GRANDI FIRME DELLA MODA – IL MERCATO AL
CAPOLINEA
“Basta con i riferimenti imposti dal
mercato che per decenni, non solo hanno condizionato i nostri atteggiamenti e
destabilizzato i rapporti con gli altri, ma totalmente spersonalizzato la
nostra reale identità”
Il moderno concetto di moda, è quanto di
più effimero ed imbecille, la civiltà delle illusioni, abbia estratto dal
cilindro magico del consumismo. Essere di moda, alla moda o dentro moda, è uno
dei primi ed ignobili trucchi del Sistema canaglia, al fine di spingere la
totale maggioranza degli allocchi, a comportamenti irrazionali e dispendiosi,
costringendoli ad adeguarsi ad uno stile di vita, molto spesso oltre le proprie
possibilità economiche, e ritmi naturali. Non essere alla moda o fuori moda, significa
essere messo all’indice dalla società tutta.
“Quello che appare di te è ciò che tu sei”
- Questo dogma, è stato per decenni la spada di Damocle sul collo degli
allocchi; un ricatto che non concedeva vie di scampo, e che gettava nella
totale frustrazione, intere società progredite, cattoliche e democratiche,
nella frenetica corsa, al fine di ottemperare ad un tale comandamento. Oggi, la
tribù dei modaioli, come cicale imbruttite da infelici canti dissonanti e
perduranti, sfinite e rassegnate, si accorgono che nella loro dispensa non sono
rimaste che le briciole, e che l’inverno alle porte, potrebbe essere l’ultimo.
“Quello
che mangi è ciò che tu sei”, recita il nuovo dogma, “e se non mangi
crepi”
Oggi, essere alla moda, è fuori moda, e il Sistema che acclamavamo a
Salvatore, in verità non è altro che il nostro carnefice.
A breve l’industria manifatturiera della
moda chiuderà i battenti soppiantata dai fondi di magazzino invenduti e
riesumati a poche lire, e dalla più economica, accessibile e meglio prodotta
roba cinese, indiana e di altri paesi in via di sviluppo.
Tutti i nodi vengono
al pettine e, in giro, di limoni da spremere, non se ne vede più l’ombra.
Il
mito del made in Italy e delle prestigiose griffe che un tempo spadroneggiavano
sul mercato italiano e di tutto il mondo, sta rovinosamente perdendo quota.
Il
concetto di moda, come paradigma di orpello, può avere un suo coerente e
interposto significato se sostenuto dall’opportunità dell’acquisto e non come
oggetto di mera speculazione e segno distintivo di classe sociale e di
discriminazione.
Oggi la moda cede il passo al risparmio e a un louck fai da
te, che sotto il profilo socio-culturale e della consapevolezza di se, è un
autentico passo avanti.
Basta con i riferimenti imposti dal mercato
che per decenni, non solo hanno condizionato i nostri atteggiamenti e
destabilizzato i rapporti con gli altri, ma totalmente spersonalizzato la
nostra reale identità.
Oggi essere fuori moda è un atteggiamento etico e per
questo rivoluzionario.
E’ a dir poco singolare notare come, in
molti casi, la contraffazione dei prodotti abbia, per qualità, robustezza e
rifiniture, superato l’originale mentre il loro valore commerciale si è ridotto
vertiginosamente, con grande giubilo dei consumatori.
Se sapessimo recuperare la nostra capacità
di giudizio e quindi di scelta, saremo in grado di controllare il mercato e le
sue degenerazioni, e nelle nostre tasche resterebbe tutto quel denaro che per
mezzo secolo è stato fagocitato dagli stomaci senza fondo di imprenditori senza
scrupoli e da un consumismo becero responsabile del disastro ambientale e del
declino morale e culturale.
Gianni Tirelli
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