sabato 12 dicembre 2015

gianni tirelli BASTA CON LE MENZOGNE – E’ TEMPO DI VERITÀ


Il ministro Padoan non dice che le banche sono un’organizzazione criminale legalizzata che pratica il raggiro, la truffa e l’estorsione a danno dei cittadini, ma che gli italiani hanno una “SCARSA EDUCAZIONE FINANZIARIA”. Nel senso che, i correntisti, prima di investire i loro soldi in titoli, azioni, obbligazioni e tanto altro, suggeriti loro dagli “sportellisti”, dovrebbero capire in anticipo che li stanno fottendo. Sarebbe come se io, acquistando una bottiglia di vino sul mercato, dovessi sapere in anticipo che il suo contenuto è stato contraffatto… è velenoso, e bevendolo rischio la vita.
Dal canto suo, il personale bancario selezionato ad hoc per svolgere questo lavoro sporco nel modo più consono ai desideri dei banchieri (ordini tassativi), rifila agli ignari clienti ciò che di più rischioso e tossico ci possa essere sul mercato finanziario.
Questo modo diabolico, bieco, ipocrita di affrontare e risolvere le questioni scottanti, è volto a deresponsabilizzare il “carnefice” rivoltando la frittata sulla vittima, ritenuta da questi ragionieri al soldo del potere, elemento disturbatore delle loro perverse logiche di profitto.
Il cittadino risparmiatore è visto dal Sistema Bancario, persona di nessun conto, irrilevante e, come tale, altamente fastidiosa, che pretende, in ragione dell’affermare i propri diritti calpestati, di dare valutazioni su cose più grandi di lui. “Che ci consegni i suoi soldi e non rompa i coglioni”.
Tutto questo è all’origine di quel sincretismo demoniaco stipulato fra la politica, la finanza e la criminalità organizzata, siglato sulla base di logiche di mero interesse particolare e volto all’occupazione del potere. A tale scopo si è attivato quel processo di smantellamento dello stato sociale e dello stato di diritto che, se non fermato in tempo, sfocerà in una sanguinaria rivolta popolare senza quartiere.
A questo punto mi voglio rivolgere a tutti coloro che hanno conservato un minimo di senso critico e della realtà, che ancora credono che la dignità sia un valore, e che l’etica e la deontologia siano i soli strumenti idonei (benché consunti) per la ricerca e il raggiungimento della verità - e non solo ai cittadini, ma ai giornalisti, ai direttori di testata, intellettuali e uomini di cultura perché si adoperino congiuntamente in quell’opera di risanamento etico e morale, capace di trasformare la nostra società malata in un luogo di partecipazione collettiva, in un paese civile, consapevole, incardinato sul bene comune, e dove il concetto di giustizia e di libertà, non degradi a privilegio e licenza, e la verità sia reintegrata, a giusto titolo, al suo posto comando.





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