AI NOSTRI FIGLI LASCIAMO MARI SENZA PESCI E CIELI SENZA
UCCELLI.. fiumi in secca, falde contaminate, e milioni di ettari di territorio
da bonificare..
La verità è che oggi, nessuna nuova classe politica,
geniale riforma, o seducente e affascinante scoperta scientifica, ci potrà mai
salvare dalla catastrofe economica, ambientale, sociale, umana e di valori che,
come un’ombra nera, si sta addensando all’orizzonte, ad oscurare il futuro dei
nostri figli.
A loro lasciamo mari senza pesci, cieli senza uccelli,
inquietanti foreste senza vita - e fiumi in secca, falde contaminate, milioni
di ettari di territorio da bonificare, deserti in cammino che divorano ogni
cosa – e orrore, scempio urbanistico, dubbi, paure e ignoranza.
Il tempo stringe, e tutto volge al peggio! Per tanto,
alla retorica e sterile indignazione deve seguire l’azione, perché la rabbia,
si trasformi in vendetta, e la schiavitù in libertà.
Questa guerra tra poveri che ci divide sul Nulla, deve
giungere al termine! La stessa, consolida il potere criminale che ci opprime e
corrobora il suo progetto, di omologazione.
Solo uniti, si vince - solo uniti si cambia - solo uniti
si spera; oltre ogni bandiera, retaggio, personalismo e insulsa dipendenza.
La sola e vera rivoluzione che può cambiare le sorti questo
mondo alla deriva, deve nascere dal profondo del cuore dei suoi cittadini e,
dalla consapevolezza che, ogni conquista di civiltà e di libertà, contemplano
l’azione e un prezzo.
Affermare che passato e presente sono
sovrapponibili, equiparando i crimini perversi della modernità, capitalista
industriale, con quelli di ieri, è un esercizio di disonestà intellettuale e di
pura ipocrisia, attraverso il quale il Sistema, intende sdoganare e
giustificare le aberrazioni di quest’epoca, adducendone attenuanti di stampo
storico e ciclico.
Sarebbe come asserire che le spade delle
legioni romane uccidevano al pari di una bomba intelligente, al fosforo o
nucleare - che le cadute da cavallo (mezzi di trasporto di un tempo), le
potremmo serenamente paragonare (per numero e conseguenze), agli incidenti
stradali e mortali che giornalmente, si consumano sulle nostre strade e
autostrade. Che la percentuale di sostanze tossiche, inquinanti e mortali,
disperse nelle acque di fiumi, laghi, mari e falde acquifere e sul territorio,
non è un novità di oggi - che l’aria delle nostre città è la stessa di sempre -
che l’estinzione di specie animale e vegetali è un fattore endemico alle
ragioni della natura stessa - che poi si estinguano in milioni di anni o in
pochi decenni, non fa alcuna differenza – e che il numero in crescita
esponenziale di imbecilli in circolazione, sia fisiologico a tutte le civiltà
passate e future.
Di quale benessere, progresso e civiltà,
potranno mai beneficiare, individui costretti a lavorare otto ore ogni santo
giorno (che piova o tiri vento), per quarant’anni della loro vita al chiuso di
una fabbrica malsana, caotica e assordante, per miserabili 1000 euro al mese?? Questo,
vale anche per le otto ore svendute di fronte ad un computer, o alla guida di
un Tir, o alla cassa di un supermercato. Questa non è la vita, o estrema
condizione di sopravvivenza: ma puro stato vegetativo. Le risorse necessarie per uscire da tutta questa merda e restituire dignità
e decoro alle gente, sono chiuse nei forzieri e nei fortilizi bancari dei
Grandi Ricchi del crimine legalizzato, che hanno dissanguato le masse per
decenni, raggirandole, derubandole e spremendole sull’onda di promesse e
speranze, sbandierate dalla propaganda mediatica del Regime Democratico! Non
c’è niente di sensato e ragionevole in tutto questo Luna Park dell’orrore, e
niente, che non sia un’insurrezione popolare, sarà mai in grado di restituire
alle masse il loro diritto alla felicità, e a credere in un futuro.
“L’uomo ragionevole, muore per un calcio sferrato dal suo cavallo – muore per
essere caduto ubriaco dal fienile o, colpito da un fulmine in una notte di
tempesta, mentre cerca di radunare il suo gregge di pecore. L’uomo ragionevole,
muore annegato, dopo essere caduto con la sua bicicletta in un fossato, di
notte, tornando dall’osteria verso casa. L’uomo ragionevole, muore soffocato
dall’ultimo boccone della sua cena o, avvelenato dalla puntura di una vipera –
muore per un colpo di pugnale al cuore, sferratogli dal suo acerrimo nemico,
per una parola di troppo - muore di fatica, dopo avere dissodato, con la sola
forza delle sue braccia, un campo di patate. L’uomo ragionevole, muore da uomo,
sereno, fra le quattro mura della sua casa di pietra, circondato dall’affetto
dei suoi cari, perché la memoria delle sue azioni, sia da conforto per tutti
quelli che lo hanno amato. L’uomo ragionevole cerca l’autonomia e la libertà,
in una condizione d’autenticità, e di qualità della vita. Diversamente, meglio
sarebbe per lui, vivere di espedienti e trovare ristoro, nel freddo di una
baracca di lamiera e cartone, e che fosse la carità, a soddisfare i suoi
bisogni, e le notti stellate, i suoi sogni” JT
L’uomo di quest’epoca maligna si deve ribellare, e riappropriare dell’unica
cosa che è capace di produrre miracoli, e in grado di riesumare autentiche
passioni e vere motivazioni: la Terra. La Terra, è il vero potere! Il solo
potere al quale possiamo serenamente sottometterci sapendo che domani, per noi
sarà un altro giorno. Un giorno nuovo, pieno di aspettative e di speranze, di
sana fatica e di sereno riposo.
Un giorno da vivere senza rimpianto!
Gianni Tirelli
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