venerdì 11 aprile 2014

QUESTO MALEDETTO PIL


QUESTO MALEDETTO PIL

L’ebetino di Firenze mette sul piatto 80 euro. Miserabile!! La paghetta per i prossimi vent'anni… la mancia ai camerieri per il servizio! Il Nano, rilancia con mezza dentiera, mentre nell'altra mano impugna un cetriolone pronto da infilare nel culo degli italiani.
Come manovre per innescare la crescita, non c’è che dire – non mancano certo di originalità!
Governi che distribuiscono risorse a tutti tranne che ai cittadini, i soli in realtà a potere raddrizzare la baracca con i loro consumi, dando fiato al reparto industriale, che sull’onda di una ritrovata fiducia comincerà ad assumere personale.
Senza soldi è difficile consumare quando non arrivi alla fine del mese, oberato e strangolato dal costo dei carburanti, dell’assicurazione auto, dal bollo, dagli affitti, dal mutuo della casa, dall’imu, dalle bollette energetiche, quote fisse, dalla tassa sulla spazzatura, dalle sanzioni amministrative, dalle tariffe autostradali, passaggio di
proprietà, dai tiket sanitari - senza potere acquistare un paio di occhiali da vista per via dei costi scandalosi, o curarsi i denti senza avere acceso preventivamente un’ipoteca sulla casa, o indotto tua figlia e la moglie alla prostituzione al fine di racimolare la somma necessaria all’intervento. Le cose stanno esattamente così.
Loro, i grandi delinquenti e parassiti, danno soldi alle banche, alle assicurazioni, a manager e A.D. delle grandi lobby di potere – foraggiano sciacalli, servi, faccendieri massoni, prestanome, per controllare, monitorare, e in fine reprimere, le possibili rimostranze che possano destabilizzare le perverse logiche del Sistema.
Questo maledetto PIL che si vuole che sia un indicatore per misurare il livello di benessere di un paese, non è, che un grande contenitore pieno di merda, dove si convoglia tutto quel movimento di denaro che per il 99% è il prodotto della distruzione ambientale, della corruzione, dell’usura, e relativo al commercio di beni inutili, effimeri, voluttuari, e dannosi per la salute umana.
Per come stanno andando le cose, la tendenza è  a non consumare, che sott’intende non produrre, e quindi licenziare.
La gente comune che è stata costretta dalla “Crisi” ha ridimensionare drasticamente il suo tenore di vita riducendo tutto all’essenziale, ha finalmente, forzatamente compreso (anche se fuori tempo massimo), che tutta quella lunga lista di beni, che un tempo acquistava sulla spinta di falsi bisogni indotti dal plagio mediatico, in realtà non sono di alcuna utilità. Ma non solo; hanno peggiorato la condizione umana, azzerando ogni barlume di autentica felicità. Questo mio, è un dato di fatto incontrovertibile, che misura la felicità, usando come parametri assoluti, la qualità della vita e l’integrità dell’ambiente.

Ci hanno ridotti a meri clienti classificabili esclusivamente sulla base del loro potere d’acquisto. Ma oggi le nostre tasche sono vuote, abbiamo le pezze al culo, non si batte un chiodo, e immaginare di spendere un solo euro per qualcosa che non sia pertinente con un bisogno primario, è l’ultimo dei pensieri. L’industria dell’effimero, del “non necessario” (che rappresenta un buon 90%) è destinata ad implodere a breve, lasciando sul campo milioni di lavoratori.
Se non si lasciano soldi nelle tasche dei cittadini, riducendo a un terzo tutte quelle spese di natura estorsiva che lo Stato pretende, e che sul loro mancato pagamento impone nuovi balzelli, more e interessi centuplicati, dimentichiamoci ogni concetto di crescita, di ripresa, di sviluppo, e rassegnamoci al peggio del peggio.
Solo le logiche perverse di questa classe politica escrementizia, prevedono che in tempo di crisi si debbano finanziare i ladri e fare morire i derubati.
Dare soldi alle banche e alle imprese per fare ripartire la baracca, è un contrasto logico a tal punto madornale, da essere a buon diritto registrato fra gli ossimori più clamorosi e demenziali partoriti dalle manovre di questo governo.  
Presto la disoccupazione raggiungerà livelli impressionanti, e forse qualcuno comincerà a capire che solo la terra è il vero potere – il solo padrone al quale possiamo sottometterci serenamente, senza diventarne schiavi e servi, ma ritrovare in Lei l’autentico significato di libertà. Qui non si cava un ragno da un buco. E’ tempo di fare di necessità virtù - imbracciare la zappa e cominciare a faticare! Un’occupazione sicura, salutare e onorevole.


GJTirelli

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