domenica 6 novembre 2011

GRANDI FIRME DELLA MODA – IL MERCATO AL CAPOLINEA Gianni Tirelli



GRANDI FIRME DELLA MODA – IL MERCATO AL CAPOLINEA

“Basta con i riferimenti imposti dal mercato che per decenni, non solo hanno condizionato i nostri atteggiamenti e destabilizzato i rapporti con gli altri, ma totalmente spersonalizzato la nostra reale identità”

Il moderno concetto di moda, è quanto di più effimero ed imbecille, la civiltà delle illusioni, abbia estratto dal cilindro magico del consumismo. Essere di moda, alla moda o dentro moda, è uno dei primi ed ignobili trucchi del Sistema canaglia, al fine di spingere la totale maggioranza degli allocchi, a comportamenti irrazionali e dispendiosi, costringendoli ad adeguarsi ad uno stile di vita, molto spesso oltre le proprie possibilità economiche, e ritmi naturali. Non essere alla moda o fuori moda, significa essere messo all’indice dalla società tutta.

“Quello che appare di te è ciò che tu sei” - Questo dogma, è stato per decenni la spada di Damocle sul collo degli allocchi; un ricatto che non concedeva vie di scampo, e che gettava nella totale frustrazione, intere società progredite, cattoliche e democratiche, nella frenetica corsa, al fine di ottemperare ad un tale comandamento. Oggi, la tribù dei modaioli, come cicale imbruttite da infelici canti dissonanti e perduranti, sfinite e rassegnate, si accorgono che nella loro dispensa non sono rimaste che le briciole, e che l’inverno alle porte, potrebbe essere l’ultimo.
“Quello che mangi è ciò che tu sei”, recita il nuovo dogma, “e se non mangi crepi”
Oggi, essere alla moda, è fuori moda, e il Sistema che acclamavamo a Salvatore, in verità non è altro che il nostro carnefice.

A breve l’industria manifatturiera della moda chiuderà i battenti soppiantata dai fondi di magazzino invenduti e riesumati a poche lire, e dalla più economica, accessibile e meglio prodotta roba cinese, indiana e di altri paesi in via di sviluppo.
Tutti i nodi vengono al pettine e, in giro, di limoni da spremere, non se ne vede più l’ombra.
Il mito del made in Italy e delle prestigiose griffe che un tempo spadroneggiavano sul mercato italiano e di tutto il mondo, sta rovinosamente perdendo quota.
Il concetto di moda, come paradigma di orpello, può avere un suo coerente e interposto significato se sostenuto dall’opportunità dell’acquisto e non come oggetto di mera speculazione e segno distintivo di classe sociale e di discriminazione.
Oggi la moda cede il passo al risparmio e a un louck fai da te, che sotto il profilo socio-culturale e della consapevolezza di se, è un autentico passo avanti.
Basta con i riferimenti imposti dal mercato che per decenni, non solo hanno condizionato i nostri atteggiamenti e destabilizzato i rapporti con gli altri, ma totalmente spersonalizzato la nostra reale identità.
Oggi essere fuori moda è un atteggiamento etico e per questo rivoluzionario.

E’ a dir poco singolare notare come, in molti casi, la contraffazione dei prodotti abbia, per qualità, robustezza e rifiniture, superato l’originale mentre il loro valore commerciale si è ridotto vertiginosamente, con grande giubilo dei consumatori.
Se sapessimo recuperare la nostra capacità di giudizio e quindi di scelta, saremo in grado di controllare il mercato e le sue degenerazioni, e nelle nostre tasche resterebbe tutto quel denaro che per mezzo secolo è stato fagocitato dagli stomaci senza fondo di imprenditori senza scrupoli e da un consumismo becero responsabile del disastro ambientale e del declino morale e culturale.

Gianni Tirelli

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