UNA SCUOLA SOLO PER POCHI… RICCHI!
Solidarietà e sostegno al movimento dei docenti lametini e calabresi
(22 Giugno 2015)
Il collettivo CASAROSSA40 esprime la propria
solidarietà ed il proprio sostegno politico al movimento dei docenti
lametini e calabresi protagonisti di una lotta che li vede già da alcuni
giorni in sciopero della fame con un presidio al centro città e che
ieri hanno “utilizzato” il festival TRAME per far sentire ancora di più
il grido di protesta e per ampliare il fronte di lotta contro l’ennesimo
attacco del governo Renzi alla democrazia.
IL piano di riforma della cosiddetta “buona scuola” renziana rappresenta a tutti gli effetti il punto di arrivo di decenni di tentativi di trasformare la scuola pubblica italiana in un’azienda funzionale alle esigenze delle imprese e del mercato. Utilizzando come al solito il grimaldello della crisi la scuola deve essere più moderna, flessibile, meritocratica e deve stare al passo con le sfide che il sistema economico capitalistico costantemente propone. Il progetto che si vuole mettere in campo è estremamente ideologico e al contempo pragmatico: l’obiettivo è trasformare, nella sostanza e nella forma, la scuola in un’azienda gestita da un preside manager, il quale con i suoi collaboratori, detta le linee politiche della scuola, in accordo con le risorse del territorio, ovvero con gli enti politici (es. Comuni e Regioni) e soprattutto con le imprese private. Si vuole costruire la scuola della competizione: tra istituti, tra docenti e tra studenti.
La competizione è il sale della crescita economica liberista, è il motore del mercato e la scuola non deve più promuovere, anche solo formalmente, cooperazione, solidarietà, integrazione e orizzontalità. La scuola deve diventare il volano ideologico e materiale di questo subordinamento della cultura, del sapere e dei diritti alle esigenze totalizzanti del mercato e della crescita capitalistica.
Fare della scuola un luogo di competizione è il modo migliore per farla ammalare e morire, per poi spolparla e venderne in seguito i pezzi sul mercato, dove qualcuno, a poco prezzo, la comprerà e, dopo averla privatizzata del tutto, ne rivenderà i servizi allo Stato.
Da bene comune di tutti, a bene privato per alcuni. E’ un processo in linea con la finanziarizzazione dei beni comuni, dei servizi e dei diritti delle persone, che rappresenta un ulteriore fronte aperto dal capitalismo contemporaneo per espandersi e risolvere la crisi sistemica che colpisce la società.
Occorre allora un forte mobilitazione ed inclusione dal basso con la costruzione di un fronte di lotta il più possibile condiviso forte che si opponga ed impedisca il generale processo di privatizzazione e finanziarizzazione dei beni e dei diritti.
Lamezia Terme, 22.06.2015
IL piano di riforma della cosiddetta “buona scuola” renziana rappresenta a tutti gli effetti il punto di arrivo di decenni di tentativi di trasformare la scuola pubblica italiana in un’azienda funzionale alle esigenze delle imprese e del mercato. Utilizzando come al solito il grimaldello della crisi la scuola deve essere più moderna, flessibile, meritocratica e deve stare al passo con le sfide che il sistema economico capitalistico costantemente propone. Il progetto che si vuole mettere in campo è estremamente ideologico e al contempo pragmatico: l’obiettivo è trasformare, nella sostanza e nella forma, la scuola in un’azienda gestita da un preside manager, il quale con i suoi collaboratori, detta le linee politiche della scuola, in accordo con le risorse del territorio, ovvero con gli enti politici (es. Comuni e Regioni) e soprattutto con le imprese private. Si vuole costruire la scuola della competizione: tra istituti, tra docenti e tra studenti.
La competizione è il sale della crescita economica liberista, è il motore del mercato e la scuola non deve più promuovere, anche solo formalmente, cooperazione, solidarietà, integrazione e orizzontalità. La scuola deve diventare il volano ideologico e materiale di questo subordinamento della cultura, del sapere e dei diritti alle esigenze totalizzanti del mercato e della crescita capitalistica.
Fare della scuola un luogo di competizione è il modo migliore per farla ammalare e morire, per poi spolparla e venderne in seguito i pezzi sul mercato, dove qualcuno, a poco prezzo, la comprerà e, dopo averla privatizzata del tutto, ne rivenderà i servizi allo Stato.
Da bene comune di tutti, a bene privato per alcuni. E’ un processo in linea con la finanziarizzazione dei beni comuni, dei servizi e dei diritti delle persone, che rappresenta un ulteriore fronte aperto dal capitalismo contemporaneo per espandersi e risolvere la crisi sistemica che colpisce la società.
Occorre allora un forte mobilitazione ed inclusione dal basso con la costruzione di un fronte di lotta il più possibile condiviso forte che si opponga ed impedisca il generale processo di privatizzazione e finanziarizzazione dei beni e dei diritti.
Lamezia Terme, 22.06.2015
Collettivo Autogestito CASAROSSA40
Ultime notizie del dossier «La controriforma dell'istruzione pubblica»
- GIOVEDÌ 25 GIUGNO MANIFESTAZIONE UNITARIA DELLA SCUOLA (23 Giugno 2015 in www.pane-rose.it)
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GIOVEDÌ 25 GIUGNO MANIFESTAZIONE UNITARIA DELLA SCUOLA
La guerra sulla scuola al Senato alla battaglia
finale. Il Governo presenterà il 'MAXI-EMENDAMENTO', ma poi, dovendo
riaprire i termini per i sub-emendamenti – che però Renzi non vuole far
discutere, come neppure i precedenti – calendarizzano in aula. In fin
dei conti, faranno un po' di manfrina in Commissione Istruzione ma poi
il Presidente dirà che non c'è...
(23 Giugno 2015)
Stefano d'Errico (Segretario nazionale Unicobas)
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