IL SEME DELLA FELICITA’ GERMOGLIA DAL CUORE DELLA MADRE TERRA
Immaginatevi
una società, dove tutti i beni sono prodotti da macchine e robot senza
l’intervento manuale dell’uomo, lasciando così disoccupati milioni di
lavoratori senza salario. La domanda è: “Chi acquisterà questi “beni” se
nessuno possiede soldi?”
Questa
circostanza che può apparire surreale, in realtà la stiamo già vivendo,
e credere ancora alla “palla” della crescita e dello sviluppo, è una
madornale ingenuità e denota una totale assenza di consapevolezza.
Questa
drastica e inevitabile contrazione dei consumi, costringerà migliaia di
fabbriche a chiudere i battenti lasciando per strada milioni di
lavoratori che, per causa di forza maggiore, si dovranno astenere da
ogni acquisto che non sia vitale. E’ il cane che si morde la coda – una
trappola che non ci concede vie d’uscita - un Sistema cialtrone che si
avvita su se stesso e non prevede altra soluzione che non sia il suo
azzeramento.
Pertanto,
non c’è proprio più nulla di che meravigliarsi guardando i dati
relativi alla disoccupazione! Sarà sempre peggio, visto che sempre di
più la gente sta riducendo i suoi bisogni all’essenziale. E non solo per
evidenti motivi di risparmio ma anche perché finalmente consapevole di
quanto insensato sia tutto questo consumismo selvaggio e senza regole,
causa di disparità sociale, deriva morale e di contaminazione ambientale
- un meccanismo di auto/distruzione che si fa paradigma del livello di
infelicità raggiunto.
L’occupazione
derivante da un lavoro che si basa sulla produzione di beni voluttuari,
è precaria per definizione. Esaurito l’effetto della carica
propagandistica ingannevole che codificava questi beni come necessari e
indispensabili (sinonimo di progresso e di benessere), i consumatori si
asterranno dall’acquistarli anteponendo, per priorità, quelli essenziali
e primari. E questo è ciò che sta accadendo!
Tutto
questo proliferare incessante di beni di ogni tipo, specie e natura,
che il Sistema Liberista immette senza sosta sul mercato, è la conferma
inopinabile e inconfutabile della loro totale inutilità. Se uno solo di
questi beni producesse dei reali, concreti, efficaci vantaggi e benefici
alle richieste di aiuto della comunità, renderebbe inutile e superflua
la produzione di tutti gli altri, e decadrebbe seduta stante il concetto
di “libera concorrenza”: una libertà che nega l’originale significato
etimologico di diritto, ma si ascrive a strumento di raggiro a scopo
estorsivo, rinnegando ogni forma di autentica civiltà e di società.
Oggi la
“libera concorrenza” è quel diabolico meccanismo di mercato che ci da
la possibilità di scegliere fra una larga gamma di beni e prodotti del
tutto identici, ben sapendo che il loro livello di qualità e
pericolosità è già ben oltre la soglia della sicurezza sociale. E’ la
concorrenza ciò che oggi dirime la loro commercializzazione e
l'acquisto, accomunati dall’intrinseca potenzialità di danneggiare con
certezza matematica il consumatore.
Con
i mezzi di comunicazione e di interazione mediatica sempre più
invasivi, il Liberismo da il meglio di se nell’esibire la sua vera
indole necrofila e scopo finale. La qualità, la naturalezza e i principi
nutritivi delle materie prime, sono stati incredibilmente rimossi e
sostituiti da elementi chimici di sintesi, cancerogeni e, di seguito,
commercializzati a tambur battente attraverso un’opera di propaganda
mistificatrice che induce al loro acquisto esclusivamente sulla base di
una visibilità che il prodotto ottiene, in maniera direttamente
proporzionale al numero di Spot che lo pubblicizzano. Una concorrenza di
quanto di peggio ci sia in circolazione, che non si attiene più a
criteri di eccellenza ascrivibili a un atteggiamento di stampo
etico/deontologico del produttore, ma che gioca sull’assenza di qui
parametri di riferimento oggettivo e comparativo, in mancanza dei quali
il consumatore non è più in grado di riconoscere le reali qualità e
caratteristiche del bene.
Dovremmo
dunque chiederci (giusto per fare qualche esempio) del perché esistano
così tanti tipi di farmaci contro il mal di testa, il bruciore di
stomaco, i dolori articolari, e diete, beveroni magici, lassativi,
detergenti, ecc.. ecc.., quando ne basterebbe uno solo per ogni
necessità, funzionante, senza controindicazioni ed effetti collaterali,
così da sbaragliare per sempre dal mercato tutti gli altri. Se questo
accadesse, per Liberismo Sistema sarebbe la fine certa.
Ergo,
un prodotto valido ed efficiente che rispetti i presupposti etici, non
rientra nelle logiche della concorrenza, diversamente da tutti gli altri
di mera natura commerciale, indotti all’acquisto dall’antagonismo e
dalla competizione mediatica; un sofisticato e plateale imbroglio,
supportato da slogan pervasivi, a garanzia di un ipotetico prestigioso
marchio di fabbrica.
Questo
meccanismo perverso che da quasi mezzo secolo è stato in grado di
raggirare il buon senso dei cittadini, alterandone la consapevolezza,
oggi si è bloccato, inceppato – è grippato!
La
gente comune che è stata costretta dalla “Crisi” ha ridimensionare
drasticamente il suo tenore di vita riducendo tutto all’essenziale, ha
finalmente, forzatamente compreso (anche se fuori tempo massimo), che
tutta quella lunga lista di beni che un tempo acquistava sulla spinta di
falsi bisogni indotti dal plagio mediatico, in realtà non sono di
alcuna utilità.
E’ tempo di fare di necessità virtù - imbracciare la zappa e cominciare a faticare! Tornare
al passato è il percorso più praticabile e meno utopico, contrariamente
del perseverare in questa direzione. Solo con un radicale intervento di
riconversione del Sistema Liberista Relativista, potremo limitare i
danni di una tragedia annunciata dai contorni apocalittici. Alla
disoccupazione dilagante del comparto industriale, dobbiamo rispondere
con un ritorno, alla terra. Altre soluzioni non esistono!
Un’occupazione sicura, salutare e onorevole.
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