QUESTA RAZZA DI GRANDI FIGLI
DI PUTTANA di G.Tirelli
Siamo nella merda più nera e
sentire ancora parlare di “resistenze pazzesche” alle liberalizzazioni da parte
delle lobby, corporazioni e consorterie che hanno ingessato e messo sotto
scacco la nazione, va oltre i ragionevoli limiti della sopportazione. L’Italia
sprofonda, ma di tassare le transizioni e rendite finanziarie, di applicare
patrimoniali ai possessori di tutta quella ricchezza sottratta alla
cittadinanza, il governo Monti stende un velo pietoso.
Ne abbiamo le palle piene di
assistere inermi all’atteggiamento irresponsabile dei grandi detentori di
patrimoni che pur strafogando nell’opulenza, nel privilegio e nell’impunità,
non intendono cacciare un solo euro per aiutare il paese a rialzarsi. Questa
razza di “grandi figli di puttana” che banchettano fra stravizi e perversioni,
brindando alla loro sporca esistenza, con il sangue dei nostri figli.
Siamo stanchi di questa
burocrazia labirintica e sempre da interpretare che fa gioco ai furbetti, ai
corruttori e agli evasori – stanchi di leggi e decreti, promulgate e formulate
ad hoc, con il solo scopo di affermare l’inedito sistema delle cose, di
ribaltare l’ordine precostituito e di eludere ogni regola civile democratica.
I cittadini sono col culo per
terra e pertanto, se di sacrifici si tratta, il governo Monti li chieda ai
ricchi evasori, ai banchieri speculatori, ai ladri e corruttori e ai
faccendieri, che per decenni, come vampiri, hanno succhiato il sangue alla
parte più debole e indifesa della società, oggi alla flebo.
Dobbiamo assolutamente
delegare alla guida del paese, persone comuni e integerrime per evitare che il
ricco ignorante al potere, emani leggi contro la cultura, che l’imprenditore
legiferi contro l’ambiente, lo xenofobo contro il diverso, che il corruttore
accusi i giudici di uso politico della giustizia, che l’erotomane candidi
puttane al parlamento, il pervertito condoni le pene ai pedofili e che
l’assassino, reintegri il delitto
d’onore del codice Rocco, per motivi passionali.
Ci hanno sempre considerato e
trattato alla stregua di bestie ammaestrate che ubbidiscono ad ogni ordine e
subdolo desiderio del padrone, per evitare una punizione più gravosa e
umiliante.
Questo succede perché siamo
divisi, l’uno contro l’altro, in questa guerra fra poveri stupidi, contro altri
stupidi che vorrebbero arricchirsi.
Questi signori vanno messi di
fronte, alla realtà dei fatti contingenti, evitando, se è il caso, di declinare
le loro responsabilità individuali su empiriche cospirazioni e complotti, messi
in atto da un ipotetico “nuovo ordine mondiale”.
In questo modo, non facciamo
che il loro sporco gioco, esimendoli così da ogni oggettiva colpa e onere.
Se in questo paese,
ragionevolezza, decoro e onesta intellettuale, fossero i criteri di giudizio necessari, indispensabili e
ineludibili per concorrere alla carriera politica e conseguente investitura
istituzionale, bene, per questa gente sarebbe giunto il momento di fare le
valige e sparire per sempre dalla nostra vita, e fare .. nelle patrie galere.
Al contrario sono ancora qui,
incollati alle poltrone come patelle allo scoglio - ai vertici della politica e
dell’imprenditoria, dove la carica istituzionale è ridotta a mera copertura per
espletare al meglio e senza intralci di sorta, i loro sporchi e loschi affari.
E questo è inaccettabile!
Stipendi stratosferici e
tutti quei privilegi e vantaggi, che alla faccia della miseria, la politica
nostrana distribuisce ai suoi rappresentanti, sono il terreno di coltura che,
per un intrinseco automatismo, seleziona i peggiori elementi della società
trasfigurando il parlamento, da un cenacolo di etica e di diritto, in un
mercato delle vacche dove si prostituisce la dignità a fronte di interesse
particolare e impunità.
Mai come in questi ultimi due
decenni, una tale “presa per il culo” aveva raggiunto questi livelli di
guardia.
Qui necessita un moto
d’orgoglio, uno scatto di nervi per ripristinare il giusto livello di equità
sociale, o non ne usciremo in piedi.
Fino al momento in cui questi
signori, non ci vedranno veramente incazzati, determinati e irremovibili, a tal
punto da vedere a rischio la loro incolumità fisica, persisteranno nei loro
comportamenti criminogeni, certi come sempre, che il branco plebeo (coniglio
per definizione) si adeguerà chinando il capo, alle loro decisioni.
Questo governo dei
professori, deve pretendere il massimo dell’equità e del rigore, per affondare
finalmente le mani nelle tasche stragonfie di coloro che in questi anni si sono
arricchiti in maniera vergognosa speculando sulla pelle e le miserie del
popolo.
Venendo meno una tale
condizione, l’indignazione e la rabbia dei cittadini non potrà che sfociare in
una sommossa popolare dagli esiti devastanti.
Oggi il destino del paese e
del mondo più in generale è sulle nostre spalle e se non tiriamo fuori gli
attributi, adesso, in questo momento, dimentichiamoci il significato di
“futuro”.
Siamo noi adesso, deputati a
dettare le regole e progettare il domani delle generazioni a venire, ma a
condizione di avere la capacità e il buon senso di rinunciare alle divisioni
ideologiche e a quell’amor proprio che troppo spesso abbiamo anteposto alla
verità delle cose e all’oggettività dei fatti.
Dobbiamo spalancare le
finestre ad un nuovo giorno e fare circolare l’aria, per cominciare a respirare
le ragioni di un’esistenza più salubre, sotto ogni aspetto, dove ogni soggetto
della comunità abbia pari diritto e tutela, e possa sperare in quella giusta
dose di felicità e di sicurezza materiale per guardare al futuro con serenità e
fiducia.
Gianni Tirelli
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