Il ministro Padoan non dice che le banche sono
un’organizzazione criminale legalizzata che pratica il raggiro, la truffa e
l’estorsione a danno dei cittadini, ma che gli italiani hanno una “SCARSA
EDUCAZIONE FINANZIARIA”. Nel senso che, i correntisti, prima di investire i
loro soldi in titoli, azioni, obbligazioni e tanto altro, suggeriti loro dagli
“sportellisti”, dovrebbero capire in anticipo che li stanno fottendo. Sarebbe
come se io, acquistando una bottiglia di vino sul mercato, dovessi sapere in
anticipo che il suo contenuto è stato contraffatto… è velenoso, e bevendolo
rischio la vita.
Dal canto suo, il personale bancario selezionato ad hoc
per svolgere questo lavoro sporco nel modo più consono ai desideri dei
banchieri (ordini tassativi), rifila agli ignari clienti ciò che di più
rischioso e tossico ci possa essere sul mercato finanziario.
Questo modo diabolico, bieco, ipocrita di affrontare e
risolvere le questioni scottanti, è volto a deresponsabilizzare il “carnefice”
rivoltando la frittata sulla vittima, ritenuta da questi ragionieri al soldo
del potere, elemento disturbatore delle loro perverse logiche di profitto.
Il cittadino risparmiatore è visto dal Sistema Bancario,
persona di nessun conto, irrilevante e, come tale, altamente fastidiosa, che
pretende, in ragione dell’affermare i propri diritti calpestati, di dare
valutazioni su cose più grandi di lui. “Che ci consegni i suoi soldi e non
rompa i coglioni”.
Tutto questo è all’origine di quel sincretismo demoniaco
stipulato fra la politica, la finanza e la criminalità organizzata, siglato
sulla base di logiche di mero interesse particolare e volto all’occupazione del
potere. A tale scopo si è attivato quel processo di smantellamento dello stato
sociale e dello stato di diritto che, se non fermato in tempo, sfocerà in una
sanguinaria rivolta popolare senza quartiere.
A questo punto mi voglio rivolgere a tutti coloro che
hanno conservato un minimo di senso critico e della realtà, che ancora credono
che la dignità sia un valore, e che l’etica e la deontologia siano i soli
strumenti idonei (benché consunti) per la ricerca e il raggiungimento della
verità - e non solo ai cittadini, ma ai giornalisti, ai direttori di testata,
intellettuali e uomini di cultura perché si adoperino congiuntamente in
quell’opera di risanamento etico e morale, capace di trasformare la nostra
società malata in un luogo di partecipazione collettiva, in un paese civile,
consapevole, incardinato sul bene comune, e dove il concetto di giustizia e di
libertà, non degradi a privilegio e licenza, e la verità sia reintegrata, a
giusto titolo, al suo posto comando.
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