giovedì 5 novembre 2015

L′APPLICAZIONE EXTRATERRITORIALE DELLE LEGGI USA

L′APPLICAZIONE EXTRATERRITORIALE DELLE LEGGI USA
Redazione | 04-11-2015 Categoria: Economia Stampa

La macchina del caos: Irak Libia Siria Yemen… e non solo

Primo di tre incontri per la critica del Nuovo Ordine Mondiale.
La macchina del caos lavora senza sosta creando i “fatti” secondo i propri principi e facendo, a suo modo, anche la nostra storia.
Per definizione, il suo operare non può riconoscere limiti e confini visto che, come è stato ammesso da fonte interna autorevolissima, “the american homeland is the planet”.
Sebbene in queste ultime settimane venga effettivamente contrastata sul teatro siriano dall’intervento della Russia di Putin, essa mantiene nel suo ventre oscuro copiose riserve velenifere e notevoli capacità metamorfiche che la rendono comunque temibilissima e nemica irredimibile di qualunque popolazione.
Lo si vede, forse meglio che in passato, proprio in Europa, dove per l’affondamento di qualsiasi speranza di “risveglio politico globale” si serve senza scrupolo, fra le altre, dell’arma di distruzione chiamata “accoglienza dei migranti”.
In questa situazione l’Italia, che rimane a livello planetario uno dei massimi terreni di sperimentazione per la macchina del caos, potrebbe senza paradosso rivelarsi uno degli avamposti strategici decisivi nel quale, in un futuro nemmeno troppo lontano, si giocheranno le sorti dei processi di affrancamento dal doppio giogo dell’Unione Europea e della NATO.
correggia 14.11.2015

L’applicazione extraterritoriale delle leggi USA

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“Un aspetto importante e poco analizzato di cosa significano trattati come il TPP e il TTIP (USA-UE) è che stanno creando un “diritto internazionale” che in realtà è basato sulle leggi e la giurisprudenza degli USA (perché nessun Trattato o Accordo con questo Paese può contraddire le leggi o il Congresso USA). Ciò significa che
tutti i Trattati firmati da questo Paese istituzionalizzano de jure l’applicazione extraterritoriale delle leggi USA.
La liberalizzazione commerciale (OMC e Trattati di libero commercio) potenzia questa operazione su scala mondiale.
I “tribunali di arbitraggio”, da parte loro, finiscono per consolidare questa struttura istituzionale, perché alle loro decisioni non si può, nella pratica, fare appello attraverso meccanismi legali che siano al di fuori dei trattati. Nessuna decisione di questi tribunali può essere modificata perché essi sono al di fuori della portata dei parlamenti o del potere giudiziario di ogni Paese.
Questo “diritto internazionale” ha permesso di estendere e approfondire il diritto di proprietà delle grandi multinazionali, e naturalmente anche i mezzi per fare e difendere questo diritto. Salvo un rifiuto del Trattato, con tutto ciò che implica in materia di rappresaglie commerciali, politiche, diplomatiche ed eventualmente dell’enorme ventaglio di forme di destabilizzazione messe in pratica, i Paesi firmatari sono condannati ad applicare i suoi termini, il che implica che devono cambiare le leggi nazionali per renderle compatibili con le regole del Trattato e, di conseguenza, copiare le leggi statunitensi sul diritto di proprietà.
E’ attraverso questo “diritto internazionale” che è stata ampliata la “protezione al diritto di proprietà” dei potenti sull’area degli investimenti diretti (comprese le compensazioni se questi venissero impediti) e sulle operazioni finanziarie (obbligazioni di rimborso dei debiti sovrani non pagabili, ad esempio).
In particolare, ed essendo questo “diritto internazionale” diretto a rendere possibile un’estrazione delle rendite dai Paesi sottomessi alla potenza dominante, si sottolinea l’importanza che acquista la protezione totale del diritto della proprietà intellettuale, esteso nel tempo e ampliato già all’area della conoscenza pura (es. un algoritmo) e fino al patrimonio genetico, tra molti altri ambiti.
In questi trattati non si esclude, ma lo si assume, il principio della protezione della proprietà privata sulle risorse naturali che, come l’acqua dolce, già stano diventando una merce.
Seguendo questa scia si occupa, si espropria e si sviluppa tutto un ventaglio di interventi contro le possibilità di sovranità dei Paesi e soprattutto delle popolazioni.”
Il saccheggio come “diritto internazionale” di Alberto Rabilotta e Andrés Piqueras continua qui.

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