domenica 17 novembre 2013

DIO C’E’!.....G.Tirelli


DIO C’E’!

Possiamo rappresentare l’uomo, come gli infiniti punti di una retta infinita, dove le pause fra un punto e l’altro rappresentano la morte, la quale ( secondo il principio di causa effetto), da origine ad una nuova vita – e così all’infinito.
Dio, diversamente, è una retta infinita dove gli infiniti punti sono assenti da pause.
Valutando razionalmente e a rigore di logica la questione (dal punto di vista dell’uomo), dovremmo concludere che Dio non esiste. Ma Dio esiste proprio in virtù della sua negazione, essendo la comprensione di Dio un atto di fede dovuto – un diritto/bisogno ineluttabile.
Nessun uomo al mondo (come ogni altra forma vivente), potrebbe sopravvivere a se stesso, se in fondo al suo
cuore cosciente non celasse la flebile speranza di una dimensione oltre la vita. E’ un dato di fatto oggettivo e inopinabile, che si dissocia da ogni interpretazione culturale, tesi filosofica, e ideologia.
Pertanto, coloro che si dichiarano atei e agnostici, appartengono a quella categoria di persone che, per la paura di essere poi sconfessate dai fatti, si fasciano la testa prima ancora che qualcuno gliela rompa. Questo atteggiamento di stampo relativista, è in realtà una presa di posizione che ha la pretesa di dare al “razionale” una valenza, un’importanza che in realtà non ha, quando, in verità, la logica nichilista è ciò che di più irrazionale la mente umana possa formulare. 
L’ateismo è quello sforzo pseudo/intellettuale di natura critica, che si propone di negare l’esistenza del sovrannaturale ricavando la risposta all’interno di un ragionamento logico, razionale e meccanico. 
I motivi e i vantaggi occulti che spingono l’Ateo a confutare l’esistenza di Dio o di un dio, mi sono per la gran parte oscuri.
La verità del resto non è il risultato di un’equazione di prove, ma di un desiderio prorompente e irrefrenabile, così forte, che lo vuole disancorato da ogni pregiudizio, superstizione e logica.
Il parametro che ci consente di ottenere questo processo, è Dio - o in qualunque modo lo si voglia chiamare.
Per questo motivo, l’ateismo è un “vulnus” all’interno del sofisticato meccanismo che regola le logiche del pensiero. In questo modo, le parole diventano dei codici che si vanno a sostituire alle percezioni, alle intuizioni e ispirazioni, regolatori della realtà spirituale.
Privi di questo parametro, che metaforicamente ho definito “di Dio”, sarebbe impossibile discernere il bene dal male e più semplicemente, non avrebbe alcun senso esistere.
Ciò che affermo - e cioè la mancanza di un tale Assoluto Parametro - è riscontrabile nella nostra realtà moderna, dove paure, insicurezza, frustrazione e vuotezza di valori e principi, stanno facendo precipitare le nostre società occidentali dentro un relativismo imperante.

Il significato della vita di un uomo, che ha come strumento la consapevolezza del mondo, e come fine, la felicità, sta nella sua capacità di sognare e di sapere tradurre una parte dei suoi sogni in realtà.
Come puoi dunque non credere in un sogno (Dio), quando l’alternativa è il nulla?

GJTirelli

Nessun commento: