Alessandro Lattanzio, 20/9/2015
Cacciabombardieri russi Su-30 nell'aeroporto Basil al-Assad di Lataqia, in Siria.
La
Federazione russa ha aumentato il supporto tecnico-militare alle Forze
Armate siriane fornendo non solo armi e personale militare, ma anche
intelligence, permettendo alla Syrian Arab Air Force (SAAF)
d'individuare posizioni dei terroristi in Siria. Nell'agosto 2015,
l'accordo militare russo-siriano veniva concluso dopo che il Viceprimo
Ministro siriano Walid Mualam visitava Mosca, consentendo ai militari
russi di aumentare la presenza sul terreno in Siria. Il comando russo
inviava numerosi consiglieri a Tartus, e forniva immagini satellitari
sulle posizioni dei terroristi nel Paese, permettendo alla Syrian Arab
Air Force di seguire i convogli e i movimenti dei terroristi senza usare
i droni, e così di effettuare micidiali attacchi aerei sui terroristi,
soprattutto nel Governatorato di Homs, nel Governatorato di Idlib e
su Raqqa, 'capitale' del SIIL.
Nel discorso dell'Associazione dell'USAir Force (AFA), il
Tenente-Generale John Hesterman, Vicecapo di Stato Maggiore dell'USAF e
comandante della forza aerea del CENTCOM (Comando Centrale) nel
2013-2015, affermava,
"L'introduzione di forze ed attrezzature
militari russe nella guerra civile
siriana renderà il conflitto "molto
più complicato", ...qualsiasi comandante operativo sarebbe preoccupato
da un'"errata interpretazione" in un ambiente in cui gli aerei della
coalizione già compiono sortite contro il SIIL in Siria. … Queste forze
rafforzano il regime del presidente siriano Bashar al-Assad e fanno in
modo che Stati Uniti e nemici interni "non si avvicinino troppo"."
Hesterman aggiungeva che chiunque presti molta attenzione alla Siria
comprenderà che la guerra si concluderà solo con un accordo negoziato, e
l'ingresso della Russia dà a Mosca un posto "
quando inizieranno le trattative".
Difatti, gli Stati Uniti erano pronti quest'autunno a una nuova grande
offensiva dell'"opposizione" islamista su Damasco, sostenuta dai vari
gruppi terroristici. Gli Stati Uniti avevano costituito la coalizione
atlantista-wahhabita, con Paesi europei e del Golfo Persico,
ufficialmente per combattere lo Stato islamico, in realtà per sostenere
l'ultimo attacco alla Siria. Ma l'Unione europea, alle prese con la
crisi generata dal contro-embargo della Russia, appariva recalcitrante.
Quindi furono ideate e attuate le varie operazioni psicologiche estive
che hanno colpito francesi e inglesi soprattutto: gli attentati false
flag in Tunisia, a Susa, e in Francia, a Lione; la pagliacciata
dell'attentato 'sventato' sul TGV Bruxelles-Parigi, ecc. Infine,
la Turchia, in guerra coperta contro l'Eurasia,
su ordine di Stati Uniti e NATO, scatenava la massa di rifugiati più o
meno siriani, che tratteneva sul proprio territorio come ostaggi,
assieme a migliaia di terroristi taqfiriti e famigliari al seguito,
sconfitti dal SIIL e in fuga verso la Germania di Angela Merkel,
alleata-chiave di Erdoghan ad Ankara. A coordinare il flusso di
'rifugiati' dalla Turchia alla Germania
vi sono diversi “attivisti per i diritti umani” di Stati Uniti e Gran Bretagna.
E puntualmente una dichiarazione del dipartimento di Stato degli Stati
Uniti accusava Assad per tale crisi umanitaria, esibendo una
giustificazione per abbatterlo.
Il terreno era pronto quando improvvisamente aerei e navi della
Federazione russa arrivavano in Siria trasportando aiuti di tutti i
tipi, sconvolgendo Washington. Gli analisti di CIA e Pentagono credevano
che la Russia, alle prese con le sanzioni e la guerra nel Donbas, non
potesse aiutare Damasco. Invece, senza che l'intelligence degli USA se
ne accorgesse in tempo, unità russe sbarcavano a Tartus e a Lataqia,
soprattutto effettivi della Difesa Aerea. Mosca così spiazzava
Washington. “
La Russia sembra aver iniziato un significativo
intervento diretto militare in Siria. Molti report, tra cui alcuni
attribuiti a fonti governative e d'intelligence degli Stati Uniti,
indicano che la Russia costruisce un corpo di spedizione aero-terrestre
nelle province di Lataqia e Tartus, sulle coste, andando di gran lunga
oltre la solita consulenza e fornitura di armi. Se questa forza si
sviluppa lungo le linee riportate, potrebbe mutare il corso della
guerra. Potrebbe anche avere importanti implicazioni sulla capacità
d'Israele di condurre operazioni aeree sulla Siria occidentale e sul
Libano, e sulle operazioni della coalizione degli Stati Uniti contro lo
"Stato islamico"/SIIL e le altre organizzazioni terroristiche in Siria.
Inoltre, se la presenza russa si stabilisce, sarà difficile rimuoverla.
Come in Crimea e Ucraina, gli Stati Uniti, e tanto meno di qualsiasi
altro Paese, difficilmente sfideranno militarmente le forze russe. E
mentre tali forze probabilmente soffriranno perdite e potrebbero
impantanarsi in Siria, Mosca potrebbe accettare il costo di mantenere il
regime di Assad al potere e frustrare Washington”, diceva Jeff White del think tank neocon WINEP. (
Sic Semper Tyrannis)
Intanto, agenti della CIA arrivavano a Mosca per colloqui con i colleghi
russi del SVR sulla situazione in Siria. Già il 18 settembre il
Ministro della Difesa russo Sergej Shojgu aveva discusso per telefono
con Ashton Carter, segretario della Difesa degli USA, della crisi
siriana.
La false flag Corbyn
Nell'operazione di guerra psicologica rientra la nuova ultra-sinistra
americanista e filo-islamista rappresentata dal nuovo capo del partito
laburista inglese Jeremy Corbu e dal secessionista anti-Tsipras greco
Lafazanis (un oggettivo alleato dell'ex-ministro golpista greco Yannis
Varoufakis):
La metà dei componenti del “governo ombra” di Jeremy Corbyn
sostiene l'intervento contro la Siria.
Tali personaggi sono il ministro degli Esteri ombra Hilary Benn (figlio
di Tony Benn) e tre suoi sodali, David Hanson, Pat McFadden e Diana
Johnson. "
Non c'è una maggioranza alla Camera dei Comuni sui
bombardamenti in Siria, se Cameron presentasse un piano adeguato per
colpire il SIIL. Ma la metà del governo ombra potrebbe sostenerlo",
dichiarava un membro del governo ombra al Sunday Times. Inoltre, Diane
Abbott, segretaria di Stato ombra per lo sviluppo internazionale afferma
che Corbyn non cercherà di far uscire la Gran Bretagna dalla NATO,
"Posso dire con sicurezza che Jeremy non ci farà uscire dalla NATO né
dall'UE". Infine Maria Eagle, segretaria di Stato ombra alla Difesa,
aveva
votato per l'intervento in Iraq nel 2003.
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