GRECIA: MISERIA, UMILIAZIONE E SCHIAVITÙ IMPOSTE DALL’IMPERIALISMO
LA SOCIALDEMOCRAZIA NON E’ UN’ALTERNATIVA
Miseria,
umiliazione, schiavitù economica e politica: questo è ciò che il popolo
greco deve attendersi dal nuovo accordo di «salvataggio» imposto
dall'abusivo Eurogruppo dominato dalla Germania e firmato da Tsipras.
E'
un accordo-capestro, peggiore di quello bocciato dal referendum
popolare, scaturito da ricatti, minacce e asfissia finanziaria. Contiene
pesantissime misure neoliberiste e di austerità; rappresenta una
brutale punizione imposta dall’oligarchia finanziaria a un popolo che ha
avuto il coraggio di opporsi alla sua infame politica.
E’
un accordo per la stabilità dell’euro e della borghesia, che sarà
pagato con le lacrime e il sangue della classe operaia e delle masse
popolari. Non farà uscire la Grecia dalla crisi, ma l’approfondirà.
Col
nuovo «memorandum» la Troika ritorna in forze sul suolo greco, dove
controllerà direttamente i provvedimenti di qualsiasi governo sarà
formato. Proseguiranno i licenziamenti, i tagli alle pensioni, la
svendita delle ricchezze del paese al capitale finanziario. Tra i
responsabili di questa barbarie vi è anche il governo Renzi, che ha
appoggiato la politica neocolonialista dell’Eurogruppo.
La
vicenda dimostra la natura predatoria e antidemocratica
dell’irriformabile UE, la realtà disumana del capitalismo e
dell'imperialismo, così come il ruolo controrivoluzionario della
socialdemocrazia.
La conduzione della
trattativa da parte di Tsipras è stata un intreccio indissolubile di
insipienza politica, opportunismo e cedimenti.
La
sua conclusione - una resa incondizionata - è la negazione della
volontà espressa dal popolo greco. Con il mancato rispetto del NO al
referendum Tsipras ha aiutato il capitale finanziario a proseguire la
sua offensiva contro le condizioni di vita delle masse lavoratrici.
L’eclettica
Syriza si è spaccata sotto la duplice pressione dell'imperialismo,
dall'alto, e delle masse popolari, dal basso. Per far approvare la
manovra il primo ministro greco ha accettato i voti dei partiti della
corrotta destra borghese, che hanno portato la Grecia alla miseria.
In
Grecia, come altrove, la socialdemocrazia di destra e «radicale» mostra
ancora una volta la sua funzione di sostegno sociale della dittatura
della borghesia. Non è, e non potrà mai essere, l’alternativa di potere a
cui aspirano la classe operaia e le masse popolari.
La
lotta contro i piani di austerità e la dipendenza dall’imperialismo non
si ferma. Lo sciopero generale di ieri ha visto massicce adesioni dei
lavoratori pubblici, dei trasporti, gli edili, etc.
Continuiamo a esprimere solidarietà con gli operai e le masse popolari greche!
Dall'amara
lezione da questi mesi e giorni la parte più avanzata del proletariato
greco dovrà imparare a liberarsi da ogni illusione sulla
socialdemocrazia, dando sempre più la sua fiducia politica ai comunisti,
ai coerenti marxisti-leninisti, preparando e organizzando le masse a
grandi battaglie.
Solo uscendo
dall'euro, dall'Unione Europea e dalla NATO, solo ripudiando il debito
illegittimo la Grecia potrà risorgere. Ci vuole la lotta di classe
rivoluzionaria: non c'è altra via per il popolo greco, così come per
quello italiano.
16 luglio 2014
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
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