17 ottobre: giornata
internazionale contro la povertà
SRADICARE LA POVERTA’ SIGNIFICA
SEPPELLIRE
IL BARBARO SISTEMA CAPITALISTICO
Secondo la rivista statunitense Forbes 1.826 miliardari possiedono un patrimonio pari a 7.050 miliardi di
dollari, in costante aumento negli ultimi anni. Dall’altra parte della scala
sociale 1,2 miliardi di esseri umani sopravvivono con meno di un dollaro al
giorno.
Mentre
la ricchezza sociale è sempre più accaparrata da un ristretto gruppo di magnati
della finanza, la povertà e la fame dilagano in molti paesi, compreso quelli più
“avanzati”, colpendo vasti strati di lavoratori sfruttati.
La
crisi capitalistica e le politiche di austerità con cui le classi dominanti
cercano di superarla hanno peggiorato la situazione e accentuato le
diseguaglianze sociali. Ad esempio, nel nostro paese, in sei anni di crisi
(2008-13), le dieci famiglie più ricche hanno aumentato il loro patrimonio di
quasi il 70%, mentre il 30% più povero, circa 18 milioni di persone, ha perso
circa il 20% di quel poco che aveva.
Il livello raggiunto
dalla concentrazione della ricchezza a un polo della società e dall’estensione
della miseria all’altro polo, l’abisso sempre più profondo fra una esigua
minoranza che vive nel lusso e nello spreco e i miliardi di esseri umani che fanno
la fame, fra paesi ricchi e paesi poveri, sono una lampante dimostrazione dello
stadio imperialista del capitalismo, un sistema barbaro, ormai giunto al suo tramonto.
Per farla finita con la povertà e le sue conseguenze
(emarginazione, malattie, ignoranza, migrazioni di massa, etc.), con la
crescente ingiustizia sociale, dobbiamo anzitutto riconoscere la sua vera
causa: i rapporti di produzione capitalistici, basati sulla proprietà privata
dei mezzi di produzione e di scambio.
Il capitalismo è un sistema dominato dai monopoli e dal capitale
finanziario. Le
illusioni riformiste e le prediche che invitano alla rassegnazione, in vista
della felicità “ultraterrena”, servono solo a puntellare questo modo di
produzione che genera incessantemente sfruttamento e diseguaglianza, miseria e
guerre di rapina, corruzione e parassitismo.
Due
posizioni si confrontano oggi: a) quella di chi vuole lenire la piaga della
povertà estrema facendo appello a politicanti e istituzioni borghesi per
introdurre qualche palliativo (poco più di una beneficienza per i miliardari
capitalisti), senza toccare i rapporti sociali esistenti; b) quella di chi
lotta per abolire le cause della povertà e dello sfruttamento rompendo con il
modello di accumulazione della ricchezza proprio del capitalismo.
Se
si vuole davvero sradicare la piaga sociale della povertà bisogna seppellire il
capitalismo e aprire la via a una nuova e superiore
società: il socialismo.
Questa storica impresa dev’essere opera delle grandi masse,
unite attorno alla classe più rivoluzionaria e avanzata della società: il moderno
proletariato, la classe degli schiavi salariati che
emancipando se stessa emancipa l’intera umanità.
Nell’abolizione della proprietà privata borghese
c’è la soluzione dei problemi che affliggono la nostra società. Questa prospettiva non può certo essere seguita da un movimento spontaneo, senza
organizzazione e direzione cosciente. Manifestare, protestare, presentare rivendicazioni
urgenti, costruire un’ampio fronte popolare per realizzare l’unità di azione:
tutto ciò è senza dubbio importante, ma non basta. Serve la guida, l’influenza
e la capacità organizzativa di un forte e combattivo Partito comunista, quale
reparto di avanguardia del proletariato.
Lottare
per questo Partito, lavorare quotidianamente per formarlo, è una necessità
ineludibile. E’ la condizione per organizzare e fare la rivoluzione, per una
nuova società senza più sfruttamento e miseria.
Operai, lavoratori, giovani e donne del
popolo, diventate comunisti! Unitevi alla nostra attività!
16 ottobre 2015
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