Due parole su Expo e il 1° Maggio milanese
(30 Maggio 2015)
«Il rapido sgonfiarsi delle velleità di Syriza e un
timido accenno di ripresa economica in USA ed Unione Europea – ripresa
ben reale, ma dettata soprattutto dall'abbassamento del prezzo del
petrolio e dalla svalutazione dell'Euro – permettono ai buffoni di corte
di gridare nuovamente al miracolo: l'uscita dalla crisi sarebbe dietro
l'angolo. In verità, il break non è che momentaneo: il buon Michael
Roberts, nelle sue "Predictions for 2015", preconizza un'ultima altalena
(ripresa-recessione-ripresa) prima che il ciclo di Kondrat'ev tocchi il
suo punto più basso verosimilmente nel 2018. Ciò che è perfettamente
plausibile. Intanto, nell'immediato, i tempi restano movimentati da
improvvise fiammate: in primis, le rivolte del proletariato nero negli
Stati Uniti (Ferguson e Baltimora) e di quello ebraico-etiopico in
Israele. Qui ci occuperemo però del corteo del 1° Maggio a Milano, non
fosse che per evidenti ragioni di prossimità geografica. Le letture
fatte a caldo da protagonisti e osservatori partecipi della
manifestazione milanese, sono state numerose e variegate (cfr.
l'Appendice): abbiamo tentato di effettuarne una sintesi... di parte.»
L'articolo integrale è consultabile sul nostro blog.
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Il Lato Cattivo
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