lunedì 28 settembre 2015

Perché gli USA hanno perso la partita in Siria?

Perché gli USA hanno perso la partita in Siria?

by sitoaurora
Valentin Vasilescu, Ziaruldegarda - Reseau International 28 settembre 2015Qatar-Gas-Lines-to-Europe-1728x800_cNel 2009, il gigante Qatar Petroleum lanciava un programma di investimenti nei giacimenti di gas nel nord del Paese per triplicare la produzione annuale di gas entro la fine del 2013. Nello stesso anno, Assad si rifiutava di firmare l'accordo proposto da Qatar, Turchia e Arabia Saudita per costruire una sezione del gasdotto sul territorio della Siria per i mercati europei del gas di Qatar e Arabia Saudita (Piano A). In Turchia, la Qatar Petroleum prevedeva di usare il vecchio tracciato del Nabucco, sostenuto da Stati Uniti ed Unione europea, ma sapevano che era nato morto per la scarsa capacità del giacimento azero di Shah Deniz II. Invece, nel 2010, Assad negoziò con l'Iran un oleodotto alternativo attraverso l'Iraq arrivando direttamente in Siria. Per coincidenza, nel 2011 scoppiò la guerra civile in Siria. Arabia Saudita e Qatar hanno speso 4 miliardi di dollari per reclutare, addestrare e armare i combattenti che, con il sostegno della Turchia, s'infiltravano in Siria come "ribelli islamici". In previsione di una fonte alternativa per l'Europa del gas proveniente dalla Russia, le motivazioni di Germania, Francia, Inghilterra, Olanda (Paesi cui il gas dell'UE era destinato) nel sostenere i ribelli siriani divenivano chiare. Ciò potrebbe spiegare l'atteggiamento estremamente permissivo della Germania (a differenza di Francia e Inghilterra) verso l'ondata di migranti che spazza l'Europa. Non sorprende i circoli informati che, dalle fila dei ribelli che operano in Siria, appaia poi lo Stato islamico che occuperà di sorpresa il nord dell'Iraq, impedendo la fornitura di gas alla Siria dall'Iran, in attesa di aprire un altro percorso in Turchia per l'oleodotto della Qatar Petroleum (Piano B). Questo è il motivo principale del sostegno a ribelli siriani da Stati Uniti e alleati europei, e spiega perché lo SI è apparso e sviluppato sotto lo sguardo clemente della coalizione degli Stati Uniti, che bombarda lo SI da oltre un anno, ma senza alcun risultato. Il piano per rovesciare Bashar al-Assad e sostituirlo con un governo asservito agli interessi di Stati Uniti ed Emirati del Golfo, si basava su una coalizione cosiddetta "araba siriana". I piani degli Stati Uniti erano formare uno zoccolo duro di 5400 combattenti della coalizione araba siriana, un gruppo che in teoria dovrebbe essere creato per combattere contro lo SI. In realtà, l'obiettivo della coalizione araba siriana è diventare una forza politica e militare
in grado di federare tutti i ribelli siriani e prendere il potere in Siria. Perciò uno dei compiti più importanti è trovare, catturare e convincere funzionari siriani, nominati dalla CIA, utili a creare nuovo governo, dopo la rimozione di Assad, asservito al gasdotto del Qatar Petroleum.
Il paradosso del XXI secolo è che gli interessi di un piccolo sultanato feudale, creato artificialmente e al di fuori di qualsiasi regola democratica (Qatar), che non ha nulla di significativo per l'umanità, stia fisicamente demolendo varie aree geografiche con cimeli storici millenari. Se le Nazioni Unite funzionassero davvero, il Qatar dovrebbe pagare centinaia di miliardi di dollari per ricostruire la Siria. Nel 2014, gli Stati Uniti stanziarono 500 milioni di dollari per reclutare, addestrare e armare i ribelli presumibilmente "moderati" della coalizione araba siriana e mandarli a combattere contro l'esercito nazionale siriano. Inoltre, gli USA introducevano in Siria 1500 missili anticarro BGM-71E (TOW). I combattenti della coalizione araba siriana in Turchia sono addestrati da istruttori delle forze speciali degli Stati Uniti nel gestire ogni tipo di arma ed esplosivi, e sviluppare competenze nell'organizzare la guerriglia urbana. Un'altra specializzazione era creare in territorio siriano depositi segreti di armi e munizioni (paracadutate dai militari degli Stati Uniti). Nel nord della Siria, il secondo gruppo di commando chiamato Squadrone 30 con 70 combattenti addestrati dagli Stati Uniti, si presentava al gruppo di Jabhat al-Nusra, il ramo siriano al-Qaida. Del primo gruppo di commando, 54 combattenti addestrati dagli statunitensi, solo 10 seguivano gli ordini dell'US Army, il resto ingrossava Jabhat al-Nusra.
Intanto la Russia cerca di far fronte con l'Iraq nel contrastare il piano B del Qatar Petroleum, fornendo 56 elicotteri d'attacco Mi-28NE e Mi-35. La Russia ha poi fornito all'Iraq 12 aerei Su-25, soprannominati "cacciacarri" e con un accordo mediato dalla Russia, 7 altri aerei Su-25 furono restituiti all'Iraq dagli iraniani, inviati nella base aerea al-Balad, in Iraq, il 13 luglio 2015 per combattere contro lo SI. Mentre gli statunitensi hanno gravi disaccordi con il personale da loro addestrato e l'Arabia Saudita, le truppe di terra della Russia a sostegno dell'esercito siriano già cominciano ad operare in Siria. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu visitava Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, discutendo dei dettagli di un meccanismo per coordinare le operazioni di volo, navali e di guerra radioelettronica in Siria, per eliminare scontri accidentali e costringere Israele a non infiltrare i ribelli ed evitare l'incursione dell'esercito israeliano in Siria, non avendo Israele alcun interesse diretto nel gasdotto. L'adozione del meccanismo di coordinamento e la sospensione dell'azione militare d'Israele sono essenziali per la libertà d'azione dei russi nelle operazioni aria-terra in conformità ai piani previsti per la Siria. Per capire il gioco a scacchi della Russia, si veda il link qui.
Ancora più interessante è l'Arabia Saudita dettasi per la prima volta concorde con la proposta russa, vale a dire che Bashar al-Assad rimanga presidente nel periodo di transizione, secondo il generale saudita Anwar Ishqi. Ciò equivale a capitolazione e sospensione degli aiuti ai ribelli siriani. Perciò. il progetto europeo del Qatar Petroleum è finalmente sepolto a favore del progetto congiunto russo-iraniano.

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