governance economica globale va invertita. Arriva la Cina e vi parteciperà? Un affascinante commento di Xinhua sostiene in modo persuasivo che Cina e G7 possono effettivamente ritrovarsi in una casa in fiamme. Il commento dichiara che le strette relazioni della Cina con la Russia dovranno essere considerate nella giusta prospettiva, semplicemente "volte ad ottimizzare i propri interessi piuttosto che confrontarsi con quelli occidentali". Al contrario, c'è "maggiore cooperazione tra Cina e nazioni occidentali che differenze nella governance globale". La Cina e le nazioni del G7 "hanno più interessi comuni che controversie sulla governance globale". Affidarsi all'ingegnosità diplomatica della Cina anticipandone la presidenza del G20 del prossimo anno, potrebbe fornire una splendida opportunità per armonizzarsi con il G7. Dopo tutto, la futura identità del G7 quale rinata fonte della leadership globale risiede nel maggiore coordinamento con il G20, e potrebbe essere più utile con i leader cinesi che a Pechino ospiteranno il vertice del prossimo anno.
Generale Fan Changlong
Generale Fan Changlong

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