Alessandro Lattanzio, 3/8/2015
E' probabile che i greci abbiano chiesto qualcosa ai russi, ma i cinesi hanno detto di no.
 Kammenos non ha mai parlato di Iran, ma di terrorismo nei balcani. 
L'accordo con Israele rientra nel quadro della spartizione delle risorse
 petrolifere del mediterraneo, chiunque avrebbe agito nello stesso modo,
 sopratutto Atene, e dopo che i ministri degli esteri israeliano Dore 
Gold e il suo omologo turco Feridun Sinirlioglu si erano incontrati in 
segreto a Roma. L'accordo israelo-greco è di carattere legislativo, non 
militare. Varoufakis ha clonato conti correnti e ha creato una cellula 
segreta che si è dedicata all'hackeraggio (il tutto in combutta con 
hedge fund-Soros e forse la NSA statunitense). Inevitabile che finisse 
indagato. 
Il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias e il premier israeliano Biniyamin Netanyahu
 
Il
 19 luglio Grecia ed Israele firmavano un accordo sullo "status delle 
forze militari" che "offre difesa legale ai rispettivi militari mentre 
si addestrano nel Paese controparte dell'accordo". "Apprezziamo molto la vostra visita in un periodo difficile per la Grecia",
 dichiarava il ministro della Difesa israeliano Moshe Yalon, ex-capo di 
Stato maggiore delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) all'omologo greco 
Panos Kammenos, "Questo sottolinea l'importanza delle relazioni tra i nostri Paesi".
 Kammenos ha difeso l'accordo per motivi di "antiterrorismo", insistendo
 che "il popolo greco è molto vicino al popolo d'Israele", aggiungendo 
che il terrorismo è presente al di fuori del Medio Oriente, in 
particolare nei Balcani, rappresentando una minaccia la Grecia. Yalon 
aveva risposto che "Il terrorismo è terrorismo. Oggi è diretto contro qualcun altro, e domani
 raggiunge te".
 Durante l'incontro, i due ministri hanno discusso anche di questioni 
attinenti la sicurezza marittima e delle risorse energetiche nella ZEE 
di Grecia, Cipro e Israele; cooperazione nell'industria della difesa e 
distribuzione di energia. Il Capo di Stato Maggiore greco Viceammiraglio
 Evangelos Apostolakis firmava un accordo con l'omologo israeliano sulla
 cooperazione idrografica tra i due Paesi. Già nel 1994 Israele e Grecia
 firmarono un accordo di cooperazione nella difesa. In precedenza, il 6 
luglio, il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias incontrava il 
ministro israeliano delle infrastrutture nazionali, dell'energia e 
dell'acqua Yuval Steinitz sul futuro della cooperazione energetica. 
Kotzias aveva discusso con Steinitz la possibilità di creare un 
corridoio energetico israelo-greco-cipriota e la posa di un gasdotto tra
 i tre Paesi, aprendo una via al mercato europeo ad Israele. A novembre,
 l'ex-ministro dell'energia Silvan Shalom espresse sostegno al gasdotto 
da Israele per Cipro e Grecia, e nell'incontro con Kotzias, Shalom aveva
 ribadito l'idea di costruire il gasdotto in parte con i finanziamenti 
dell'Unione Europea. "
Il gasdotto diverrebbe un'ulteriore fonte di gas per l'Europa, affidabile e disponibile",
 aveva detto Shalom. Il piano infrastrutturale tra Israele, Cipro e 
Grecia comporterebbe anche la costruzione di un elettrodotto sottomarino
 di 270 km da Israele a Cipro e un altro di 600 km da Cipro alla Grecia,
 permettendo un flusso bidirezionale per 2000 megawatt. A Kotzias 
Steinitz aveva detto che Israele segue accuratamente gli sviluppi in 
Grecia e che Israele esprime la speranza che la Grecia esca dalla crisi 
rapidamente. Ringraziando Steinitz per i suoi commenti, Kotzias rispose 
che Israele è uno dei più stretti amici della Grecia nel mondo e 
"certamente nella regione".

Nel
 frattempo, nei prossimi 18 mesi la Grecia dovrà ricevere 2 nuovi 
sottomarini di costruzione tedesca e due pattugliatori d'attacco 
fabbricati in Gran Bretagna. Nonostante ciò, le forze armate elleniche, 
che contano 109000 militari (e altrettanti stipendi) si sono viste 
ridurre le spese per la difesa del 54% (4 miliardi di euro) l'anno 
scorso. Il governo greco aveva offerto di ridurre le spese militari di 
200 milioni, ma la troika, smentendo ciò che si dice sugli interessi 
tedeschi e francesi, rispose chiedendo una riduzione di 400 milioni di 
euro. La proposta del Primo ministro Alexis Tsipras di ridurre di 200 
milioni la spesa militare, suscitava a sua volta le minacce del Ministro
 della Difesa Panos Kammenos, del partito ANEL, di lasciare il governo. 
Il governo Tsipras dichiarava quindi che non ci sarebbero stati più 
tagli alla Difesa. Comunque, il bilancio della Difesa è ancora pari al 
2,5% del PIL della Grecia. La Grecia è uno dei pochi membri della NATO, 
assieme a Stati Uniti, Regno Unito, Estonia, Turchia e Polonia, a 
seguire la raccomandazione dell'alleanza per una spesa militare 
superiore al 2% PIL. Un'ennesima smentita degli isterismi sull'imminente
 guerra, e addirittura invasione, della NATO contro Russia, Serbia o 
quant'altro. Ad aprile il governo greco firmava un accordo da 500 
milioni di dollari con gli Stati Uniti per l'aggiornamento di 5 
pattugliatori, il che spiegherebbe l'atteggiamento morbido del FMI, 
feudo di Washington, nei confronti della crisi greca. "
Nient'altro può essere tagliato senza impatto sulle forze armate", ha detto l'ex-Maggior-Generale Ioannis Parisis, presidente dell'Accademia per le analisi strategiche di Atene. "
Se torniamo alla dracma, sarà un colpo mortale alle forze armate perché importiamo quasi tutto",
 compreso il carburante. La Grecia ha più truppe della Polonia, Paese 
con una popolazione tre volte più grande, e questo per difendersi 
dall''alleata' Turchia, altro Paese membro della NATO, anche se Ankara 
s'era offerta di aiutare Atene. La Grecia aumentò le spese militari 
quando la Turchia invase Cipro nel 1974, e le ultime follie furono 
l'acquisto di 170 carri armati tedeschi Leopard 2 per 1,7 miliardi di 
euro nel 2003. La Grecia ha anche acquistato da Germania, Francia, Gran 
Bretagna, USA e Ucraina 400 tra aerei ed elicotteri, 9 sottomarini e 
circa 30 navi da guerra. Ma oggi i tagli al bilancio hanno messo a terra
 diversi aerei e immobilizzato i carri armati. Il governo Tsipras finora
 s'è anche rifiutato di ridurre il personale militare, improponibile per
 un Paese con un tasso di disoccupazione del 26%. Inoltre il ministro 
della Difesa Kammenos ha un ampio seguito tra i militari, e la 
prospettiva di migliaia di soldati disoccupati non aggrada il partner 
della coalizione di Syriza, anche perché, "
La gente vede le spese per la Difesa come necessarie data la lunga ostilità turca sul Mar Egeo", spiega il giornalista greco Matthaios Tsimitakis. "
La
 stragrande maggioranza dei greci sarebbe molto felice di tagliare le 
spese militari, a condizione che l'UE garantisca i confini della Grecia".

Infatti,
 gli aerei da guerra turchi hanno notevolmente aumentato le incursioni 
nello spazio aereo greco. Il 15 luglio, 6 caccia turchi violarono lo 
spazio aereo greco 20 volte, dopo l'incursione di elicotteri militari 
turchi la settimana precedente. Dopo diversi anni, le incursioni aeree 
turche sui territori della Grecia sono balzati in alto. "
La ragione principale sono i conflitti di sovranità sul Mar Egeo", dichiarava Mustafa Kutlay, professore presso l'Università di Economia e Tecnologia di Ankara. "
I turchi cercano d'imporre la loro sovranità sulle isole contese e trascinare la Grecia al tavolo dei negoziati", dichiarava Thanos Dokos, direttore generale della Fondazione ellenica per la politica estera ed europea, "
Ciò che preoccupa sono i voli a bassa quota, spesso degli elicotteri, su queste isole".
 Molti degli incidenti avvengono sulle acque a quattro miglia dalle 
coste turche e su un arcipelago di sedici isole che Atene considera suo 
territorio; rivendicazioni contestate da Ankara. Le incursioni turche di
 giugno e luglio si sono avute su questi isolotti, tra cui Farmakonisi, 
Kounelonisi, e Agathonisi. Nel 2014 i velivoli militari turchi avevano 
violato lo spazio aereo greco per 2244 volte, e 361 volte fino al maggio
 2015. "
Il riavvicinamento politico tra i due Paesi, nei primi anni 
2000, e la crisi economica greca contribuirono a diminuire i duelli 
aerei", osservava Kutlay, direttore del Centro Studi europei USAK, think-tank turco, "
Ma
 il mutevole ambiente della sicurezza regionale sembra colpire un nervo 
scoperto e Turchia e Grecia sono ora più sensibili nei rispettivi 
confronti sull'Egeo". Lo stato di prostrazione della Grecia non 
pone alcuna minaccia alla Turchia, e lo Stato Maggiore turco non ha 
alcuna ragione per far incrementare le attività aree. "
Nel caso di incursioni aeree, si deve reagire", afferma Dokos. "
E'
 molto difficile ritirarsi unilateralmente da una situazione di 
aggressione militare. E' una situazione tragica, perché i soldi che 
spendiamo per i duelli aerei con la Turchia l'avremmo potuto spendere 
per altre priorità della Difesa". Nel 1987 e nel 1996 i due Paesi 
furono sull'orlo della guerra. Nel 2006 in un duello aereo 2 caccia 
F-16, uno turco e l'altro greco, entrarono in collisione, uccidendo il 
pilota greco. Poco dopo l'insediamento a gennaio, il ministro della 
Difesa Kammenos si recò sulle isole contestate, mentre il ministro della
 Difesa turco Ismet Yilmaz affermò in Parlamento che appartengono di 
fatto alla Turchia. A maggio, Kammenos propose la costruzione di una 
base NATO in una delle isole contestate in modo che l'alleanza "
avesse una visione completa del comportamento della Turchia nella regione".
 Ulteriore spiegazione del 'pivot israeliano' di Atene. La Turchia porta
 avanti un ambizioso programma di modernizzazione dell'aeronautica, già 
dotata di oltre 100 jet da combattimento F-16. A gennaio, il governo 
turco approvava l'acquisto di 4 aviogetti da caccia F-35 e 5 elicotteri 
Chinook,
 ed ha in programma di acquistare 100 F-35, mentre a primavera il 
governo turco approvava anche un programma per lo sviluppo di aerei da 
combattimento e di un jet regionale per uso civile e militare.

 L'ex-ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis viene indagato per 
aver piratato i conti dei contribuenti greci, in vista dell'uscita della
 Grecia dall'euro, nell'ambito di una squadra segreta tra cui figurava 
l'economista statunitense James Galbraith, il quale precisava presso i 
media che “
oltre a una conversazione telefonica 
inconcludente con il deputato Costas Lapavitsas, non c'era alcun 
coordinamento con Siryza e le idee del nostro gruppo di lavoro avevano 
ben poco in comune con le loro”. Varoufakis, che affronta 
anche l'accusa di alto tradimento, confermava i preparativi segreti per 
hackerare in codici fiscali dei cittadini greci per creare un sistema di
 pagamento parallelo. In una conferenza a Londra, presso il think tank 
OMFIF, del 16 luglio, Varoufakis aveva delineato il suo piano segreto e 
accusava il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble di "
propendere per la Grexit", far uscire Atene dall'eurozona e ricattare la Francia; "
Avevamo
 intenzione di creare, di nascosto, conti di riserva collegati ad ogni 
codice fiscale, senza dirlo a nessuno affinché questo sistema operasse 
in segreto, naturalmente poteva essere denominato in euro, ma poteva 
essere subito convertito in nuova dracma. Il primo ministro, prima della
 nomina e delle elezioni di gennaio, mi diede via libero per sviluppare 
un piano B. Riunì una squadra molto competente, limitata dovendo 
mantenere questo piano segreto per ovvie ragioni. Ci lavoravamo da 
dicembre-inizio gennaio. Il nostro piano si sviluppava su molti fronti, 
io ne indico uno. Prendiamo il caso dei primi momenti in cui le banche 
vengono chiuse. I bancomat non funzionano più ed è necessario 
implementare un sistema di pagamento parallelo per sostenere l'economia 
per qualche tempo e dare l'impressione al pubblico che lo Stato ha il 
controllo, che c'è un piano. Lo programmammo. Ciò avrebbe creato un 
sistema bancario ombra durante la chiusura delle banche per l'azione 
aggressiva della BCE, per soffocarci. Era molto tardi e penso che 
avrebbe fatto la differenza, perché potevamo subito estenderlo, 
utilizzando le applicazioni degli smartphone, divenendo un sistema 
parallelo, ovviamente, basato sull'euro ma che poteva essere convertito 
in dracme subito. La direzione generale delle finanze pubbliche era 
completamente controllata dalla troika. Non dal mio ministero, da me, 
ministro, ma da Bruxelles. L'Amministratore Delegato viene nominato su 
supervisione della troika. Immaginate, è come se le finanze del Regno 
Unito siano controllate da Bruxelles. Sono sicuro che che fa rizzate i 
capelli a sentirlo". Varoufakis quindi chiamò un "amico 
d'infanzia", professore d'informatica presso la Columbia University, e 
lo nominò Direttore Generale dei Sistemi Informativi. “
Dopo una 
settimana, mi disse: 'Sai una cosa? Controllo macchine ed attrezzature, 
ma non controllo il software. Appartiene alla Troika. Cosa faccio?'. 
Decidemmo di usare un programma dal computer del mio ufficio per copiare
 i codici dal sito web delle imposte (Taxisnet), per progettare e 
sviluppare il sistema parallelo di pagamento. Eravamo pronti ad ottenere
 il via libera dal Primo Ministro, quando le banche avrebbero chiuso, 
entrando nella direzione generale delle finanze pubbliche, controllata 
da Bruxelles, e collegare il portatile per attivare il sistema". Cosa tentava di attuare di attuare Varoufakis? Un golpe degli hedge funds? Per conto di Soros 
come sospetta da tempo Wayne Madsen.
Il Segretario generale del Partito comunista sudafricano e ministro 
della Funzione pubblica Jeremy Cronin ha affermato, riguardo alla 
relazione tra Grecia e BRICS, “
Prima del referendum greco si è detto
 che la banca BRICS avrebbe fornito i finanziamenti. Per quanto ne so, 
la questione non fu mai formalmente sollevata. C'è certamente simpatia 
per la Grecia.... Tuttavia, non va esagerata la portata di una sola 
istituzione di recentissima creazione. … La realtà attuale dell'UE 
riflette la realtà globale, con un centro economico (Germania in 
particolare), economie semi-periferiche (Grecia, Irlanda) e periferiche 
(gran parte dell'Europa orientale). Ciò evidenzia la necessità di una 
solidarietà anticapitalista globale e della difesa della sovranità 
nazionale e democratica. La complicità dei socialdemocratici tedeschi (e
 di altre formazioni europee di centro-sinistra), nel sostenere il piano
 di austerità greco è molto istruttiva, come lo è la responsabilità 
storica del PASOK su gran parte della crisi attuale. … Guardando la 
situazione greca dalla prospettiva meridionale, chiaramente un piano B 
era e rimane l'unica via d'uscita, anche se tali scelte possono essere 
difficili. La nostra lettura è che le misure di austerità imposte alla 
Grecia sono dettate più da ragioni politiche che da imperativi 
economici. Qualsiasi tentativo di tracciare un percorso nazionale 
relativamente sovrano su mandato democratico viene punito, avvertendo 
Spagna, Italia, Portogallo ed Irlanda e ovunque agiscano partiti 
anticapitalisti. Ho il sospetto che questo sia il motivo per cui il FMI 
ha preso una posizione più economica e meno politica, avendo chiaro che 
l'attuale assetto non è sostenibile”.
ll ministro della Difesa israeliano Moshe Yalon con l'omologo greco Panos Kammenos
 
La Turchia in soccorso della Grecia...
Philippe Grasset, 
Dedefensa, 1° luglio 2015
 

Dal
 momento che la Grecia ha le sue difficoltà in Europa, sinonimo di pace e
 prosperità almeno dal 2010-2011, un problema aleggia sullo sfondo, 
l'atteggiamento della Turchia. Entrambi i Paesi hanno sperimentato 
decenni di acuto confronto e ancora hanno controversie, in particolare 
sulle prerogative nelle rispettive aree sul Mar Egeo, sulla questione di
 Cipro, ecc. Anche se alleati nella NATO il "conflitto" tra Grecia e 
Turchia è un classico dal 1945, alcuni esperti e diplomatici greci hanno
 talvolta sollevato la possibilità che l'indebolimento della Grecia 
avvantaggi la Turchia che prende l'iniziativa su ogni lite, e vi sono 
anche casi in cui si registrano incidenti aerei, con alcune incursioni 
aeree turche sulle acque territoriali greche soggette alle pretese 
turche. Altre critiche furono rivolte da certi circoli greci alla 
Turchia secondo cui riceve un numero considerevole di rifugiati siriani 
per facilitarne il passaggio in Grecia, già sovraccarica di rifugiati e 
nello stato catastrofico che sappiamo. È quindi tanto più notevole che 
la Turchia segnali per la prima volta dalla crisi greca, in modo 
notevole, ufficiale e volontario con un discorso del primo ministro 
Ahmed Davutoglu sulla situazione greca, con solidarietà completamente 
positiva, una proposta di aiuto alla Grecia. AFP (La Croix del 
30 giugno 2015) ha trascritto la proposta di Davutoglu: "
Il
 Primo ministro islamico-conservatore della Turchia Ahmet Davutoglu ha 
offerto aiuto alla Grecia, al limite dell'inadempienza, affermando di 
esser pronto a considerare "qualsiasi proposta di cooperazione" con il vicino. "
Vogliamo
 che la Grecia sia forte, (...) siamo pronti ad aiutarla a superare la 
crisi economica con la cooperazione su turismo, energia, commercio", ha 
detto Davutoglu durante il discorso ai membri del partito. “Contatteremo
 la Grecia per organizzare un incontro di cooperazione ad alto livello 
nel più breve tempo possibile, prendendo in considerazione un'azione 
comune sulla crisi finanziaria che l'ha colpita”, ha aggiunto". 
Sputnik
 riporta l'intervento di Davutoglu, anche intervistando altri politici, 
turchi e greci, le cui reazioni erano tutte estremamente favorevoli. 
(Sputnik, 
30 giugno 2015).
"
... Alla domanda di Sputnik (sull'"aiuto umanitario" di 1,9 
miliardi di dollari, il deputato del Partito Democratico del Popolo, 
Ertugrul) Kurkçu ha detto: "Sarebbe il miglior aiuto possibile al vicino
 attualmente in una situazione economica difficile. Ciò svilupperà 
amicizia e riconoscimento del popolo greco e ci permetterà di stabilire 
la pace nella regione del Mar Egeo". Secondo il deputato, la Turchia ha 
risorse sufficienti per aiutare la Grecia, in particolare nel 2013 
Ankara contribuì con 1,9 miliardi dollari di dollari di aiuti umanitari 
alle organizzazioni internazionali. "Potremmo dare questo aiuto alla 
Grecia come debito senza interessi", aveva detto. Secondo Kurkçu, il 
versamento di 1,6 miliardi di euro, la parte del debito che Atene deve 
pagare ora, potrebbe essere un efficace passo diplomatico permettendo 
alla Grecia di evitare il default e di organizzare il referendum. 
"Abbiamo fatto questa proposta perché siamo solidali con il governo di 
Syriza e i nostri obiettivi politici sono gli stessi", ha detto Kürkçü. 
"La deputata di Syriza Sia Anagnostopoulou ha accolto con favore la 
proposta della Turchia. "La solidarietà dei Paesi vicini è molto 
importante. Insieme possiamo diventare più forti e ricchi. In questo 
contesto, la proposta del signor Kurkçu è molto importante per noi", 
aveva detto". Presumibilmente, se Davutoglu l'ha detto è indubbio 
che avesse l'appoggio completo di Erdogan (Davutoglu non avrebbe preso 
una posizione su un tema così delicato senza l'approvazione del 
presidente, inoltre i due uomini sono molto vicini). La posizione della 
Turchia, generalmente ostile alla Grecia, in favore di una solidarietà 
attiva con essa sembrerebbe sorprendente, veramente sorprendente anche 
nella fantasiosa politica a tutto campo di Erdogan, a volte greve e a 
volte migliore. (L'aspetto stravagante di Erdogan sembra riservato 
principalmente a tutto ciò che sia ad est/sud-est, cioè in Medio Oriente
 in generale. A nord/nord-est, e in particolare con la Russia, Erdogan 
sembra generalmente meno stravagante seguendo linee più solide: la 
Grecia ne è l'azimut). Pertanto la Turchia di Erdogan ha adottato verso 
la Grecia una politica di solidarietà attiva, mentre le è stata a lungo 
ostile potendo semplicemente rimanere indifferente; ciò non dovrebbe 
sorprendere più di altre giravolte di Erdogan. Ma questa svolta ha 
finemente operato e ben negoziato, e sarebbe senza dubbio estremamente 
interessante; insomma, merita attenzione oltre la semplice osservazione 
della singola iniziativa "umanitaria" bramata dalle direzioni politiche 
del blocco BAO. (Ma dal loro punto, finora, volto agli aiuti "umanitari"
 alla Grecia...)
La differenza di linguaggio dei turchi verso la Grecia da un lato, e 
quello delle "istituzioni" del sistema e altre europee verso la Grecia, 
dall'altro lato, è impressionante. I primi parlano di politica, 
solidarietà regionale, solidarietà umana, necessità di stabilità comune,
 condivisione di responsabilità politica e umana; i secondi parlano di 
leggi economiche (a loro vantaggio), labirinto finanziario, settarismo 
capitalistico, ultimatum contabili, distruzione di economie, creazione 
del debito per distruggere le nazioni a vantaggio delle banche, ecc. Da 
un lato linguaggio umano e politico, dall'altro quello contabile 
spietato senza il minimo interesse per il fattore umano. Inoltre, nelle 
dichiarazioni citate sembra che tutto avvenga come se la Grecia affronti
 un avversario comune anche alla Turchia, e che non sia altro che 
l'inganno monetario che ottusamente schiaccia i popoli con la 
macchina-sistema, la finanza che spazza via le strutture umane a 
vantaggio degli azionisti e del sistema di omologazione... La 
solidarietà c'è anche a questo livello, tra comunità, popoli, comunità 
umane che naturalmente diventano antisistema perché inconsciamente 
sentono che l'attacco del sistema a uno di loro riguarda tutti, perché 
il sistema non fa assolutamente mai eccezioni, strutturate o perenni. 
Naturalmente, si potrebbero evocare le manovre turche, i vantaggi che la
 Turchia potrebbe affermare verso la Grecia in cambio dell'aiuto che 
avrebbe intenzione di offrire, cosa né impossibile né cattiva, ma 
preferiamo considerare la situazione presentatasi in tutta la sua 
crudezza ed imponenza, perché infinitamente più interessante. (E anche 
se l'aiuto della Turchia alla Grecia è minimo rispetto alle capacità 
turche: in questo caso, il gesto ha un potere politico sproporzionato 
all'importo previsto, ed è la politica che c'interessa più della grande 
contabilità finanziaria). Si potrebbe anche aggiungere che se una 
manovra c'è, potrebbe essere la Turchia che dice alla Grecia dietro le 
quinte, "
l'UE non ci vuole ma vedete come l'Unione europea considera
 coloro che ne fanno parte e come noi trattiamo uno dei membri dell'UE".
 Infine si aggiunga la dimensione regionale. Questa mano tesa turca alla
 Grecia dovrebbe incoraggiarla ad avvicinarsi alla Turchia, come a 
continuare, e questa volta i catastrofici attacchi europei sono presenti
 e identificati come tali, l'apertura alla Russia in modo più serio di 
quanto mai fatto finora. Si noterà immediatamente che ci si ritrova in 
piena coerenza, perché da una parte c'è la vicinanza tra Russia e 
Turchia (nonostante un momentaneo raffreddamento che appare passeggero 
della Turchia verso la Russia avendo Putin partecipato alle cerimonie 
del centenario del genocidio armeno), e dall'altra parte in particolare 
il gasdotto South Stream, bruscamente abbandonato in barba all'UE dalla 
Russia nel dicembre scorso, e sostituito dal gasdotto Turkish Stream 
proposto dalla Russia alla Turchia, che rientra in Europa propria dalla 
Grecia.
Fonti: 
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