Quali lezioni da trarre dalle esplosioni in Texas e Giappone?by sitoaurora |
Avic - Reseau International, 24 agosto 2015
Per
ora, queste sono solo ipotesi, ma ammettono che la serie di esplosioni
non è dovuta al caso. Coincidenze da un po' di tempo, ma si arriva al
punto in cui si dice: il troppo è troppo, soprattutto per le ultime
quattro esplosioni che danno l'impressione del ping pong, suggerendo una
finale tra cinesi e statunitensi, dati i quattro siti.
• 12 agosto: doppia esplosione in un impianto chimico a Tianjin, Cina: Stati Uniti 1 - Cina 0
• 15 agosto, tre giorni dopo un'esplosione in un impianto chimico in Texas: Stati Uniti 1 - Cina 1
• 22 agosto, esplosione in un impianto chimico nel Shandong: Stati Uniti 2 - Cina 1
• 23 agosto, il giorno dopo diverse forti esplosioni nella base statunitense nella prefettura di Kanagawa, Giappone: Stati Uniti 2 - Cina 2
Chiuso il gioco, la prima osservazione è la velocità della risposta cinese s'è accelerata; da tre giorni si è arrivati a uno. Una così pronta risposta significa che non ci sono stati lunghi preparativi per tali operazioni. Ciò richiede l'attuazione delle risposte sul posto, o più probabilmente l'uso di nuove tecnologie, a distanza, come una testata che non verrebbe rilevata da alcun sistema ultra-sofisticato statunitense. Potrebbe anche essere che l'attacco sia stato condotto da satelliti. Questo ovviamente non ce lo diranno i signori del Pentagono, ma hanno ricevuto il messaggio. Ciò porta a una seconda osservazione. Finora ci siamo abituati a vedere gli Stati Uniti fare quello che volevano in qualsiasi parte del mondo. A quanto pare anche i cinesi possono, anche presso gli stessi statunitensi, potenza militare mondiale, se tale termine ha ancora senso. Buone notizie per gli USA, non sono più su un continente isolato. Finora gli Stati Uniti sono stati un attore importante nel mondo, ma solo recitante. Ora saranno una spalla, e cambierà tutto. La terza osservazione è che abbiamo appena assistito, con le ultime esplosioni in Giappone, a un'escalation e sorta d'inasprimento. Non solo gli impianti chimici vengono colpiti, ma anche le basi militari. Finché sono i civili ad essere scossi o dei beni ad essere distrutti, è ancora possibile chiudere un occhio e nascondersi sotto delle eufemisticamente “ostilità” sempre reversibili e diplomaticamente regolabili. Ma quando l'esercito comincia ad essere colpito, non c'è più lo scambio di convenevoli, si avanza verso la guerra. Ultima osservazione, infine Cina (e Russia) chiaramente non cerca la guerra, al contrario. Le risposte di questi due Paesi sono sempre misurate e strettamente corrispondenti agli attacchi subiti. Ogni risposta ha lo scopo di scoraggiare e avvertire coloro che si credono invulnerabili perché hanno mezzi che credono inarrestabili. Dimostrare al nemico l'obsolescenza dei suoi mezzi è proprio il modo migliore per attenuarne la bellicosità. Sembra che ciò fu svolto fa Russia e Cina nell'agosto-settembre 2013, quando il primo Tomahawks statunitense per la Siria precipitò nel Mediterraneo orientale. Questi messaggi che russi e cinesi inviano agli Stati Uniti sono riassunti così: "quando la smetterete?"
• 12 agosto: doppia esplosione in un impianto chimico a Tianjin, Cina: Stati Uniti 1 - Cina 0
• 15 agosto, tre giorni dopo un'esplosione in un impianto chimico in Texas: Stati Uniti 1 - Cina 1
• 22 agosto, esplosione in un impianto chimico nel Shandong: Stati Uniti 2 - Cina 1
• 23 agosto, il giorno dopo diverse forti esplosioni nella base statunitense nella prefettura di Kanagawa, Giappone: Stati Uniti 2 - Cina 2
Chiuso il gioco, la prima osservazione è la velocità della risposta cinese s'è accelerata; da tre giorni si è arrivati a uno. Una così pronta risposta significa che non ci sono stati lunghi preparativi per tali operazioni. Ciò richiede l'attuazione delle risposte sul posto, o più probabilmente l'uso di nuove tecnologie, a distanza, come una testata che non verrebbe rilevata da alcun sistema ultra-sofisticato statunitense. Potrebbe anche essere che l'attacco sia stato condotto da satelliti. Questo ovviamente non ce lo diranno i signori del Pentagono, ma hanno ricevuto il messaggio. Ciò porta a una seconda osservazione. Finora ci siamo abituati a vedere gli Stati Uniti fare quello che volevano in qualsiasi parte del mondo. A quanto pare anche i cinesi possono, anche presso gli stessi statunitensi, potenza militare mondiale, se tale termine ha ancora senso. Buone notizie per gli USA, non sono più su un continente isolato. Finora gli Stati Uniti sono stati un attore importante nel mondo, ma solo recitante. Ora saranno una spalla, e cambierà tutto. La terza osservazione è che abbiamo appena assistito, con le ultime esplosioni in Giappone, a un'escalation e sorta d'inasprimento. Non solo gli impianti chimici vengono colpiti, ma anche le basi militari. Finché sono i civili ad essere scossi o dei beni ad essere distrutti, è ancora possibile chiudere un occhio e nascondersi sotto delle eufemisticamente “ostilità” sempre reversibili e diplomaticamente regolabili. Ma quando l'esercito comincia ad essere colpito, non c'è più lo scambio di convenevoli, si avanza verso la guerra. Ultima osservazione, infine Cina (e Russia) chiaramente non cerca la guerra, al contrario. Le risposte di questi due Paesi sono sempre misurate e strettamente corrispondenti agli attacchi subiti. Ogni risposta ha lo scopo di scoraggiare e avvertire coloro che si credono invulnerabili perché hanno mezzi che credono inarrestabili. Dimostrare al nemico l'obsolescenza dei suoi mezzi è proprio il modo migliore per attenuarne la bellicosità. Sembra che ciò fu svolto fa Russia e Cina nell'agosto-settembre 2013, quando il primo Tomahawks statunitense per la Siria precipitò nel Mediterraneo orientale. Questi messaggi che russi e cinesi inviano agli Stati Uniti sono riassunti così: "quando la smetterete?"
La Cina mostrerà armamenti mai visti nella Parata per la fine della Seconda Guerra Mondiale
Sputnik 23/08/2015
Sputnik 23/08/2015
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