mercoledì 31 agosto 2011

UNA CORRISPONDENZA DAL BRASILE, NOTIZIE CHE SICURAMENTE NON FANNO IL GIRO DEL MONDO.


RINGRAZIAMO SONIA BARSOCCHI DA SAN PAOLO DO BRASIL PER QUESTA NOTIZIA, DOVE COME AL SOLITO SI METTE A NUDO E CRUDO L'INTERESSE AL PROFITTO A TUTTI I COSTI , CON ORMAI LA COLLAUDATA  SCUSA,  DI ISLAM SINONIMO DI TERRORISMO. PREVARICANDO IN QUESTO MODO LEGGI ED INTERESSI DI PAESI SOVRANI, CON UN COSTO IN VITE UMANE CHE CONTA TANTO QUANTO DI FRONTE ALLO SFRUTTAMENTO DI ENERGIE E RISORSE NATURALI DA ACCAPARRARSI A TUTTI I COSTI, COME STA ACCADENDO NEL RESTO DEL MONDO. A QUESTO RIGUARDO, COME RIBADITO IN ALTRE OCCASIONI NEL BLOG, L'AMERICA LATINA STA DANDO UNA LEZIONE AL RESTO DEL MONDO COME SI DEVE E  CI SI PUO' OPPORRE ALLO STRAPOTERE DEI NAZI-USA-UE-SIONISTI.
Ti ho scritto, annessato,  di un affare diplomatico sucesso un anno fa ma che è latente.  Aut.ce Sonia Barsocchi DA SAN PAULO DO BRASIL 


                                ARABESCH.



Strano questo paese, con delle cose veramente brutte, altre un pò meno e alcune che, almeno, ci tranquillizano. Fra queste ultime, vedo il grado di tolleranza (scusate, è la parola che si usa, nel caso) fra le diverse genti e credi politici e religiosi. Da una recente inchiesta, il Brasile sarebbe uno dei paesi dove più si vive in pace con le diferenze. Anche se di quando in quando si ha da lamentare degli atti criminali della mafia cinese contro i suoi, o attacchi contro omosessuali e anche, ultimamente, alcune morti nel confronto fra Paraguaios e Boliviani. In questo ultimo caso, senza che c'entrino questioni di religione o fede politica. Sembra più un affare di lavoro illegale nelle officine testili semiclandestine che attraggono questi immigranti (e dove sono sfruttati, fra di loro).

Questa “tolleranza” è fragile, però. Non ci sono popoli diversi, ma situazioni diverse, e uno squilibrio un pò più forte rischia di mandare la pace a picco. Il popolo è pacifico, anche se un pò ignorante per il difetto di poca lettura (o forse pacifico anche per quello). Il problema viene dai media, matta che è di senzazionalismo e, per di più, sostenuta per il “grande negozio” transnazionale, un affare che merita analisi più approfondita.

Questa settimana, il giornale “Folha de S.Paulo” porta a galla una storia non molto vecchia che illustra chi sta dietro alla – direi – quasi volontà di uguagliare il Brasile alle fobie altrui. Tratta dell'episodio “Triplice Frontiera” —  Brasile, Paraguai, Argentina. Alla fine dell'anno scorso una rivista di destra mise nella sua portata che ci sarebbe, in quella regione di frontiera, la brace del terrorismo islamico. Le ragioni, in piú a una concentrazione di immigranti arabi: “mancanza di controllo nelle frontiere, narcotraffico, facile accesso a armi, documenti falsi, passaggio di prodotti falsificati, flusso di ricchezze senza controllo”. Ma, se si va al centro di São Paulo, trovi tutto ciò e un pò di più...

Il fatto è che in quella portata c'entravano interessi statunitensi mettendo fuoco alla brace, prontamente spenta per le autorità, che si rifiutarono a mettere suposizioni in discussione. Ma non si sa mai. Il diavolo è expert nell'approfittamento di scintille per creare il suo inferno.
SONIA BARSOCCHI. SAN PAUOLO DO BRASIL

Nessun commento: