giovedì 31 dicembre 2009

AGGIORNAMENTI DAL CAIRO

Conferma la Farnesina

Il Cairo, due italiani feriti durante la manifestazione pro-Gaza

Manifestazione al Cairo  Manifestazione al Cairo
ultimo aggiornamento: 31 dicembre, ore 14:37
Il Cairo, 31 dic. (Adnkronos/Ign) - Scontri tra polizia e manifestanti della Gaza Freedom March davanti al museo Egizio.Mila Pernice del Forum Palestina: "Siamo tutti seduti e circondati da 2-3 file di poliziotti che continuano ad avanzare lentamente"
Il Cairo, 31 dic. (Adnkronos/Ign) - Due italiani sono rimasti feriti al Cairo durante la manifestazione a sostegno di Gaza, cui partecipano centinaia di attivisti di vari Paesi. Lo hanno riferito fonti della Farnesina, precisando che l'ambasciata italiana in Egitto sta seguendo la vicenda. Il corteo si è svolto davanti al museo Egizio dove si sono registrati scontri tra le forze di polizia egiziane e i manifestanti della Gaza Freedom March.

Dopo il rifiuto delle autorità egiziane di concedere l'autorizzazione ai 1.400 attivisti pro-palestinesi, membri di 42 delegazioni internazionali, che intendevano recarsi oggi nella Striscia di Gaza in occasione dell'anniversario dell'operazione 'Piombo Fuso', i manifestanti hanno deciso di radunarsi nel centro della capitale egiziana, provocando l'intervento della polizia.

"Siamo fermi nel punto in cui ci eravamo radunati davanti al Museo egizio - riferisce all'ADNKRONOS Mila Pernice, del Forum Palestina- siamo tutti seduti e circondati da 2-3 file di poliziotti che continuano ad avanzare lentamente, chiudendoci in uno spazio sempre più ristretto". Una donna italiana, in seguito agli scontri è stata colta malore, riferisce ancora la Pernice, è stata portata via da un'auto della nostra ambasciata che, secondo quanto afferma l'attivista pro palestinese, "sta seguendo minuto per minuto" gli avvenimenti.

"Vogliamo rimanere qui -spiega ancora l'attivista del Forum Palestina- per far conoscere le ragioni della nostra presenza , ma la situazione è molto difficile".Oggi pomeriggio a Roma il Forum Palestina ed altre organizzazioni hanno convocato una manifestazione di protesta davanti all'ambasciata dell'Egitto in via Salaria 267 a partire dalle 16 e fino alle 18. Altre manifestazioni sono previste, sempre per oggi, a Londra e a Parigi.
FONTE ADNKRONOS

mercoledì 30 dicembre 2009

SOLIDARIETA' E NON SOLO, AL POPOLO PALESTINESE

FUORIPAGINA
30/12/2009
  • | Michele Giorgio.
    Verso Gaza: la marcia apre il muro egiziano

    E’ il primo ma significativo successo della «Gaza Freedom March» in terra egiziana. L’intensificarsi delle manifestazioni al Cairo dei millequattrocento attivisti internazionali che intendono rompere il blocco israeliano (ed egiziano) della striscia di Gaza e l’attenzione crescente dei mezzi d’informazione di tutto il mondo, hanno convinto le autorità egiziane a fare un passo indietro, dopo che per giorni avevano categoricamente escluso di poter aprire il valico di Rafa.........
    >>>continua su www.ilmanifesto.it

lunedì 28 dicembre 2009

COLPIRE AI FIANCHI .....LO PUO' FARE CHIUNQUE!!!..........ECCO COME.......

I GENERALI FANNO INCONTRARE I COLONNELLI, PER GLI ULTIMI DETTAGLI

Podestà: "Ok riforme con Lega e Pd"
"Insieme a Pdl è 85% del Paese"
Convegno a Milano sulla Riforme, con la partecipazione del ministro dell’Interno Maroni, di Luciano Violante, Gaetano Pecorella, Roberto Formigoni e del padrone di casa, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà “
.............................
Violante: "Ridiscutere assetto istituzionale magistratura"
Tra le richieste che il Pd pone per portare avanti un dialogo con la maggioranza ci sono, come ha spiegato Violante, la necessita' di "ridurre il numero dei parlamentari, differenziare le funzioni di Camera e Senato, rafforzare i poteri del presidente del Consiglio in Parlamento e i poteri di controllo dello stesso Parlamento". Violante ha posto poi l'accento sulla necessita' di "ridiscutere l'assetto istituzionale della magistratura e i rapporti tra giustizia e politica, ferma restando l'assoluta indipendenza e autonomia di tutte le magistrature".

DELLA SERIE....RAPPRESENTIAMO LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI
(io direi,da verificare in proposito) il resto non conta un CAZZO!!
A firma dei..... MARCHESI DEI GRILLI!!

domenica 27 dicembre 2009

NO ! AGLI INCIUCI ! e VIA AL "NO D'ALEMA DAY"

http://www.youtube.com/watch?v=tr2S16V0z5E

NO ! AGLI INCIUCI ! e VIA AL "NO D'ALEMA DAY"

''Forza D'Alema'', è invece l'auspicio che arriva da Farefuturo, la fondazione del presidente della Camera Gianfranco Fini. In una lettera aperta dal titolo 'Caro D'Alema, forza e coraggio...' a firma di Sergio Talamo, Ffwebmagazine, il magazine online della fondazione augura un ''felicissimo 2010'' all'ex ministro degli Esteri, con la speranza ''che sia l'anno di una politica credibile in cui le parti si legittimano e si accordano sulle riforme necessarie al paese''.

''E' stato, onorevole D'Alema, un anno di insulti, spatuzzate, statuette e puttanate: ci scusi il termine ma lo intendiamo in senso letterale, cioè come cose afferenti a persone che esercitano quel mestiere - scrive Talamo - Ci serve un 2010 di politica più alta. Serve a tutti, e - ci permetta - serve soprattutto al suo partito''.

''Quando il segretario del suo partito dice che il dialogo dipende dal Pdl, non comincia molto bene - si legge ancora - Tutti sanno che per percorrere tale strada, c è bisogno di sgombrarla da un macigno: l'accerchiamento giudiziario cui è sottoposto il presidente del Consiglio. La palla è nel vostro campo, e solo in quello. Nel Pdl non c'è un cane che non abbia interesse al dialogo. Da voi invece ci sono tanti guastatori, tra cui spicca persino il suo amico Veltroni''. ''Non sappiamo con quale D Alema avremo a che fare - conclude Ffwebmagazine - ma per ora siamo in clima di festa e quindi diciamo 'Forza D Alema'''.

venerdì 25 dicembre 2009

F A N T A P O L I T I C A...?? ALLA LUCE DI QUANTO STA ACCADENDO....

http://www.youtube.com/watch?v=KadcXudB0fU

ALMENO, RIFLETTIAMOCI UN PO'.

PER CHI...VUOLE SAPERNE DI PIU'.

FUORIPAGINA
| Marco d'Eramo

Passata negli Usa
la riforma sanitaria
voluta da Obama

È finalmente passata ieri, al Senato di Washington, la legge di riforma sanitaria su cui il presidente Obama ha puntato molta della sua immagine politica. Ancora difficile dire cosa resta del progetto iniziale, anche perché la legge del senato andrà unificata con quella della camera. La battaglia non è ancora conclusa>>>>>>continua su>>>>>
www.ilmanifesto.it

giovedì 24 dicembre 2009

BUON.....NIENTE

AGLI IPOCRITI, AI FALSI, AGLI OPPORTUNISTI CHE LUCRANO SULLE SOFFERENZE ALTRUI, A TUTTI COLORO
CHE AUGURANO BUONE FESTE AI :

Disoccupati
Precari
Malati
Cassaintegrati
Carcerati
Senzatetto
Terremotati
(chiedo scusa a tutti i dimenticati della terra)

PERCHE' E' D'OBBLIGO A NATALE,FARE GLI AUGURI, PUR SAPENDO CHE NON PASSERANNO UN "BUON NATALE" (perchè a natale siamo tutti più BUONI...)

ANDATE A FARVI FOTTERE, SPERO VI AFFOGHIATE STASERA O IN QUESTI GIORNI, NEL FESTEGGIARE!!

PS...chi vuole intendere, INTENDA!

mercoledì 23 dicembre 2009

NO ! AGLI INCIUCI ! e VIA AL "NO D'ALEMA DAY"


http://www.youtube.com/watch?v=_Ggn7FRYq5Y

ULTERIORE ESEMPIO DI COME IL PD E COMPANY, SI ORGANIZANO PER CONTRASTARE IL CENTRO DESTRA

| Matteo Bartocci
Elezioni regionali, l'incubo pugliese

Da «laboratorio Puglia» a incubo Puglia. Lo scenario della regione in vista del voto di marzo svela il volto peggiore della politica. Le primarie chieste dal presidente uscente Nichi Vendola (leader di Sinistra ecologia e libertà) come unica condizione naturale per farsi da parte, se sconfitto dal voto popolare, le ha ufficialmente sepolte una riunione a porte chiuse del Pd locale con Massimo D'Alema lunedì pomeriggio. Una riunione dopo la quale il segretario regionale democratico Sergio Blasi ha letto una nota senza accettare nessuna domanda da parte dei giornalisti. Stesso comportamento ieri, quando invece che leggerla di persona, Blasi ha inviato alle agenzie un semplice comunicato con cui il Pd candida ufficialmente alla poltrona della regione Michele Emiliano, eletto da meno di un anno sindaco di Bari.
Una decisione non condivisa che provoca la reazione durissima della minoranza «franceschiniana». L'assessore regionale alle Opere pubbliche Fabiano Amati (Pd) è furibondo: «Se quella di Blasi non è una bufala dovrei pensare all'impeachment o a una tattica che istiga alla scissione da parte di chi ha perso e ricorre a trucchi per vincere». Il segretario provinciale del Pd di Bari, Dario Ginefra, parla di «una posizione autorevole ma personale» dello stesso Blasi, che secondo lui non può esprimersi prima del parlamentino regionale del Pd convocato il 28 dicembre. Nel frattempo già stamane Blasi dovrebbe convocare i possibili alleati - Udc e Io Sud della ex An Poli Bortone - per ufficializzare la scelta di Emiliano. Ma entrambe le formazioni centriste, corteggiate anche dal Pdl di Raffaele Fitto, hanno già detto che diserteranno l'appuntamento in attesa che il Pd decida che rotta prendere. Se ne parlerà a gennaio.
E Michele Emiliano, che lunedì in consiglio comunale aveva giurato di non volersi candidare alla regione, fa sapere ieri che lui sì potrebbe anche farlo, purché si approvi una leggina ad personam in consiglio regionale che gli consenta di rimanere sindaco anche se è candidato alla regione. La legge elettorale pugliese, infatti, contiene una clausola (originariamente pensata contro Poli Bortone, ex sindaco di Lecce) che vieta ai primi cittadini di candidarsi alla presidenza. In altre parole, se Emiliano correrà a marzo dovrà prima lasciare Bari senza avere garanzie sul suo futuro.
Il Pd è corso ai ripari per tempo e il 19 gennaio ha fatto calendarizzare in consiglio la modifica sui sindaci. Emiliano ci penserà solo allora. E assicura di avere «il 60% dei consensi» in Puglia anche se ammette che «quel 4-6% che Vendola potrebbe portarmi via» potrebbe essere decisivo alla conta finale. Il governatore uscente, dal canto suo, non commenta il caos democratico e insiste sulle primarie: «Rispetto la vita di quel partito ma io non mollo».
Le primarie di coalizione, su cui c'è il veto nazionale dell'Udc, sono scomparse anche nel Lazio, dove Luigi Nieri (assessore uscente sempre di Sel) continua a chiederle per la scelta del successore di Marrazzo.

Da Fuoripagina del giornale IL MANIFESTO.

TUTTO CIO' RAPPRESENTA ANCORA IL "MENO PEGGIO" !!

martedì 22 dicembre 2009


http://www.youtube.com/watch?v=_nk41wuC81Q

NO ! AGLI INCIUCI ! e VIA AL "NO D'ALEMA DAY"

LE RAGIONI PER COMBATTERE IL SISTEMA, E NON SOLO IL "berlusconismo"

GRAVISSIMA L'ESPULSIONE FORZATA DEGLI OPERAI DAL PALAZZETTO DI FABRIANO.Fabriano, 17 dicembre 2009

Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria indignazione per l’allontanamento coatto, con metodi fascisti, dal palazzetto dello sport di Fabriano, avvenuto oggi (17/12/2009 ndr) ai danni degli operai del gruppo “effetti collaterali” -gli stessi che si sono resi protagonisti, un mese fa, dell’eclatante occupazione degli uffici della Merloni-.
Infatti, quando gli operai, durante la conclusione della manifestazione congiunta di CGIL-CISL-UIL <> con le prestigiose presenze di Epifani e Bonanni, hanno preteso fosse letto un loro breve comunicato (che alleghiamo ndr), si è attivato il servizio d’ordine composto da delegati sindacali e dalle Forze dell’Ordine (allertate dagli stessi).
L’epurazione è avvenuta senza troppi complimenti anche da parte di membri della Fiom: sigla che aveva preso parte attiva all’occupazione e, seppur timidamente, appoggiato (ora possiamo affermarlo con certezza) opportunisticamente l’azione degli operai durante l’occupazione.
Anche oggi si è consumato l’ennesimo concistoro della burocrazia sindacale italiana e marchigiana che, alle spalle dei lavoratori, confabula per conservare i propri privilegi di casta attraverso “compromessi sempre più compromettenti” con il padronato. Invece di sciorinare continuamente la propria vicinanza agli operai, salvo poi attuare purghe improvvisate contro chiunque disturbi questa inquietante pace sindacale, i sindacati, ed in particolare la FIOM-CGIL, si assumano la responsabilità di un’azione conseguente contro il Governo Berlusconi e contro il tentativo di far pagare ai lavoratori ed alle proprie famiglie la crisi del capitalismo. Oppure decidano una volta per tutte, e lo rendano finalmente noto, chi sono i loro veri referenti politici: i lavoratori o i padroni, i banchieri, i politici neoliberisti?
Ribadiamo ancora una volta la necessità di:
Uno sciopero generale prolungato fino alla caduta del Governo Berlusconi
Un coordinamento di tutti i presidi, le occupazioni e gli altri movimenti spontanei di lotta che stanno nascendo rapidamente in tutto il paese, per un’azione unitaria e più incisiva
La necessità della Nazionalizzazione, senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori, per tutte le aziende in crisi e la ripartizione, a parità di stipendio, del lavoro esistente tra tutti i lavoratori

sabato 19 dicembre 2009

Il discorso del presidente venezuelano al vertice climatico di Copenhagen

DI HUGO CHAVEZ

Signor Presidente, signori, signore, amici e amiche, prometto che non parlerò più di quanto sia già stato fatto questo pomeriggio, ma permettetemi un commento iniziale che avrei voluto facesse parte del punto precedente discusso da Brasile, Cina, India e Bolivia. Chiedevamo la parola, ma non è stato possibile prenderla.

Ha parlato la rappresentante della Bolivia, e porgo un saluto al compagno Presidente Evo Morales qui presente, Presidente della Bolivia.

Tra varie cose ha detto, ho preso nota: il testo che è stato presentato non è democratico, non è rappresentativo di tutti i paesi. Ero appena arrivato e mentre ci sedevamo abbiamo sentito il Presidente della sessione precedente, la signora Ministra, dire che c’era un documento da queste parti, che però nessuno conosce: ho chiesto il documento, ancora non l’abbiamo. Credo che nessuno sappia di questo documento top secret.

Certo, la collega boliviana l’ha detto, non è democratico, non è rappresentativo, ma signori e signore: siamo forse in un mondo democratico? Per caso il sistema mondiale è rappresentativo? Possiamo aspettarci qualcosa di democratico e rappresentativo nel sistema mondiale attuale? Su questo pianeta stiamo vivendo una dittatura imperiale e lo denunciamo ancora da questa tribuna: abbasso la dittatura imperiale! E che su questo pianeta vivano i popoli, la democrazia e l'uguaglianza!

E quello che vediamo qui è proprio il riflesso di tutto ciò: esclusione. C'è un gruppo di paesi che si credono superiori a noi del sud, a noi del terzo mondo, a noi sottosviluppati, o come dice il nostro grande amico Eduardo Galeano: noi paesi avvolti come da un treno che ci ha avvolti nella storia [sorta di gioco di parole tra desarrollados = sviluppati e arrollados = avviluppati NdT]. Quindi non dobbiamo stupirci di quello che succede, non stupiamoci, non c'è democrazia nel mondo e qui ci troviamo di fronte all'ennesima evidenza della dittatura imperiale mondiale.

Poco fa sono saliti due giovani, per fortuna le forze dell'ordine sono state decenti, qualche spintone qua e là, e i due hanno cooperato, no? Qui fuori c'è molta gente, sapete? Certo, non ci entrano tutti in questa sala, sono troppi; ho letto sulla stampa che ci sono stati alcuni arresti, qualche protesta intensa, qui per le strade di Copenaghen, e voglio salutare tutte quelle persone qui fuori, la maggior parte delle quali sono giovani.

Non ci sono dubbi che siano giovani preoccupati, e credo abbiano una ragione più di noi per essere preoccupati del futuro del mondo; noi abbiamo – la maggior parte dei presenti – già il sole dietro le spalle, ma loro hanno il sole in fronte e sono davvero preoccupati. Qualcuno potrebbe dire, Signor Presidente, che un fantasma infesta Copenaghen, parafrasando Karl Marx, il grande Karl Marx, un fantasma infesta le strade di Copenaghen e credo che questo fantasma vaga per questa sala in silenzio, gira in quest'aula, tra di noi, attraversa i corridoi, esce dal basso, sale, è un fantasma spaventoso che quasi nessuno vuole nominare: il capitalismo è il fantasma, quasi nessuno vuole nominarlo.

È il capitalismo, sentiamo ruggire qui fuori i popoli. Stavo leggendo qualcuna delle frasi scritte per strada, e di questi slogan (alcuni dei quali li ho sentiti anche dai due giovani che sono entrati), me ne sono scritti due. Il primo è Non cambiate il clima, cambiate il sistema.

E io lo riprendo qui per noi. Non cambiamo il clima, cambiamo il sistema! E di conseguenza cominceremo a salvare il pianeta. Il capitalismo, il modello di sviluppo distruttivo sta mettendo fine alla vita, minaccia di metter fine alla specie umana. E il secondo slogan spinge alla riflessione. In linea con la crisi bancaria che ha colpito, e continua a colpire, il mondo, e con il modo con cui i paesi del ricco Nord sono corsi in soccorso dei bancari e delle grandi banche (degli Stati Uniti si è persa la somma, da quanto è astronomica). Ecco cosa dicono per le strade: se il clima fosse una banca, l'avrebbero già salvato.

E credo che sia la verità. Se il clima fosse una delle grandi banche, i governi ricchi l'avrebbero già salvato. Credo che Obama non sia arrivato, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace quasi nello stesso giorno in cui mandava altri 30mila soldati ad uccidere innocenti in Afghanistan, e ora viene qui a presentarsi con il Premio Nobel per la Pace, il Presidente degli Stati Uniti. Gli USA però hanno la macchinetta per fare le banconote, per fare i dollari, e hanno salvato, vabbè, credono di aver salvato, le banche e il sistema capitalista.

Bene, lasciando da parte questo commento, dicevo che alzavamo la mano per unirci a Brasile, India, Bolivia e Cina nella loro interessante posizione, che il Venezuela e i paesi dell'Alleanza Bolivariana condividono fermamente; però non ci è stata data la parola, per cui, Signor Presidente, non mi conteggi questi minuti, la prego.

Ho conosciuto, ho avuto il piacere di conoscere Hervé Kempf – è qui in giro -, di cui consiglio vivamente il libro “Perché i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta”, in francese, ma potete trovarlo anche in spagnolo e sicuramente in inglese. Hervé Kempf: Perché i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta. Per questo Cristo ha detto: E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. Questo l'ha detto Cristo nostro Signore.

....... Bene, Signor Presidente, il cambiamento climatico è senza dubbio il problema ambientale più devastante di questo secolo, inondazioni, siccità, tormente, uragani, disgeli, innalzamento del livello del mare, acidificazione degli oceani e ondate di calore, tutto questo acuisce l'impatto delle crisi globali che si abbattono su di noi. L'attività umana d'oggi supera i limiti della sostenibilità, mettendo in pericolo la vita del pianeta, ma anche in questo siamo profondamente disuguali.

Voglio ricordarlo: le 500 milioni di persone più ricche del pianeta, 500 milioni, sono il sette per cento, sette per cento, seven per cento della popolazione mondiale. Questo sette per cento è responsabile, queste cinquecento milioni di persone più ricche sono responsabili del cinquanta per cento delle emissioni inquinanti, mentre il 50 per cento più povero è responsabile solo del sette per cento delle emissioni inquinanti.

Per questo mi sembra strano mettere qui sullo stesso piano Stati Uniti e Cina. Gli Stati Uniti hanno appena 300 milioni di abitanti. La Cina ha una popolazione quasi 5 volte più grande di quella degli USA.

Gli Stati Uniti consumano più di 20 milioni di barili di petrolio al giorno, la Cina arriva appena ai 5,6 milioni di barili al giorno, non possiamo chiedere le stesse cose agli Stati Uniti e alla Cina. Ci sono questioni da discutere, almeno potessimo noi Capi di Stato e di Governo sederci a discutere davvero di questi argomenti.

Inoltre, Signor Presidente, il 60% degli ecosistemi del pianeta hanno subito danni e il 20% della crosta terrestre è degradata; siamo stati testimoni impassibili della deforestazione, della conversione di terre, della desertificazione e delle alterazioni dei sistemi d'acqua dolce, dello sovrasfruttamento del patrimonio ittico, della contaminazione e della perdita della diversità biologica. Lo sfruttamento esagerato della terra supera del 30% la sua capacità di rigenerazione.

Il pianeta sta perdendo ciò che i tecnici chiamano la capacità di autoregolarsi, il pianeta la sta perdendo, ogni giorno si buttano più rifiuti di quanti possano essere smaltiti. La sopravvivenza della nostra specie assilla la coscienza dell'umanità. Malgrado l'urgenza, sono passati due anni dalle negoziazioni volte a concludere un secondo periodo di compromessi voluto dal Protocollo di Kyoto, e ci presentiamo a quest'appuntamento senza un accordo reale e significativo.

E voglio dire che riguardo al testo creato dal nulla, come qualcuno l'ha definito (il rappresentante cinese), il Venezuela e i paesi dell'Alleanza Bolivariana per le Americhe, noi non accettiamo nessun altro testo che non derivi dai gruppi di lavoro del Protocollo di Kyoto e della Convenzione: sono i testi legittimi su cui si sta discutendo intensamente da anni.

E in queste ultime ore credo che non abbiate dormito: oltre a non aver pranzato, non avete dormito. Non mi sembra logico che ora si produca un testo dal niente, come dite voi. L'obiettivo scientificamente sostenuto di ridurre le emissioni di gas inquinanti e raggiungere un accordo chiaro di cooperazione a lungo termine, oggi a quest'ora, sembra aver fallito.Almeno per il momento. Qual è il motivo? Non abbiamo dubbi. Il motivo è l'atteggiamento irresponsabile e la mancanza di volontà politica delle nazioni più potenti del pianeta...

Il conservatorismo politico e l'egoismo dei grandi consumatori, dei paesi più ricchi testimoniano di una grande insensibilità e della mancanza di solidarietà con i più poveri, con gli affamati, con coloro più soggetti alle malattie, ai disastri naturali, Signor Presidente, è chiaramente un nuovo ed unico accordo applicabile a parti assolutamente disuguali, per la grandezza delle sue contribuzioni e capacità economiche, finanziarie e tecnologiche, ed è evidente che si basa sul rispetto assoluto dei principi contenuti nella Convenzione.

I paesi sviluppati dovrebbero stabilire dei compromessi vincolanti, chiari e concreti per la diminuzione sostanziale delle loro emissioni e assumere degli obblighi di assistenza finanziaria e tecnologica ai paesi poveri per far fronte ai pericoli distruttivi del cambiamento climatico. In questo senso, la peculiarità degli stati insulari e dei paesi meno sviluppati dovrebbe essere pienamente riconosciuta.

.... Le entrate totali delie 500 persone più ricche del mondo sono superiore alle entrate delle 416 milioni di persone più povere, le 2800 milioni di persone che vivono nella povertà, con meno di 2 dollari al giorno e che rappresentano il 40 per cento della popolazione mondiale, ricevono solo il 5 per cento delle entrate mondiale...

Ci sono 1100 milioni di persone che non hanno accesso all'acqua potabile, 2600 milioni prive di servizio di sanità, più di 800 milioni di analfabeti e 1020 milioni di persone affamate: ecco lo scenario mondiale.

E ora, la causa, qual è la causa? Parliamo della causa, non evitiamo le responsabilità, non evitiamo la profondità del problema, la causa senza dubbio, torno all'argomento di questo disastroso scenario, è il sistema metabolico distruttivo del capitale e della sua incarnazione: il capitalismo.

Ho qui una citazione di quel gran teologo della liberazione che è Leonardo Boff, come sappiamo, brasiliano, che dice: Qual è la causa? Ah, la causa è il sogno di cercare la felicità con l'accumulazione materiale e il progresso senza fine, usando, per fare ciò, la scienza e la tecnica con cui si possono sfruttare in modo illimitato le risorse della terra.

Può una terra finita sopportare un progetto infinito? La tesi del capitalismo, lo sviluppo infinito, è un modello distruttivo, accettiamolo.

..... Noi popoli del mondo chiediamo agli imperi, a quelli che pretendono di continuare a dominare il mondo e noi, chiediamo loro che finiscano le aggressioni e le guerre. Niente più basi militari imperiali, né colpi di Stato, costruiamo un ordine economico e sociale più giusto e equitativo, sradichiamo la povertà, freniamo subito gli alti livelli di emissioni, arrestiamo il deterioramento ambientale ed evitiamo la grande catastrofe del cambiamento climatico, integriamoci nel nobile obiettivo di essere tutti più liberi e solidari.

.... Questo pianeta è vissuto migliaia di milioni di anni, e questo pianeta è vissuto per migliaia di milioni di anni senza di noi, la specie umana: non ha bisogno di noi per esistere. Bene, noi senza la Terra non viviamo, e stiamo distruggendo il Pachanama*, come dice Evo e come dicono i nostri fratelli aborigeni del Sudamerica...

Hugo Chavez

Fonte: http://selvasorg.blogspot.com
Testo originale: http://selvasorg.blogspot.com/2009/12/discurso-de-chavez-en-copenhage.html
16.12.2009

Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di MARINA GERENZANI

*Pachanama = Madre Terra

venerdì 11 dicembre 2009

Tfr: un furto annunciato

Stupisce che i complici si stupiscano

(11 dicembre 2009)

"La decisione del Governo di utilizzare oltre 3 miliardi di Euro provenienti dagli accantonamenti del Tfr dei lavoratori a copertura di un terzo dell'intera Finanziaria è un furto annunciato", afferma Pierpaolo Leonardi, Cordinatore nazionale RdB. "Già dalla decisione di trasferire il Tfr dalle aziende ai fondi pensione e all'Inps era chiaro che il risparmio affidato ai fondi pensione sarebbe diventato carta straccia, e quello all'Inps sarebbe stato utilizzato dal Tesoro a copertura di esigenze che nulla hanno a che vedere con la previdenza dei lavoratori".

"Dunque, non ci stupisce tanto questo - prosegue Leonardi - quanto il fatto che Cgil, Cisl, Uil, Ugl, che hanno fortemente voluto e sostenuto il trasferimento del Tfr ai fondi pensione e lo smantellamanto di fatto dell'istituto del Tfr, oggi si stupiscano dell'uso che il Governo ne intende fare ".

Conclude il Coordinatore RdB: "Non solo RdB diffida il governo dall'utilizzare questi fondi in modo diverso da quello che è il loro unico scopo, ovvero garantire la buonuscita dei lavoratori, ma ritiene che sia ormai improcrastinabile l'introduzione di una norma che almeno consenta od ogni singolo lavoratore di fare marcia indietro e di riprendersi i propri risparmi".

Roma, 10 dicembre 2009

RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE – FEDERAZIONE NAZIONALE

fonte: webmaster@rdbcub.it

giovedì 10 dicembre 2009

Volontari da tutto il mondo nella striscia di Gaza

La Gaza Freedom March non si limiterà a deplorare la brutalità israeliana, ma agirà per fermarla

(10 dicembre 2009)

Mancano meno di tre settimane alla partenza delle delegazioni internazionali che parteciperanno alla Gaza Freedom March, e non è esagerato dire che si tratterà di una manifestazione che passerà alla storia. Ad un anno dalla criminale aggressione israeliana, volontari provenienti da tutto il mondo entreranno nella Striscia di Gaza tuttora sottoposta ad un feroce embargo internazionale, dove gli aiuti umanitari promessi non sono mai arrivati ed un milione e mezzo di persone vivono ancora assediati e sottoposti alle continue incursioni ed ai bombardamenti israeliani.

I numeri, innanzitutto: ad oggi, sono confermate circa 1.500 presenze, ma il numero è destinato a salire, perché stanno ancora arrivando i dati relativi ad altre conferme. La delegazione italiana promossa dal Forum Palestina sarà composta da oltre 80 volontari, esponenti di diverse associazioni e comitati di solidarietà, ed ha ricevuto il sostegno degli europarlamentari Luigi De Magistris, Gianni Vattimo e Sonia Alfano, Presidente dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Mafia. Fra i sostenitori, anche Vittorio Agnoletto e Marco Rizzo, oltre a numerosi intellettuali, esponenti del sindacalismo di base e rappresentanti della società civile. La delegazione italiana si muoverà insieme a quella francese promossa da Europalestine, con oltre 300 partecipanti e quella belga, che conta oltre 50 partecipanti. Dagli Stati Uniti, l’associazione Code Pink, che ha promosso la Gaza Freedom March, ha già comunicato la partecipazione di oltre 350 volontari, altri 200 arriveranno dall’America Latina, circa 20 dal Giappone ed una decina dall’Australia. Siamo in attesa di conoscere i numeri delle altre delegazioni europee, cui si aggiungono i 200 automezzi della terza carovana promossa dal deputato inglese Geoge Galloway, partita da Londra domenica 6 dicembre e che raggiungerà la Striscia di Gaza il 27 dicembre, per entrarvi insieme alle altre delegazioni, che saranno accolte da decine di migliaia di Palestinesi a Rafah.

Fra i sostenitori internazionali della Marcia, l’ex Presidente degli U.S.A. Jimmy Carter, l’ex Presidente sudafricano Nelson Mandela, il Premio Nobel per la Pace Mairead Maguire, la sopravvissuta dell’Olocausto Hedi Epstein, il musicista dei Pink Ployd Roger Waters, i registi Ken Loach, Oliver Stone ed Aki Kaurismaki, il nipote del Mahatma Arun Gandhi, l’attivista israeliano Jeff Halper, gli scrittori Naomi Klein, Gore Vidal e Noam Chomsky, e moltissimi altri.

La delegazione italiana parteciperà alle iniziative ed agli eventi previsti a Gaza, visiterà le zone devastate dalle aggressioni israeliane e consegnerà gli aiuti umanitari raccolti nei mesi scorsi all’ospedale Al Awda ed all’ospedale Al Quds. Sono in programma anche incontri con i sindacati, le associazioni dei giovani e delle donne palestinesi.

Come hanno dichiarato i promotori della Marcia, non vogliamo limitarci a deplorare la brutalità israeliana, ma vogliamo agire per fermarla, e con essa la complicità della cosiddetta “comunità internazionale”, vale a dire quei governi ciechi e sordi di fronte alla sofferenza del popolo palestinese. Vogliamo dimostrare ancora una volta che i popoli, compreso quello italiano, sono infinitamente migliori di chi li governa. Per questo, in tanti abbiamo scelto di trasformare le festività natalizie in un’azione di solidarietà concreta, vicino a chi oggi soffre l’assedio e l’occupazione.

Il Forum Palestina

fonte: forumpalestina@libero.it

lunedì 7 dicembre 2009

No alla Fiera “Incontro” - organizzata da Provincia di Vicenza e Regione Veneto
(6 dicembre 2009)
Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza esprime la propria indignazione per l'ennesima buffonata creata e organizzata ad hoc dalle aziende di Confindustria, dalle grandi banche, dagli atenei universitari e dalle agenzie interinali che sono presenti in questi due giorni alla Fiera di Vicenza con l’appoggio di Provincia e Regione (in particolare gli assessori Martini e Donazzan). La crisi ha reso palese che le risorse ci sono quando si tratta di foraggiare le grandi banche e le imprese dei padroni. Noi la crisi non la vogliamo più pagare, perché abbiamo pagato fin troppo. Perché è una crisi strutturale dei meccanismi del capitalismo. Che comincino a pagare i padroni con le loro imprese, le banche e i grandi capitali finanziari; che comincino a restituire il maltolto accumulato negli ultimi anni, con gli interessi! L’hanno creata loro la crisi, non noi. Oggi tutti noi studenti siamo precari in formazione, perché la scuola non ci offre nessuna futura garanzia lavorativa. Dopo anni di studi ci aspetta un futuro da precari! Alla Fiera “Incontro” - organizzata da Provincia di Vicenza e Regione Veneto - sono presenti con un sorriso le stesse grandi banche, le stesse aziende e le stesse agenzie interinali che stanno “precarizzando” le nostre vite; tutti questi bei personaggi che non potranno far altro che proporci un futuro da precari. Tra gli espositori alla fiera troviamo anche i commilitoni delle truppe imperialiste che stanno occupando l’Afghanistan. La guerra in Afghanistan ha provocato la morte di oltre 40 mila vittime, in particolar modo civili inermi. La spedizione militare è costata ai lavoratori italiani (in termini di contributi) oltre due miliardi e mezzo di euro e nel 2010 sono previste spese militari per 23,5 miliardi di euro, cifra che equivale all’1,5% del Pil, tutti investimenti sottratti all’istruzione pubblica. In questo “Incontro” si nasconde ciò che è il mondo reale e ci vengono raccontare finte storielle sulle grandi opportunità che ci aspettano quando il presente e il futuro sono fatti di: tagli alle scuole per 8 miliardi di euro, precarietà per noi e per migliaia di lavoratori della conoscenza, licenziamenti di decine di migliaia di persone in tutte le aziende ma in particolare più di 150mila posti in meno tra insegnati e personale ATA. Noi non ci rassegniamo a vedere calpestati i nostri diritti e il nostro futuro: vogliamo una scuola di qualità e non essere schiavi di nessun padrone; vogliamo che il diritto allo studio sia realmente garantito attraverso l’accesso libero, senza numero chiuso o programmato all’università, la riduzione dei costi dei libri, delle tasse e degli affitti per gli alloggi. Riteniamo che debbano essere abrogate le leggi Gelmini ed Aprea e ripristinati i fondi tagliati. Chiediamo che vengano reintegrati tutti gli insegnanti precari e i lavoratori ATA che non si sono visti rinnovare il contratto. RIVENDICHIAMO una scuola e un’università PUBBLICA, LAICA, GRATUITA E DI MASSA, finanziata soprattutto con i soldi che ora vanno alle scuole private e alle spese militari. Vicenza , giovedì 3 dicembre 2009
Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica
fonte: collettivostudenti_vi@yahoo.com
SENTIRE BENE CIO' CHE PENSA SULLA LEGGE CONTRO LE INTERCETTAZIONI

IL....NO D'ALEMA DAY..........SAREBBE IL "Massimo"

IL 6 FEBBRAIO, PROPOSTO DA PIERO RICCA IL ...NO D'ALEMA DAY
SAREBBE UNA SPALLATA FORTE A QUESTO SISTEMA "MARCIO", DA PARTE DELLA
SOCIETA' CIVILE. UNA PRESA DI COSCIENZA E DI MATURITA' CIVILE E SOCIALE,
CHE DA TROPPO TEMPO MANCA AL NOSTRO PAESE.
UN RISCATTO MORALE,SENZA SCONTI PER NESSUNO, PER NON RICADERE NEGLI ERRORI
DEL PASSATO, QUANDO NEL DOPOGUERRA E POI IN TANGENTOPOLI,
IL PERDONO E IL TROPPO GARANTISMO, SONO STATI PER IL POPOLO,
UN ARMA A DOPPIO TAGLIO IN MANO A POTERI OCCULTI.
DOPO UN NO BERLUSCONI DAY...UN NO D'ALEMA DAY.

venerdì 4 dicembre 2009

PER NON DIMENTICARE "STEFANO CUCCHI" E PER RICORDARE CHE, CHI ORDINA LE STRAGI E' UN PERSEGUITATO POLITICO...?? E RIMANE IMPUNITO.

CARCERI: DA 5 MESI ALL'UCCIARDONE PER FURTO TELI DA MARE, DETENUTO MUORE IN CELLA
ultimo aggiornamento: 04 dicembre, ore 14:18

Palermo, 4 dic. - (Adnkronos) - Era finito in carcere per aver rubato due teli da mare e un borsone con alcune creme solari, che aveva poi venduto per procurarsi i soldi necessari a comprare della droga. Per quel furto era stato condannato a otto mesi di reclusione. Ma Roberto Pellicano, 39 anni, tossicodipendente e sieropositivo detenuto al carcere Ucciardone di Palermo, ieri e' stato trovato morto nella sua cella. A stroncarlo, con molta probabilita' e' stato un infarto.

INDULTO, PRESCRIZIONE, PROCESSI BREVI, PER ROBERTO NON ESISTEVANO.....

mercoledì 2 dicembre 2009

!!!!!!! NO !!!!!! PONTE!!!!!!!!

LA STORIA SI RIPETE?....IL POPOLO DELLA "SINISTRA" SA COME REAGIRE.

1 Dicembre 2009 DA "IL MANIFESTO SARDO"

I manganelli, l’inquisizione e la guerra civile

M. L.

La disoccupazione si contrasta anche con i manganelli. Questa è la strada scelta dal governo nei confronti dei lavoratori sardi. Il Ministro degli interni non è più Scelba ma Maroni ne rispetta l’ispirazione e ne riproduce i comportamenti: così, secondo i suoi intendimenti, la protesta di chi perde il lavoro deve essere repressa innanzitutto con le dimostrazioni di forza di chi detiene il potere, non deve estendersi e non deve agire da dispositivo capace di provocare nuove contestazioni. Per due volte in pochi giorni le forze dell’ordine hanno affrontato in tenuta antisommossa i lavoratori dell’Alcoa e li hanno presi a manganellate. Eppure gli operai, giunti nella capitale dopo una notte di viaggio, intendevano chiedere al governo il rispetto delle promesse fatte da Berlusconi durante la campagna elettorale. Ma le manganellate non hanno intimidito i lavoratori e la loro mobilitazione ha ottenuto un primo risultato: sono state ritirate le procedure della cassa integrazione e si è scongiurato il fermo della produzione. Al tempo stesso il governo e i rappresentanti della multinazionale sono stati costretti ad assumere l’impegno per un nuovo incontro da effettuare il prossimo 9 dicembre. Al centro dello scontro rimane il prezzo dell’energia: perché l’Alcoa resti in Italia è necessario che i suoi costi vengano ridotti. Tutti, dal governo all’Enel all’Alcoa, hanno eluso sinora qualsiasi decisione creando un clima di incertezza e precarietà; è pertanto doveroso che il governo assuma impegni precisi e intervenga sui gruppi Enel e E.on,. Il problema non è dunque risolto, troppe volte gli aggiornamenti delle riunioni sono stati usati come pretesti per rinviare le decisioni di chiusura degli stabilimenti. Sono queste le ragioni per cui i lavoratori di Portovesme, nonostante il ritiro delle procedure della cassa integrazione, continuano l’occupazione della fabbrica. Chiedono la garanzia che le attività produttive non vengano interrotte.

Il ministro Sacconi critica spesso la CGIL e la considera legata al passato, a metodi di lotta che non sono consoni all’organizzazione del lavoro così come si è configurata nella fase del capitalismo moderno. Forse il ministro non esprime per intero le sue opinioni perchè in più di una occasione ha mostrato insofferenza per le lotte dei lavoratori e soprattutto verso il sindacato che maggiormente ne rappresenta gli interessi e contrasta le sue posizioni. Non escludiamo che fra le sue aspettative ci sia quella di una crisi definitiva della CGIL, così potrà dialogare di modernità con interlocutori più disponibili come CISL e UIL. Però è curiosa la sua critica agli avvenimenti del ventesimo secolo e l’esaltazione della modernità intesa come superamento delle pratiche e delle conquiste che il mondo del lavoro ha ottenuto nel novecento. È curiosa perché nel suo concetto di modernità è presente l’accettazione di una procedura arbitraria lesiva dei diritti e della dignità della donna, procedura che risale ad un’epoca ben precedente il ventesimo secolo essendo propria dell’Inquisizione. Qual è lo spirito con cui è stata bloccata, con Sacconi uno dei protagonisti, l’immissione in commercio della pillola Ru486, che alleggerisce l’effetto dell’aborto chirurgico? Il ministro si era già distinto in operazioni analoghe quando aveva cercato di opporsi alla sospensione dell’alimentazione forzata nel caso Englaro. Lo stop che è stato imposto è dunque un atto intimidatorio, un pretesto per fermare la circolazione della pillola e imporre alla donna l’obbligo a sottoporsi a procedure sgradevoli e al no degli obiettori. Non un’iniziativa di modernità ma un tentativo di ridimensionare, attraverso il potere dello stato, i diritti della persona.

Il Presidente del Consiglio ha parlato di rischi di guerra civile attribuendo le responsabilità di questo evento alle provocazioni di alcuni magistrati, politicizzati e comunisti. Le esternazioni del Premier non sono una novità, i suoi sensi di colpa sono molteplici e cerca di anticipare gli interventi della magistratura manifestando vittimismo e aggressività. La sua ultima dichiarazione non è comunque cosa da poco. Sono evidenti il tentativo intimidatorio condotto contro le istituzioni e il convincimento che chi vince le elezioni sia autorizzato non solo a governare ma anche ad esercitare il potere sulla magistratura. La gravità della dichiarazione del Premier non è sfuggita all’attenzione del Presidente della Repubblica il quale ha sentito il dovere di inviare un messaggio al paese, soprattutto ai rappresentanti delle istituzioni perché non alimentino tensioni. Spesso il Presidente della Repubblica viene criticato perché non assume una posizione netta nei confronti del governo; talvolta chi fa questa critica attribuisce al Presidente il ruolo di leader dell’opposizione. Così non è. In questa circostanza riteniamo però che l’intervento di Napolitano non sia stato equilibrato. La dichiarazione di Berlusconi andava ripresa in modo inequivocabile e solo così l’invito ad una maggiore sobrietà rivolto alla magistratura sarebbe stato più convincente. In tempi non lontanissimi, in situazioni analoghe, il Pci invitava alla vigilanza. Non era mai chiaro in che cosa consistesse la vigilanza. Ma se attualizziamo quell’invito potremmo dire senza essere fraintesi che occorre intensificare il nostro impegno per far valere la democrazia e i diritti delle persone.