RESTITUIAMO ALLA CALABRIA TUTTA LA SUA
BELLEZZA E INTEGRITA’
di G. Tirelli
Non so quanti posti esistano al mondo dove
si concentrano così tanti elementi di straordinaria bellezza e di eccellenza,
paragonabili al luogo in cui oggi, mi trovo e vivo! Questa è la Calabria, un
territorio miracolosamente scampato in gran parte alla barbarie industriale –
una regione popolata da gente semplice, laboriosa e ospitale, contraddistinta
da un grande sentimento di solidarietà.
“E’ qui che voglio vivere”, dissi a me
stesso, in quell’estate di 35 anni fa, quando, fresco di patente decisi di
avventurarmi in solitaria fra le atmosfere sognanti di un’Italia a me ancora
sconosciuta. Fu un autentico colpo di fulmine, una vera folgorazione che mai
prima di allora aveva così fortemente scosso la mia anima, e condizionato le
mie scelte future.
E così ci tornavo ogni estate e ogni
inverno, e ogni volta che il mio cuore tormentato lo desiderasse. E ogni
momento era buono per partire; che fosse di pomeriggio o nel pieno della notte,
spinto da un bisogno irrefrenabile di libertà e di armonia che solo quella
terra magica era in grado di soddisfare fino in fondo.
E a bordo della mia
Jeep mi inerpicavo fra montagne e foreste primordiali, dal Pollino alla Sila,
dalle Serre all’Aspromonte, e poi giù, fino al mare - un infinito mare che
incastonava quel paradiso in tutto il suo splendore, esaltandolo come un
diamante in tutta la sua purezza.
E adesso eccomi qui, sulla spiaggia di
Sant’Andrea marina - una fra le più belle di tutto il mediterraneo. Alle mie
spalle il mare! Lui, che ha curato le mie ferite e le mie ansie, seducendomi
con le sue acque cristalline e fresche, con i suoi colori e gli odori, per
rapirmi dentro albe di sogno, e conciliandomi con il mistero della morte.
Da qualche tempo però qualcosa è cambiato,
e l’incantesimo si è rotto!
In maniera sempre più frequente, si ripete
la comparsa di una lunga scia schiumosa, oleosa, di colore giallastro (immagino
di natura escrementizia), che lambisce tutta la spiaggia e oltre, frenando e
inibendo ogni desiderio di immersione.
Un atto di inciviltà che si pone a
paradigma di quel luridume morale in cui oggi versano le società moderne, e
ancora di più i loro rappresentanti, impegnati come sono ad inseguire interessi
particolari, infischiandosene della comunità, dei sacrosanti diritti dei
cittadini, e della loro salute.
Un luridume morale, dicevo, che ha reso
sterile ogni coscienza, epurandola da qualsiasi significato di civiltà, e
sentimento di comunanza.
Dal punto in cui ora mi trovo, è possibile vedere
Sant’Andrea apostolo sullo Jonio: un borgo incantevole e accogliente, ricco di
storia e di significati. E come in tutti i comuni, esiste un sindaco e una
giunta di assessori ai quali faccio appello perché intervengano speditamente a
porre fine a questo scempio, e liberare il mare dalla sozzura.
Dobbiamo preservare questa terra, da ogni
attacco che la possa ferire e umiliare, perché é Lei, la sola realtà su cui
possiamo contare e fare affidamento.
Il futuro di questa regione
straordinaria, non coincide più con un ipotetico processo di
industrializzazione, dove centinaia di fabbriche fumanti producono lavoro
sporco, occupando migliaia di individui al chiuso di asfittici e maleodoranti
prefabbricati, ma nel suo esatto opposto. E non sono certo i calabresi, i più
propensi a rinchiudersi dentro fabbriche asfittiche e caotiche per fare
arricchire il padrone! Questa è gente libera nel profondo - ama vivere all’aria
aperta e a contatto con la natura.
La Calabria, per imporsi, deve rivolgersi
alla cultura del bello, dell’eccellenza, del turismo sostenibile, del cibo
sano, della tradizione e dell’artigianato. Deve credere alla forza e
potenzialità delle sue montagne, del suo patrimonio boschivo, delle sue spiagge
infinite, e del suo mare. Tutte caratteristiche che la contraddistinguono in
assoluto da ogni altro territorio, al punto tale da potersi rendersi autonoma a
tutti gli effetti.
Ma ci dobbiamo credere, tutti insieme,
preservandola dall’incuria e dal dissesto, così da poterla restituire un
giorno, in tutta la sua integrità e splendore, a Colui che ce ne fece dono.
E
non è certo andando in chiesa o recitando qualche rosario che assolveremo ai
nostri doveri di credenti! Cristiani si é ogni giorno, attraverso le piccole
azioni e i semplici gesti quotidiani - educando i nostri figli, al rispetto
della natura, e rammentando loro che questa terra ci è stata consegnata
all’origine, incontaminata e prodiga, ed è la sola e vera ricchezza sulla quale
possiamo contare e sperare - un capitale di cui possiamo tutti disporre, a
interessi zero.
Dio non ha bisogno di messe, suffragi,
invocazioni, o di vittime sacrificali, ma di semplici e accorati atti d’amore.
Questa terra baciata dalla provvidenza, può
produrre benessere e felicità per tutti. Un patrimonio naturale, storico e
culturale, unico nel suo genere, da potere dare occupazione e futuro a tutte le
generazioni a venire, a condizione che la si rispetti, che la si protegga e che
la si ami.
I nostri figli di Calabria, vanno educati
in questo senso, trasmettendo loro il valore dell’appartenenza, e non
assecondandoli in voli pindarici verso lidi astratti. Questa terra è la loro
più preziosa eredità - e lo devono capire e assimilare in virtù del nostro
esempio di genitori, e di quella volontà e passione di una politica capace di
fare rispettare le regole civili, dissociandosi con forza da ogni altra
pressione esterna e personalizzazione.
La cultura del rispetto, in tutte le sue
espressioni, è alla base di ogni nostra azione e scelta. E non serve a niente
mandare i nostri figli all’università, per rincorrere il mito di una laurea
svuotata di ogni significato e intenzione, se poi lasciamo che l’opera del
creato venga profanata e contaminata!
Dobbiamo inculcare ai nostri ragazzi -
che siano figli di gente comune, di politici, di imprenditori o di criminali -
l’amore ancestrale per la propria terra e ispirarli alla passione per la
natura. La stessa, saprà ricambiare le nostre attenzioni con tutta la
generosità che le è propria. Dio è prodigo con chi si prende cura del suo
creato.
Ripuliamo dunque questo mare e le
spiagge, liberandolo da tutta questa sporcizia e sudiciume che irresponsabilmente
riversiamo e disperdiamo, come se ottemperassimo a un diritto.
Per tanto, cari signori della politica, è
arrivato il momento di fare di necessità, virtù! E’ tempo di una salutare presa
di coscienza - lo dovete alla vostra gente, ai tanti bambini ancora
inconsapevoli, affinché possano ereditare intatta, ciò che più di ogni altra
cosa, può produrre felicità, benessere e speranza: la Bellezza.
Gianni Tirelli
Nessun commento:
Posta un commento