LA FORZA DELL’IGNORANZA
La cultura è una presa di coscienza, di
consapevolezza; un bene di prima necessità - Un bisogno che non si può eludere
e, come l’arte, in tutte le sue forme, abbisogna di impegno e sudore,
continuità e passione. E’ un atto dovuto alla vita.
Escludendo Apicella (il musico di corte del
nostro Premier), non rammento, nonostante gli sforzi, il nome di un nessun
altro personaggio di spicco, appartenente a quella supposta cultura, definita
di destra che, in questi decenni, sia arrivato agli onori della cronaca, per
meriti, relativi alla musica, al teatro, alla letteratura, alla poesia o
all’impegno civile.
Persone, che si identificano con una certa
ideologia, sono per definizione fuori dalla cultura. L’acqua sporca, la
guerra, la dittatura e la devastazione dell’ambiente, sono i nuovi criteri che
definiscono la moderna “cultura” imperante: quella del profitto, della impunità
e del privilegio.
La sinistra, non si accampa l’esclusiva
della cultura, ma è la stessa cultura che, in maniera del tutto naturale e
logica, tende a inglobare al suo interno, i soggetti che la generano e che, da
lei, attingono gli elementi del sapere e della conoscenza, dentro un
ragionevole e leale confronto.
All’inverso si comporta l’ignoranza, dentro
la quale, i soggetti che la rappresentano, tendono a compattarsi in un unico
blocco, omologato e omologante, privo di contraddittorio, di sano pluralismo e
spersonalizzato di ogni differenza. E’ in questo contesto che, regimi e moderni
autoritarismi, trovano terreno fertile al fine di attuare il loro piano
eversivo e di degenerazione etica e morale.
Un uomo di cultura, che ha raggiunto la
fama per meriti assodati, non si pone il problema di dare un colore politico al
suo impegno intellettuale, ma è la stessa cultura che lo assorbe al suo
interno.
Potrei portare l’esempio di una
trasmissione come “Report”, che rientra, a detta della maggioranza al governo,
nella lista di proscrizione, dei programmi ideologici, dell’area di sinistra.
L’equivoco e l’incongruenza, di tali affermazioni
(per non dire altro), sta proprio in questo pasticcio verbale, e in una
lapalissiana malafede. La stessa destra, dovrebbe - al contrario - esultare per
un tale programma, vista l’entità dei crimini, degli abusi e dell’illegalità
imperante che la Gabanelli denuncia, così da allertare la popolazione, e
renderla consapevole della realtà che la circonda. La stessa destra, per motivi
di buon senso e logica, dovrebbe investire sempre di più su questo tipo di
informazione. E’ un atto dovuto, civile e democratico ma in totale antitesi con
la loro di “cultura”; quella dell’acqua sporca, della guerra, del regime, e
della devastazione dell’ambiente.
“Report” è di sinistra, per il solo fatto
che porta alla luce i comportamenti illeciti, dei quali, la stessa destra è
corresponsabile e complice. Non esiste altro motivo.
Oggi questa singolare destra italiana,
tutela il crimine e la criminalità, essendone parte integrante, nella nuova
veste di procacciatore di affari e cassaforte di profitti.
Per essere più stringente e chiaro, porto
l’esempio di milioni di tonnellate di rifiuti tossici, e mortali, dispersi sul
territorio italiano che, non sono l’opera di organizzazioni operaie di
metalmeccanici, ma bensì, di potenti imprenditori, sostenitori dell’attuale destra
italiana. Potrà mai la cultura avere a che fare con questa cricca?
Potrei aggiungere, inoltre, che i motivi
che aggregano questa particolare specie di individui, e che rendono così,
apparentemente coesa, la loro formazione, vanno ricercati nella loro condizione
psicologica, che interviene in maniera devastante sulla loro capacità e libertà
di giudizio.
I loro comportamenti ( totale sudditanza
verso il loro capo, compattezza ideologica, sprezzo per le istituzioni), vanno
ricercati nell’incapacità di doversi confrontare con gli altri, essendo
totalmente riversi e concentrati su frustrazioni, egoismi e complessi di
inferiorità, atavici, mai risolti e sempre elusi.
Il loro tempo, è occupato dal pensiero di
tutto ciò che può, o potrebbe accadere loro, e nell’affinare strategie di
difesa contro un ipotetico attacco verbale da parte di coloro, che credono
siano i nemici naturali.
La loro intelligenza, non ha avuto modo di
evolversi, e quindi di produrre cultura e buon senso. Vivono al di la di una
muraglia, innalzata per difendersi dagli attacchi dell’uomo ragionevole, che
combattono con le armi del populismo, della mistificazione e della
contraffazione della realtà – usando le armi improprie della televisione
commerciale e di alcune reti di stato, messe sotto scacco dallo sporco
commercio della altrui dignità.
Praticano in maniera disinvolta e
trasversale, il rancore, l’invidia e la menzogna, in modo del tutto naturale,
come a palesare una virtù, assunta a regola relazionale. Odio incontrollato,
complessi di inferiorità e frustrazione repressa fin dall’origine, sono, in
seguito, i comportamenti degenerativi di un tale stato psicotico, che rischiano
di innescare pericolose derive populiste e autoritarie. L’esperienza passata, e
la tanta sbandierata memoria storica, hanno attraversato le coscienze degli
italiani, senza lasciarne la minima traccia. Occupati come sono all’esercizio
del qualunquismo e a coltivare l’ignoranza, fra un reality show e un derby
calcistico.
Possiamo tranquillamente dire che, oggi, la
cultura, è una sorta di depuratore, che intende liberare dalle contaminazioni
degenerative, immesse nel pensiero libero, i rifiuti inquinanti, tossici ed
omologanti, quale risultato della contraffazione della realtà e quindi, della
verità, addotti dal Sistema Liberista e Relativista.
Parlare oggi di una cultura di destra,
sarebbe una bestemmia – come a volere sostenere il primato dell’acqua sporca
sull’acqua pulita, della guerra sulla pace, del regime autoritario sullo stato
di diritto, della devastazione dell’ambiente sulla qualità della vita.
In realtà, la cultura, è di chi la fa!
Gianni Tirelli
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