giovedì 10 dicembre 2015

Prima pagina Dopo le elezioni del 6 dicembre, cambio di timone all'Assemblea Nazionale Le misure economiche per salvare l'economia si scaricheranno sui lavoratori


10 Dicembre 2015
Maduro
Nessun cambiamento favorevole per i lavoratori. Quello che si è avuto con le elezioni è stata una regressione politica prodotta dall'incapacità del governo; o peggio, dalla sua gestione di un disastro economico, a partire dal petrolio, che ha visto un calo del barile a 34 dollari e che continua a scendere. Tutte le prospettive, quella del governo, quella della MUD (1), e quelle degli analisti economici stranieri, riconoscono che nel 2016 la situazione peggiorerà, con minori entrate in valuta estera, più pagamenti sui debiti (già compromessi) e più indebitamento, in condizioni peggiori.

Questa situazione è stata affrontata con la svalutazione del bolivar, l'aumento del prezzo della benzina, con più imposte per i lavoratori (IVA, ISR), con il dimezzamento e il peggioramento dei servizi, come quello dei trasporti, con più disoccupazione o occupazione precaria, e soprattutto con l'aumento del costo della vita, degli alimenti, dei beni, degli affitti, dei servizi, dei materiali per la costruzione, e con l'aumento della repressione per chi protesta.

Perfino i sondaggi di Hinterlaces, di Oscar Schemel, ostinatamente sicuri nelle loro analisi da sempre, non si sono sbagliati nel delineare, fra i due scenari possibili, risultati favorevoli in maniera schiacciante alla MUD. E nemmeno ci stupisce, dopo queste elezioni, una fuga scomposta di settori che prima difendevano le politiche demagogiche del governo e il loro passaggio alla nuova maggioranza dell'Assemblea Nazionale.

Le lotte dei lavoratori si accentueranno, lo si può già vedere con l'insuccesso del governo nell'imporre un contratto di suo gradimento ai lavoratori delle compagnie elettriche con l'aiuto della burocrazia della FETRAELEC, così come nel rilancio delle industrie pesanti della Guayana, nel crollo dell'industria della pesca nel Sucre, nella protesta salariale degli insegnanti. È importante intrecciare tutte queste lotte provocate dalla crisi economica.

Significativa la partecipazione alle elezioni di Marcela Máspero di UNETE (2), scesa in campo in nome dei lavoratori per poi infine rinunciare alla sua candidatura e confessare, dopo aver votato, la sua speranza e la sua fiducia nella MUD.
Sebbene sia la principale dirigente di UNETE, e abbia sostenuto le lotte sindacali in tutte la nazione, anche di settori come gli operai elettrici, Máspero ha reso un cattivo servizio ai lavoratori che dice di difendere, riponendo le sue aspettative nell'opposizione di destra, boia dei lavoratori.

Lo diciamo fin dal nostro primo bilancio, nell'appellarci a UNETE, ai sindacati di base, alle comunità, alle organizzazioni della sinistra indipendenti dal governo e dall'opposizione di destra: l'alternativa che si prospetta di fronte alla rovina economica che arriverà nel 2016 è peggio ancora di quella attuale, per tutti i milioni di lavoratori del paese. È necessario unirsi e centralizzare le lotte per affrontare i programmi di risanamento economico, ed evitare così di continuare a pagare noi la crisi per farne uscire indenni loro. Il conflitto di fondo non è fra il governo di Maduro e la MUD; ma è fra loro due, insieme ai padroni pubblici e privati, e i lavoratori.


PER UN FRONTE UNICO DI CLASSE E NAZIONALE DI LOTTA!

CHE LA CRISI LA PAGHI CHI L'HA CAUSATA, I CAPITALISTI!




(1) Mesa de la Unidad Democrática, coalizione di partiti borghesi conservatori, principale opposizione di destra al PSUV e al chavismo, uscita vincitrice alle elezioni del 6 dicembre

(2) Unión Nacional de Trabajadores, principale sindacato venezuelano, creato per iniziativa di sostenitori di Chavez nel 2003. Con la sua scelta di candidarsi alle elezioni autonomamente, la coordinatrice nazionale di UNETE Marcela Máspero ha rotto definitivamente con il governo Maduro e la sua maggioranza.
Opción Obrera - Venezuela

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