Rostislav Ishenko 
Fort Russ 23 giugno 2015

Il
 periodo tra il primo assalto a Slavjansk e Minsk I non è stato solo il 
più difficile per RPD e RPL, ma ha anche consolidato la concezioni dei 
cosiddetti "militaristi" e "operatori di pace". Li metto tra virgolette 
di proposito, perché entrambi abbastanza vaghi. Se si guardano le 
attività dei media, si vedrà che la stragrande maggioranza degli esperti
 e politici sottolinea l'inevitabilità della risoluzione della questione
 ucraina con mezzi militari. In altre parole, non vi sono differenze di 
opinione quando si tratta di valutare la situazione. Non ci sono forze 
politiche serie (l'opposizione liberale è del tutto emarginata) che 
chiedono la pace a qualsiasi prezzo. Il disaccordo reale tra 
"costruttori di pace" e "militaristi" non è se combattere. È stupido 
discutere sull'appropriatezza della guerra in corso, ma come 
combatterla. Se fosse valsa la pena utilizzare l'esercito russo nelle 
prime fasi della crisi in Ucraina per rovesciare la dittatura nazista 
non-ancora-trinceratasi. I "militaristi" dicono di sì. E sarei 
incondizionatamente d'accordo con loro se si trattasse solo del 
conflitto tra Russia e Ucraina. E' veramente innaturale vedere un regime
 nazista formasi accanto, un regime che ha già dichiarato l'obiettivo di
 distruggere il vostro Paese e la vostra nazione, e non fare nulla. Non è
 un segreto che le autorità ucraine abbiano organizzato così tante 
provocazioni nei primi mesi del 2014, che si sarebbero potuto 
legittimamente lanciare dieci guerre. Il trasferimento della Crimea alla
 giurisdizione russa richiede, come minimo, richiede la ricostruzione 
dello Stato ucraino. L'attuale Ucraina considererà sempre la Crimea come
 sua proprietà e, dal punto di vista del diritto internazionale (e non 
dei patriottardi russi), la questione non sarà mai chiusa 
definitivamente. Pertanto lo Stato ucraino va distrutto, in un modo o 
nell'altro. Posso citare una lista infinita di argomenti a favore 
dell'invasione già nel febbraio del 2014. Ma perché? La leadership 
russa, a giudicare dai risultati ottenuti negli ultimi 15 anni, è invece
 più intelligente dei blogger isterici e ha una visione migliore di ciò 
che accade di coloro che ricevono soffiate dal governo senza nemmeno 
comprendere che tali informazioni in "esclusive" sono semplicemente 
disinformazione. Se anche i patriottardi capiscono l'inevitabilità del 
coinvolgimento della Russia nel conflitto a un certo momento, è bizzarro
 supporre che il Cremlino non lo veda o lo sottovaluti. Se si guarda al 
lavoro dai media statali russi, si vedrà che hanno reindirizzato 
l'opinione pubblica negli ultimi 18 mesi secondo l'opinione più diffusa,
 da "non ci serve. Gli ucraini la capiranno da soli" ad "arriveremo a 
Parigi, se necessario". Non si guida una campagna d'informazione di 
questo tipo per puro divertimento. Non si cambia l'immagine degli Stati 
Uniti da "amico tremendo" a "nemico comico" per
 caso. Tuttavia, le forze
 che occupano posizioni minacciose alla frontiera non apparvero in 
Ucraina. Non si presentarono a dispetto del permesso del Consiglio della
 Federazione e della richiesta di Janukovch, legittima in quel momento. 
Inoltre, tali permessi non vengono rilasciati per capriccio, e tali 
richieste non sono fatte con leggerezza. Invece dell'esercito abbiamo 
avuto Minsk. E il gioco è diventato lungo. Perché dunque la Russia si 
prepara alla guerra, ma non l'inizia?
Perché ai “militaristi” dalla corta visione e con l'ossessione per 
l'Ucraina gli impedisce di capire che la guerra globale tra Russia e 
Stati Uniti non distruggerebbe Kiev e Donbas, ma il futuro dell'umanità.
 Anche il nostro. Si tratta di un conflitto globale e sistemico. Il 
vecchio e terminale mondo statunitense combatte per prolungare la 
propria agonia. Quel mondo non sopravviverà. La sua vittoria significa 
semplicemente rimandarne la morte. Ma anche morendo, quel mondo può 
infliggere danni letali al nuovo mondo che nasce sotto i nostri occhi e 
con la nostra partecipazione. Affinché il nuovo mondo, dove l'egemonia 
unilaterale degli Stati Uniti o qualcosa del genere non sarà possibile, 
la Russia deve concludere il confronto con gli Stati Uniti su posizioni 
di forza, conservando o addirittura aumentato la potenza, piuttosto che 
subire l'attrito del conflitto. Solo l'esistenza di una Russia forte e 
autorevole, che non pretende il titolo di potenza egemone assoluta, ma 
che può sconfiggere chiunque cerchi di occupare il trono vacante degli 
Stati Uniti, garantisce che le vittime che l'umanità ha subito 
nell'ultimo conflitto della vecchia era non siano vane, ricevendo un 
meraviglioso nuovo mondo e non la riedizione di quello vecchio. Solo in 
questo caso le lacrime dei figli del Donbas, ma anche di Damasco, 
Baghdad e Belgrado, non saranno state versate invano. Se guardiamo la 
situazione da questa posizione, vedremo che gli Stati Uniti preparavano 
la classica trappola per la Russia in Ucraina. Hanno deliberatamente 
portato al potere un regime non solo russofobo (Jushenko era più 
russofobo di Poroshenko), ma feroce. Non a caso hanno dato al regime 
carta bianca con il massacro di Odessa, la soppressione degli attivisti a
 Dnepropetrovsk, Kharkov, Zaporozhe, gli omicidi politici a Kiev, le 
camere di tortura di Fazione destra, e altri eccessi nazisti. Hanno 
creato una situazione in cui la leadership russa non poteva non 
intervenire. Era necessario intervenire su pressione dell'opinione 
pubblica russa. L'esercito sarebbe entrato in Ucraina, dopo di che la 
Russia avrebbe avuto Vietnam e Cecenia combinate. Prima di tutto i 
militari ucraini sono chiaramente totalmente incapaci, e la resistenza 
anemica sarebbe durata giorni o addirittura ore. Ma i volontari nazisti e
 decine di migliaia di sempliciotti avrebbero "difeso la patria" contro 
"l'aggressione russa" nel Donbas, o raccolto denaro per le esigenze 
dell'esercito, dal cibo alle uniformi e armi, o anche diffuso 
disinformazione che non sarebbe facilmente scomparsa. Alcuni di loro 
sarebbero diventati partigiani, altri sabotatori, altri ancora avrebbero
 semplicemente odiato il nuovo governo. La Russia sarebbe stata bloccata
 su un territorio in bancarotta con 40 milioni di poveri ostili o 
sleali. Avrebbe consumato le risorse russe, che non sono di gomma. In 
secondo luogo, gli Stati Uniti avrebbero consolidato l'Europa su una 
linea antirussa più velocemente e con maggiore decisione. Le forze 
politiche che attualmente occupano posizioni filo-russe sarebbero state 
semplicemente zittite dicendo che l'infido e armatissimo orso aveva 
attaccato i pacifici democratici coniglietti giallo-blu. Sarebbe stata 
la fine del discorso. L'Europa deve difendere i propri valori. E' del 
tutto possibile che avremmo visto la versione europea del maccartismo. 
Le sanzioni sarebbero state attuate immediatamente e totalmente e 
avrebbero colpito un'economia russa gravemente impreparata. L'Ucraina 
occidentale, con l'ausilio di "volontari" europei, istruttori 
statunitensi, armi della NATO e altre prelibatezze, sarebbe diventata 
l'equivalente del Donbas per la Russia, una piccola guerra di attrito 
che non può essere vinta e che può durare decenni. L'esercito sarebbe 
stato legato alla necessità di controllare l'Ucraina e di sopprimere il 
banderismo, l'economia sarebbe stata in crisi. Il popolo avrebbe chiesto
 alle autorità di spiegare "a cosa ci è servito?" e la società sarebbe 
entrata nel vortice della destabilizzazione. E i "militaristi" se ne 
sarebbero lavati le mani, criticando il Cremlino per incompetenza e, in 
solidarietà con i liberali, avrebbero detto che non avrebbero mai 
permesso una simile catastrofe. In terzo luogo, gli alleati della Russia
 in Eurasia, BRICS, Organizzazione di Shanghai, ecc, che già non 
guardano la leadership di Mosca con approvazione avrebbero sospettato un
 tentativo di "resuscitare l'URSS" o di sostituire gli USA per dettare 
la propria volontà al mondo, e avrebbero abbandonato tutti i programmi 
comuni. Alcuni avrebbero pensato che se l'esercito può essere inviato in
 Ucraina, può essere inviato anche altrove. Altri ancora, più 
intelligentemente, sarebbero giunti alla conclusione che non era saggio 
legarsi a un Paese che non prevede le conseguenze delle proprie azioni. 
Così, invece di tutto ciò abbiamo avuto Minsk. Cosa ha fatto la Russia 
per averlo?

 Prima di tutto, da Slavjansk a Minsk, i cittadini russi che diressero 
la rivolta e che, come Portos, combattevano per combattere, furono 
sostituiti da controllati abitanti locali. La leadership di RPL/RPD 
divenne presentabile. Potevano presentarsi senza sentirsi chiedere: 
“Perché la rivolta nazionale in Ucraina è guidata da cittadini russi?” 
L'anarchia incontrollabile del tutto imprevedibile fu trasformata in 
normale struttura organizzativa. I "comandanti" sul campo che 
combattevano senza supporto logistico e che ritenevano che i "civili" 
fossero un fardello, sono divenuti ufficiali degli eserciti di RPL RPD. 
Strutture amministrative civili normali furono create tra Minsk 1 e 2. 
Il banditismo e i furti sventati. Una parvenza di sistema finanziario ed
 economia delle repubbliche fu instaurata. In generale, le strutture 
hanno permesso una vita normale (anche se sotto tiro). Le repubbliche 
non sarebbero sopravvissute senza questi cambiamenti impercettibili ma 
fondamentali. Le "oche selvatiche" non sarebbero sopravvissute senza il 
sostegno popolare, e la popolazione ha rapidamente smesso di sostenere 
coloro che combattono per tornaconto personale nel territorio in cui 
vive la popolazione, e che non si preoccupano di come la popolazione 
debba sopravvivere. Inoltre, la Russia ha costretto Kiev, scalciando e 
urlando, a sedersi con gli insorti, quindi de-facto riconoscendoli come 
partito legittimo nei negoziati. Poi Merkel e Hollande apparvero nello 
stesso tavolo nella seconda fase. Mosca ottiene ciò che richiedeva 
l'accordo di associazione con l'Ucraina, il dialogo diretto con l'Europa
 sull'Ucraina. Ora, con il gruppo Karasin-Nuland, vi è anche una 
piattaforma per il dialogo diretto con gli Stati Uniti. Tutto ciò che 
Washington ha cercato di evitare per 18 mesi, è accaduto. Gli Stati 
Uniti, contro i propri desideri, hanno riconosciuto il loro 
coinvolgimento nella crisi ucraina (la versione ufficiale precedente 
parlava di lotta al regime corrotto del popolo ucraino). Ora Washington e
 Bruxelles sono responsabili dello svilupparsi della situazione politica
 e giuridica. E' impossibile pretendere che la Russia tiranneggi i 
deboli, mentre gli Stati Uniti non ne siano coinvolti. Poroshenko, che 
ha chiesto negoziati diretti con Putin, si trova ora nella stessa sala 
d'attesa con Zakharchenko e Plotnitskij, in attesa di vedere ciò che le 
vere parti in conflitto decidono. In terzo luogo, mentre la guerra 
continua e continuano i negoziati a Minsk, vi è la crescente delusione 
dei politici ucraini, che promettendo vita facile hanno portato la 
guerra invece, verso l'Europa che non li aiuta, e gli Stati Uniti che 
non li salvano. Il processo può essere lento, ma continua. Proprio come 
l'acutizzarsi delle contraddizioni nel regime. I ragni nel vaso iniziano
 a mangiarsi l'un l'altro. Ciò significa che quando l'Ucraina si sarà 
liberata del regime nazista, solo gruppi marginali della popolazione 
continueranno a rifiutare la Russia (nazisti, intellighenzia liberale e i
 burocrati che perdono il posto con lo svanire dello Stato, per esempio 
gli agenti di MVD e SBU, neo-banderisti e gli ideatori della nuova 
storia ucraina). Gli altri, delusi dalla scelta europea, non avranno 
altra alternativa che rivolgersi a Mosca; si deve vivere in qualche 
modo.
Idealmente, in caso di piena attuazione, il piano degli "operatori di 
pace" otterrebbe tutto questo senza perdite e battaglie, ma dopo. 
L'Ucraina federata con una nuova costituzione e ampie autonomie non solo
 riconoscerà la Crimea come parte della Russia (la Crimea non sarà 
menzionata come territorio ucraino nella nuova costituzione), ma a poco a
 poco s'integrerà nelle Unione Eurasiatica e Unione doganale. 
Semplicemente non avrà altro posto dove andare. Né Stati Uniti, né 
Unione europea sostengono l'Ucraina. Quel piano era fattibile? No. Alcun
 piano ideale potrà mai essere attuato completamente. Va già bene se si 
arriva a metà. Gli Stati Uniti volevano trascinare la Russia in un 
conflitto e fare dell'Ucraina un Vietnam. Pertanto Kiev non era 
assolutamente disposta a negoziare ed ha aggredito il Donbas prima 
ancora di avere il pieno controllo dell'esercito. Di conseguenza, Minsk è
 una piattaforma per le manovre di Mosca e Washington per creare un 
Vietnam e indicare l'aggressore alla comunità internazionale. Finora la 
Russia ne è uscita al meglio da tali manovre. Ma le manovre finiscono. 
C'era una situazione unica la scorsa settimana, quando l'amministrazione
 Obama ha mostrato interesse per la soluzione pacifica del conflitto. E'
 comprensibile. Deve lasciare l'Ucraina entro il 2016 senza perdere la 
faccia, altrimenti i democratici non potrebbero neanche partecipare alle
 elezioni. Il GOP li farebbe a brandelli per "indecisione". Il regime di
 Kiev, nonostante i patriottardi che urlano sulla crescente forza delle 
FAU, è sempre più debole, come accadrebbe a qualsiasi regime che istiga 
la guerra civile in un Paese in bancarotta. La vecchia Europa, anche se 
non ha il coraggio di lasciare l'ombrello statunitense, non è contenta 
delle perdite connesse alla necessità di dimostrare "solidarietà 
atlantica". L'UE vuole voltare pagina. La situazione generale in e 
intorno l'Ucraina è sempre più fuori dal controllo degli Stati Uniti. 
Obama cerca di preservare, attraverso il compromesso, la possibilità di 
giocare sul tavolo ucraino in futuro. La leadership della Russia 
potrebbe aiutarlo. Il Cremlino batte costantemente la Casa Bianca, e 
l'adesione dell'Ucraina ai programmi d'integrazione della Russia non è 
più questione di principio come un paio di anni fa. Si possono attendere
 con calma gli eventi, dopo tutto Kiev non ha nessuno a cui rivolgersi; 
l'UE non vuole ammetterlo, ma non darà soldi e l'economia è già 
distrutta. Tutto ciò che rimane è inchinarsi alla Russia. Ciò le 
consentirà di risparmiare l'Ucraina anche perché non ha bisogno di una 
zona con 40 milioni di poveri ed instabile ai suoi confini. Tanto più 
che i cittadini ucraini, indistinguibili da quelli russi, 
diffonderebbero l'instabilità in Russia. Ma sono assolutamente certo che
 lo scenario di pace, sebbene avvantaggi gli interessi a lungo termine 
russi e statunitensi, non passerà. I "falchi" di Washington sono troppo 
forti. I due partiti perseguono una campagna basata sul rafforzamento 
delle sanzioni contro la Russia. L'ammissione del fallimento in Ucraina 
(quale sarebbe l'assenso degli Stati Uniti al compromesso) porrebbe fine
 anche a molte carriere promettenti nella CIA e dipartimento di Stato. I
 politici di Kiev non possono cambiare la propaganda, rinunciare alla 
guerra e raggiungere un accordo con il Donbas. Perché allora 
diverrebbero nemici non solo degli antifascisti, ma anche dei fascisti. 
Per cosa si combatte se avranno un'eventuale accordo alle condizioni 
proposte prima della guerra? I nazisti convinti dei battaglioni di 
volontari, e la parte motivata dell'esercito per cui la guerra è una 
questione di principio, potrebbero non perdonare tale "tradimento". E' 
una cosa quando un esercito demoralizzato e sconfitto si arrende. 
Qualcos'altro quando gli ufficiali ritengono che i politici hanno 
"rubato" la vittoria. In altre parole, tutto fa pensare che, nonostante 
una certa riduzione delle tensioni con i negoziati, una grande guerra in
 Ucraina sia inevitabile e una provocazione finalizzata a scatenarla sia
 già stata elaborata dagli Stati Uniti. Anche se non possono attuare il 
loro piano di pace ideale, gli "operatori di pace" hanno ottenuto un 
risultato eccezionale considerando le condizioni di partenza per una 
campagna militare. La Russia non è diventata l'"aggressore" per la 
maggior parte del pianeta. La situazione in Ucraina è in stallo dal 
punto di vista occidentale, e non può essere risolta senza la Russia, il
 che significa che la Russia non avrà fretta. Il prestigio 
internazionale della leadership russa è cresciuto, contrariamente a 
quanto dicono i patriottardi. Anche l'Egitto ha deciso di condurre 
esercitazioni congiunte con la nostra Marina nel Mediterraneo. L'Egitto,
 che dalla metà degli anni '70 era sotto il pieno controllo degli Stati 
Uniti. Non è nemmeno un gesto, ma la campana che suona a morto per 
l'influenza di Washington in Medio Oriente.
E chi teme che, a causa dell'invasione "ritardata", la propaganda 
nazista a Kiev crei milioni di zombie che odieranno la Russia per 
generazioni, vorrei ricordare che la maggior parte di coloro che 
combattono contro i russi del Donbas, creando l'attuale Ucraina 
russofoba, crebbero e si politicizzarono con la propaganda comunista che
 operò costantemente ed efficacemente per 74 anni. Ciò che appresero era
 completamente diverso da quello che fanno oggi.
 
Nessun commento:
Posta un commento