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Sviluppare la solidarietà con i 5
operai FIAT licenziati!
Circa un
mese fa, durante l’assemblea nazionale della “Coalizione sociale”, è stata
presentata e approvata per alzata di mano una mozione di solidarietà con i
cinque operai (Mimmo Mignano, Antonio Montella, Marco Cusano, Massimo
Napolitano e Roberto Fabbricatore) licenziati dalla Fiat a seguito di un’azione
di protesta sindacale. Licenziamenti confermati dal tribunale di Nola con una
sentenza ingiusta e smaccatamente filopadronale.
La
mozione, oltre a spiegare i motivi del licenziamento voluto da Marchionne per
stroncare un esempio “pericoloso” per gli altri operai, afferma giustamente che
il caso dei cinque operai Fiat licenziati è un caso politico generale, che
riguarda tutti gli operai italiani, tutti coloro che si battono per la libertà
di critica, per il lavoro, per un salario decente.
I cinque
operai Fiat licenziati precisano che il sostegno alla loro lotta è prima di
tutto una manifestazione a favore della libertà di parola e di critica e
propongono quattro punti che sosteniamo incondizionatamente (vedi mozione
allegata).
Da mesi i
5 operai licenziati e senza salario, stanno compiendo ogni sforzo per
denunciare il loro licenziamento politico che sarà utilizzato come precedente
per colpire tutti i lavoratori che lottano.
Negli
ultimi tempi si sono svolte alcune assemblee e iniziative di sostegno, come il
concerto a Piazza Dante a Napoli. Ma finora non si è ancora sviluppata una
vasta campagna di solidarietà a sostegno della loro causa.
Perché?
Si può restare indifferenti o puramente spettatori davanti all’arbitrio brutale
della FIAT e della persecuzione politica di questi operai?
Lo scarso
coinvolgimento sulla loro vicenda non si spiega soltanto con la connivenza
degli opportunisti e dei burocrati sindacali con i padroni. Sappiamo bene che
costoro fanno di tutto per isolare e ridurre al silenzio gli operai che si ribellano
ai ritmi infernali, alla cassa integrazione, alle svendite, che lottano per
instaurare il potere operaio e abolire lo sfruttamento, organizzandosi in
maniera indipendente, come nel caso del Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat.
Esiste un
motivo più profondo. Molti operai e lavoratori ritengono che la lotta economica
sia molto più importante della lotta politica e di conseguenza la pongono in
secondo piano, la trascurano o la rinviano.
In
realtà, ignorare la lotta politica per quella economica significa ignorare le
lezioni della storia del movimento operaio. In regime capitalistico nessuna
lotta economica può apportare agli operai un miglioramento definitivo delle
loro condizioni. Nemmeno è possibile organizzare le lotte per il miglioramento
delle condizioni di lavoro e di vita se gli operai non hanno il diritto di
esprimere le loro opinioni, di organizzare le loro riunioni, di associarsi e di
scioperare contro i padroni e il loro sistema.
Il
capitale monopolistico è legato con mille fili all’apparato statale, ai media, ai
sindacati collaborazionisti, etc. La classe operaia oltre al giogo dello
sfruttamento in fabbrica sopporta anche il giogo dell’oppressione poliziesca e
giudiziaria dello Stato borghese, è quotidianamente avvelenata dalla propaganda
della classe dominante. Dunque, la lotta economica non può essere disgiunta
dalla lotta politica ed entrambe non possono essere disgiunte dalla lotta
ideologica.
Ciò
significa che il licenziamento dei cinque operai Fiat licenziati deve trovare
una adeguata risposta di classe e di massa perché sono in gioco le libertà
politiche della classe operaia. Tutti gli sfruttati devono innalzare questa
bandiera di lotta!
Invitiamo
perciò gli operai, i lavoratori, le loro organizzazioni sindacali, politiche e
sociali, a fare propria la mozione presentata dai cinque operai licenziati, ad
esprimere la più ampia solidarietà e ad appoggiare la loro causa.
Visitate
la pagina facebook del Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat (https://it-it.facebook.com/ pages/Comitato-di-Lotta- Cassintegrati-e-Licenziati- Fiat/446528602130228)
e sostenete la resistenza operaia! Diamo vita a una battaglia su ampia scala
contro i licenziamenti politici, per la libertà di critica e di organizzazione
in fabbrica e fuori!
10 luglio 2015
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato
d’Italia
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