mercoledì 2 dicembre 2015

gianni tirelli O SI CAMBIA L’ITALIA O SI MUORE - UN VIAGGIO NELL’ORRORE!


O SI CAMBIA L’ITALIA O SI MUORE - UN VIAGGIO NELL’ORRORE!

Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le notizie sul cambiamento climatico e sui sistemi per contrastarlo, sull’onda della tanto chiacchierata conferenza sul clima Cop21 di Parigi; l’ennesima farsa rivoltante messa in scena da150 impostori patologici, che da attori navigati interpretano a memoria il rituale di un copione ritrito, immaginando così di potersi lavare agli occhi della popolazione, quella sporca coscienza e ipocrisia connaturata che li caratterizza all’origine della loro infame storia e carriera politica. Sono gli stessi che poi si ammazzano per il petrolio!     
A questa gente “va tagliata la gola”, devono smettere di respirare… perché ogni loro respiro corrisponde a un crimine contro la cittadinanza.
Ogni anno, in questa occasione, si sperticano in elogi a favore delle energie rinnovabili e in accorate preoccupazioni contro l’uso smodato dei combustibili fossili, responsabili dell’effetto serra e di un’infinita serie di patologie. Parallelamente, e con quella coerenza che li contraddistingue da sempre, stipulano contratti miliardari per potere trivellare in ogni dove, che siano territori, mari e oceani.
Lo stesso Matteo Renzi, bugiardo seriale di primo livello, afferma che nella nuova legge di Stabilità sono previsti 4 miliardi di euro sul “climate change” da qui al 2020. E continua; "Sul clima serve un accordo il più vincolante possibile, altrimenti rischia di essere scritto sulla sabbia". Per questo "per evitare la catastrofe ambientale dobbiamo limitare a meno di ‘2 gradi l'aumento" del riscaldamento climatico, per cui "abbiamo necessità sia di soldi che di conoscenze".
Di contro, il bischero, approva e conferma le trivellazioni nel mare Adriatico e nello Jonio con il candore di chi si appresta ad ottemperare ad un diritto volto al bene comune.  
Nel frattempo in Sicilia si raffina oltre un terzo dei prodotti petroliferi destinati al mercato italiano. Il viaggio dei veleni comincia nel litorale di Siracusa, dove la Rasiom è in grado di raffinare ‘10 milioni di tonnellate di greggio all’anno. Poi c’è la Esso, l’Eni e l’Enel, e la costa tra i comuni di Priolo, Augusta e Melilli viene ribattezzata “triangolo della morte”. In questi territori le vittime di tumore sono il 17 per cento in più rispetto al resto della Sicilia, e superano il 27 per cento quelli per tumore al polmone.
Dal 1990 è scattato anche l’allarme malformazioni genetiche. Anche nel petrolchimico in provincia di Caltanissetta, il problema è nella matrice ambientale: nella zona sono inquinati anche gli ortaggi coltivati. Su ‘75 operai che hanno lavorato negli ultimi anni di attività nel reparto Clorosoda, più della metà si sono ammalati di tumore: una ventina sono già morti.  I risultati agghiaccianti dello studio sul polo petrolchimico di Gela (detto ‘Il Mostro”) rivelano  decine di casi di tumori, malattie e malformazioni tra chi vive o lavora vicino all'impianto. Qui la morte e la malattia risparmiano poche, fortunate famiglie. Non si salva nessuno: operai, impiegati, avvocati, casalinghe o professionisti - le malattie sono democratiche e se ne fregano delle classi sociali. L'inquinamento diffuso sembra ormai un dato acquisito, così come le sue conseguenze sulla salute della popolazione.
In questo stramaledetto paese governato dalle varie Gang che si sono susseguite negli anni, l’esigenza di un lavoro si paga con conseguenze gravissime per la salute e per l’ambiente.
E il viaggio procede verso la Puglia, e se Taranto è il centro dell'inferno e l'Ilva la bocca di Satana, anche il resto della regione non se la passa bene. Inquinamento è alle stelle, emissioni di CO2 da record, tracce di diossina nel latte materno, incidenza di tumori altissima vicino ai poli industriali: la regione dei trulli è il tacco nero d'Italia, il luogo dove sorgono le fabbriche più inquinanti del Belpaese.
Fra le industrie più "sporche" del Vecchio Continente (nelle prime cento posizioni ci sono ‘15 fabbriche italiane) troviamo l'Ilva di Taranto, la centrale termoelettrica dell'Enel di Brindisi e l'altra centrale di Taranto (sempre dell'Enel).
Secondo gli studi dell'Arpa tra Foggia e Santa Maria di Leuca si contano centinaia di altri siti potenzialmente pericolosi. In tutto sono 498, di cui ‘70 di origine industriale, 145 discariche e ‘11 luoghi a rischio contaminazioni da amianto.
A settanta chilometri dall'Ilva, a Brindisi, c'è un altro dei siti d'interesse nazionale (Sin) che fa tremare i polsi. Comprende la zona industriale della città, il porto e una fascia costiera che si estende per oltre 30 chilometri quadri. Qui sorge la Syndial, la Polimeri europa, l'Enipower, la Powerco, senza dimenticare le due enormi centrali dell'Enel, campioni nazionali nell'emissione di CO2.
Un altro sito di interesse nazionale per la sua portata contaminante è quello di Bari, area Fibronit.
Eccola l’Italia, ecco gli italiani, per vocazione un popolo di ladri, di corruttori e di evasori - primi in Europa per turismo sessuale, per femminicidio, per violenze domestiche e delitti sui minori, e che oggi, fra i tanti primati negativi, ne ha raggiunto un ultimo, relativo alle morti causate da contaminazione industriale e da inquinamento ambientale. Primi in Europa!
Abbiamo distrutto il paese più bello del mondo, ridotto a una discarica tossica e maleodorante, noncuranti della salute dei nostri figli e del loro futuro.
Siamo il popolo più ignorante fra le nazioni europee – un popolo che acclama i suoi carnefici e che conosce più le regole del calcio dei suoi diritti.
Un popolo dove ancora il razzismo, la xenofobia e l’omofobia aggregano formazioni politiche di bovari, che inneggiano alla secessione e sperimentano il loro odio raziale contro chi ritengono diversi da loro.
Ergo, ci meritiamo tutto il peggio possibile; a partire da questa classe politica marcia e parassita, che incredibilmente sosteniamo da tempo immemore, fino ad arrivare alla mancanza di lavoro, passando per quella catastrofica tragedia ambientale che avvelena il nostro territorio da Nord a Sud e prodotto decine di migliaia di vittime innocenti. 
O SI CAMBIA L’ITALIA O SI MUORE.

gianni tirelli



Nessun commento: