giovedì 29 marzo 2012

GIANGI CAPACCHIETTI – l’uomo con il telefonino – di G.Tirelli


GIANGI CAPACCHIETTI – l’uomo con il telefonino – di G.Tirelli
Qualche settimana fa ho incontrato Giangi, l’uomo con il telefonino.
Erano circa quindici anni che non lo vedevo! Lo trovai invecchiato, imbruttito, curvo, e nei suoi occhi ho scorto il vuoto della sua anima e la follia dei suoi pensieri. Teneva stretto nella mano sinistra, un cellulare di ultima generazione e per una buona mezzora, mi elencò le sue infinite funzioni. Ci sarebbe voluta una vita per conoscerle tutte, e cento vite, per poterle espletare.
Poi, mi ha parlato dei suoi nuovi programmi per il computer e dei prossimi in uscita. Con la sua voce flebile e stonata, mi ha raccontato della morte della madre e del suicidio del figlio - dell’amante virtuale con la quale giornalmente chatta e insieme condivide la sua vita interattiva. Ricordo, che mi parlò di un dolore insistente alla base della nuca, e di un continuo prurito sotto la pianta del piede destro, ma non spese una sola parola sulla nostra trascorsa amicizia, ne mi domandò del presente.  All’improvviso udii il rumore di una motosega in azione a due passi da me, che mi allarmò, ma che subito si spense, quando Giangi si mise a parlare al cellulare. Era la sua personalissima suoneria!!! Dopo circa una ventina di minuti, d’un tratto divenne nervoso: diceva frasi senza senso, emetteva strani e fastidiosi guaiti come se qualcuno dall’altra parte del filo, lo stesse torturando psicologicamente. E poi fu la volta, dei tic nervosi, mentre gocce di sudore gli solcavano la fronte, giù fin dentro la bocca. Adagio si allontanava da me in direzione della metropolitana fino a scomparire fra la folla, con il cellulare incollato all’orecchio  – senza un saluto, un addio, ne una parola!
Oggi ho saputo in maniera del tutto casuale che è passato a miglior vita lunedì 27 marzo 2012, a causa di un tumore a nervo trigemino in metastasi.
LO ZAMPINO DEL DIAVOLO
Io non appartengo all’autorevole categoria di scienziati e ricercatori che, nella citazione “non è stato provato”, intendono, furbescamente, spazzare via ogni possibile dubbio e critica sulle loro invenzioni, ma a quella del buon senso, e della stringente logica del “due più due fa quattro”.
Dovremmo sapere, che esiste un limite etico e deontologico oltre il quale, tutto è profanazione e violazione. Ma queste, non sono cose che s’imparano sui banchi di scuola! Sono connaturate dentro ognuno di noi e, come le idee, anche le scoperte non valgono per quello che rendono, ma per quello che costano in termini di sacrificio, di rispetto dei principi etici e dei reali vantaggi e benefici che apportano alla comunità. Ma questi, sono temi “d’altri tempi”, anacronistici e tromboni, che la modernità rifiuta a priori: quella modernità che, sul profitto, anche se sporco e criminogeno, ha costruito il suo impero perverso.
L'uso dei telefoni cellulari e di altri apparati di comunicazioni wireless "potrebbe causare il cancro negli essere umani". E' il "verdetto" annunciato oggi dall'Agenzia internazionale per la ricerca contro i tumori, organismo di consulenza specializzato dell'Organizzazione mondiale della sanità. Il rischio accertato (a parere dell'Agenzia), riguarda in generale i campi elettromagnetici di radiofrequenza e include i telefoni portatili. Il team, composto da 31 esperti dell'International agency for research on cancer (Iarc), ha raggiunto questa conclusione basandosi sull'analisi degli studi epidemiologici effettuati sugli esseri umani, ma anche su test sugli animali, ed emerge un dato allarmante che collega il cancro così come l’infertilità maschile e l’osteoporosi; all’utilizzo dei telefoni cellulari.
Il “NON E’ ANCORA STATO PROVATO” è quel ritornello molto in uso attraverso il quale ci si vorrebbe lavare la coscienza ed esimersi da ogni oggettiva responsabilità. In realtà le prove ci sono, ed ancora una volta basta il semplice buon senso, cioè ragionare senza farsi condizionare dalla propaganda.
I cellulari (ed anche i cordless) emettono radiazioni elettromagnetiche ad alta potenza, nella fascia dei 900 MHz – 2.4 GHz. Quella dei forni a microonde, per capirci!. Negli anni ’50 negli USA si registrarono vari casi di antennisti radar precocemente invecchiati. Si scoprì che la causa erano le radiazioni emesse dall’antenna, tanto che questa patologia venne chiamata dai giornali “sindrome dell’uomo radar”. Le radiazioni non ionizzanti sono utilizzate anche in campo militare per provocare danni alle persone (ad esempio in URRS furono convogliate sull’ambasciata di un paese poco amato, ed i quel periodo due ambasciatori di fila si ammalarono di cancro) ed il malfunzionamento di apparati elettronici.
Le radiazioni dei cellulari (e dei ripetitori) interferiscono con il DNA delle cellule e col loro meccanismo di riparazione. L’effetto maggiore documentato si ha sul cervello; ad esempio alla University of Washingthon il Dr. Lai (che tra l’altro nel ’99 ha presentato i suoi lavori al convegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Erice) ha dimostrato che anche piccole dosi ripetute di radiazioni, come  quelle dei cordless, si accumulano e provocano lesioni ai tessuti. Recentemente sono stati accolti dalla comunità scientifica degli studi italiani sull’effetto dei cellulari nelle cellule tumorali del cervello.
Mettere proprio sulla testa una sorgente di microonde ad alta intensità è un gesto “sconsiderato”, e tale rimane anche se non riusciamo farne a meno. La Motorola, i primi tempi, consigliava di non puntare l’antenna (che ormai è incorporata nel telefonino) sulle zone delicate del corpo. Periodicamente i cellulari entrano in trasmissione, ed è dannoso trasportarli vicino al cuore, all’addome, agli organi vitali in genere. La cosa peggiore che si possa fare è usarli in macchina, perché l’intensità di campo risulta moltiplicata.
Alcune ricerche effettuate in Inghilterra dimostrano che le radiazioni in macchina provocano uno stato di squilibrio mentale, ed un rallentamento delle reazioni peggiore di quelle dell’alcool. I cordless hanno un livello d’emissione molto più basso, ma la vicinanza alla testa li rende comunque dannosi. È ormai accertato che gli effetti sul cervello e probabilmente sugli altri tessuti sono cumulativi. Cioè, i danni sono irreversibili, e tante piccole esposizioni fanno l’effetto della classica goccia d’acqua.
Ma il pericolo non viene solo da questi strumenti ormai inevitabili. I piloni dell’alta tensione, i trasmettitori/ripetitori radio (compresi quelli del cellulari, della TV, della telefonia) creano un ambiente dannoso alla salute, detto elettrosmog.
Nel ’93 l’industria delle telecomunicazioni ha investito 25 milioni di dollari in una serie di ricerche, per dimostrare che i cellulari non sono dannosi – ma non ne sentirete mai parlare, perché dimostrarono proprio il contrario. Vediamo invece tutti i giorni gli effetti dei soldi che le industrie, avendo mangiato la foglia, spendono per far credere che non esista alcun pericolo, e che a pensarla diversamente sono solo dei visionari, fanatici ed ignoranti. Succede quindi che molti governi (compresi gli USA) ed anche molte regioni Italiane oscillino tra leggi che permettono l’inquinamento generalizzato e leggi che proteggono la salute - quest’ultime nate in quasi sempre dalle pressioni dei cittadini
Per tanto, tutte queste infernali macchinette, assemblate da questa cricca di psicopatici della scienza, per potere funzionare necessitano dello zampino del diavolo. Nulla, della moderna tecnologia avrebbe un senso, senza l’intervento mistificatore del maligno. E il diavolo vuole sempre qualcosa in cambio e, in questo specifico caso del telefono cellulare, il cervello dei nostri ragazzi.
“NON E’ STATO ANCORA PROVATO”, ribatte istericamente lo scienziato, colpito al cuore della sua vanità!
Questi pseudo geni del male, conoscono perfettamente i danni devastanti e le infinite controindicazioni del telefonino, ma negano con forza ogni addebito e responsabilità. Ne va della loro credibilità, e del loro porta fogli, gonfio a dismisura dopo avere sottoscritto il contratto con una riconoscente e sorridente multinazionale.
I tumori al cervello fra i giovani stanno aumentando in modo esponenziale; e non lo dico io, benché lo supponga, ma sono i dati, relativi ai ricoveri di ragazzi affetti da questa patologia che, negli ultimi tempi, sono in vorticoso aumento.
Solo se sapremo rinunciare all’effimero, all’illusorio e alle sterili seduzioni della modernità, potremo ritrovare la libertà perduta, e quella sana gioia che, un tempo, abbiamo barattato, in cambio di una modernità canaglia e foriera di apocalittiche sventure.

Gianni Tirelli

Gli inganni del “risanamento” dello Stato e del “pareggio di bilancio” spiegati a due pensionati. 
(2012-03-28)


Gli inganni del “risanamento” dello Stato e  del “pareggio di bilancio” spiegati a due pensionati.

Cara Signora Ida, Caro Signor Ugo.
Lo dovete sapere, il governo Monti vi sta ingannando, e con lui i telegiornali e i giornali. Vi abbassano la pensione tassandovi, tutto costerà di più dalla benzina ai servizi, siete già più poveri oggi, e domani sarà peggio, per voi e per tutti. Ecco cosa succede.
Quante volte avete sentito le parole “risanare i conti dello Stato, per tornare a crescere”? Ok, tante volte, ogni giorno in Tv. Bene. Signora Ida e Signor Ugo, in che modo il governo di Monti sta facendo il “risanamento”? Spendendo di meno per noi (i famosi tagli) e tassandoci di più. Ok. Ma cosa accade esattamente?
Accade che ciò che il governo non spende per noi (ad esempio servizi o stipendi e pensioni), saremo noi a doverlo spendere pescando nei nostri risparmi o facendo debiti, oppure facendo rinunce anche serie. Semplice, non si scappa. Ma attenti alla trappola: pescare dai risparmi significa impoverirsi un po’, fare debiti significa impoverirsi molto – fare rinunce significa esattamente la stessa cosa, cioè essere più poveri di prima. Risultato: milioni di cittadini diventano un po’ più poveri o molto più poveri. Ok?
Ma il governo che ci “risana” ha deciso che oltre a spendere di meno, ci tassa di più. Noi, che già siamo diventati tutti un po’ più poveri come detto sopra, dovremo anche sborsare altri soldi in tasse, sempre dai risparmi o soldi che non abbiamo. Cioè, sempre meno risparmi, e per molti ancor più debiti. Logicamente, sempre più poveri. Non si scappa.
Ma che fa la gente in massa se gli calano i risparmi o addirittura va a debito? Smette di spendere in tutto quello che non è proprio essenziale. Va meno al cinema, compra meno scarpe, non cambia l’auto, compra meno case, meno cosmetici, meno vestiti, rinuncia alla piscina dei figli, non compra più la carne come prima, beve meno vino, disdice l’abbonamento alle riviste, non ristruttura più la casa, va meno a mangiar fuori ecc. Voi direte: una vita più come ai vecchi tempi. Forse, ma state attenti che per ciascuna di quelle rinunce significa che altrettanti negozi e aziende vendono molto di meno o lavorano molto di meno, finiscono a fallire, tantissimi oggi. E cosa significa? Che tagliano gli stipendi, o licenziano, creano disoccupati, e magari non assumono vostra nipote, che si è laureata e non ha lavoro. Questo è come un effetto domino, cioè cade una pedina e iniziano a cadere tutte le altre, in tutt’Italia, e quindi sempre più impoverimento, che crea incertezza, che crea sempre meno lavoro, che crea sempre più impoverimento.
Badate bene. Eravamo partiti dallo Stato che fa il “risanamento”, PER IL NOSTRO BENE. Dove siamo arrivati? Ecco dove:
Masse di impoveriti in generale che spendono di meno, questo mette in crisi i negozi e le aziende, questo cala gli stipendi e crea più disoccupati, tutti costoro di nuovo spendono molto di meno, e la ruota ricomincia da capo, meno denaro che gira, meno stipendi, licenziamenti… Ma non dovevamo essere “risanati”?
Ah!, ma alla televisione hanno detto che questi sono i “sacrifici” necessari perché poi DOPO tutti torneremo a star meglio, ci sarà la “crescita”!  No, dico, Signora Ida e Signor Ugo, vi pigliano per scemi? Come faremo a iniziare a star meglio stando peggio? Cos’è, un trucco del mago Merlino? I soldi sbucheranno dall’orto, misteriosamente… ? Non c’è altra possibilità. Forse Monti è un mago.
Eh sì, perché guardate bene le cose: Monti ha anche deciso che lo Stato smetterà per sempre di darci più soldi di quello che ci tassa, e questo si chiama il “pareggio di bilancio”. Significa: lo Stato, da qui in eterno, ci darà ogni anno 100 soldi e ci tasserà per 100 soldi. A noi rimane ZERO. Addirittura Monti metterà questa regola nella Costituzione fra pochi giorni! Quindi ZERO soldi dallo Stato, e allora da dove verranno i soldi per la magica “crescita”? Da noi cittadini e dalle aziende? Ma come? Ci hanno impoveriti tutti per anni per fare il gran “risanamento”, come diavolo facciamo a inventarci i soldi che non abbiamo più?
Guardate la scena: in una stanza c’è il governo Monti, ci siamo noi cittadini e aziende, e c’è il resto del mondo, cioè le altre nazioni. Allora, per riassumere i concetti:
-       Monti come prima cosa ci toglie soldi e ci tassa di più, noi siamo più poveri (il “risanamento”)
-       poi Monti ci darà ZERO soldi (ne spende 100 e ci tassa 100, il “pareggio di bilancio”)
-       a quel punto noi cittadini e aziende dobbiamo trovarli da soli i soldi, ma siccome Monti ci ha tutti impoveriti e non possiamo inventarceli i soldi, siamo con le braghe in mano (la “crescita”!!)
-       Il resto del mondo ci guarda.
Fantastico, ci vuole un genio per pensare a una economia così.
Signora Ida e Signor Ugo, non si sta scherzando. Vi distruggono la vita in sto modo, e la distruggono ai vostri nipoti. E indovinate perché lo fanno? Sì, sì, fuoco, fuochino, esatto, perché così un nugolo di miliardari ne approfittano. Lo sapete questi speculatori quanto ci hanno rubato in tre anni, da quando c’è la crisi? 457 miliardi di Euro, spariti dall’Italia esattamente nel modo che vi ho descritto. Lei Signora Ida quanto prende di pensione?
Signora, faccia una cosa: prepari una torta al mascarpone, attraversi quella stanza e vada davanti a Mario Monti. Gliela spiaccichi in faccia. Poi gli dia anche un bel calcio negli attributi maschili… lei può farlo, a 78 anni non l’arrestano.


Il punto interrogativo l’ho messo io, per dire una cosa cui tengo. Vik Arrigoni non l’aveva pensato bene quello slogan, e il suo fu un errore d’eccessiva generosità da una parte, e di un tocco di inconsapevolezza dall’altra. Troppo generoso nel pensare che di ‘umani’ come lui ce ne fossero abbastanza là fuori da meritare un appello popolare e popolarizzato. Non è così, purtroppo. Non lo è qui e non lo è in Palestina. Gli ‘umani’ si contano quasi sulle dita di una mano, ovunque. In secondo luogo, e a rafforzare il primo postulato, viene il fatto che chi è ‘umano’ non rischia certo di non rimanerlo. Si nasce umani, non lo si diventa, per cui non vi è il pericolo che quella dote vada perduta, non occorre ricordare ad alcuno di restarlo, ‘umano’. Né un richiamo di quel genere potrà mai cambiar nulla nel resto dei cuori fermi e tristi, quando non neri, che arrancano là fuori. Non ho mai compreso perché Vik ripetesse quelle parole.
Ok, e da qui allora io mi rivolgo a quelle poche, sparute unità di cuori ‘umani’ che mi conoscono e che mi leggono, e vi chiedo di aderire alla campagna Stay Human, The Reading Project,  che trovate qui http://www.restiamoumani.com/. Ho controllato che dietro ad essa vi sia Vik davvero, e infatti la sua mamma, Egidia Beretta, mi ha personalmente scritto per rassicurarmi.
Facciamo girare l’umanità di Vik il più possibile, e non per convertire all’umanità più persone – no, questo, come ho detto, non può accadere – ma solo per morire meglio noi. Almeno io così m’illudo. E guardate che se questo veramente fosse il lascito di Vittorio Arrigoni, sarebbe qualcosa di non lontano dal divino.
P.B.

IL SESSO COME MERCE DI SCAMBIO di G.Tirelli


IL SESSO COME MERCE DI SCAMBIO  di G.Tirelli
Tutto ciò che di raccapricciante succede nel mondo liberista e che ne determina il suo declino economico, morale e di valori, è relativo alla stretta connessione che esiste fra ogni nostro comportamento e scelta, e la soddisfazione (si fa per dire) dell’impulso sessuale. La ricerca spasmodica dell’orgasmo ad ogni costo e con ogni mezzo, è il risultato indotto da una paura persistente, e si prefigge di placare il disagio di quello stato d’ansia di natura esistenziale, derivante da una totale mancanza di ogni altra vera passione e punti di riferimento.
L’immagine erotica, invitante e seducente, é il punto di forza – cavallo di battaglia - della propaganda mediatica liberista, che si propone di fare leva sul lato più debole e manipolabile della personalità umana, con la promessa – solo virtuale – di soddisfare le sue voglie sessuali, sistematicamente poi tradite. Una miriade di beni e prodotti, che siano autovetture, medicinali, bevande o elettrodomestici, hanno tutti come denominatore comune un riferimento sessuale che, diversamente dagli altri, ne determinerà in seguito la scelta. Una irresistibile tentazione demoniaca che a ben vedere, produce i suoi frutti velenosi sulla società.
Tutto questo è il risultato di una ignobile e moderna società maschilista/edonista/ materialista, che ha finalizzato ogni comportamento umano, professione e intraprendenza, al mero mercato della sessualità. Oggi il sesso si è attestato a primario strumento di corruzione, prima ancora del denaro e del potere. I favori sessuali sempre più diffusi e adottati come veloce mezzo di semplificazione, hanno prodotto quello che, oggi, è il Sistema Potere, e le nostre società. La gente decide questo o quel programma, questo o quel bene, l’uno o l’altro schieramento politico, non più in ragione dell’oggettività, ma sulla base delle suggestioni erotiche prodotte dagli stessi. Sembrerebbe una bestialità, ma se siamo in grado di analizzare oltre ogni pregiudizio e dipendenza psicologica la “questione”, scopriremmo che il nocciolo, sta proprio li – certo, un caso unico nella storia dell’umanità, ma oggi, drammaticamente reale.
Dietro quella montagna di rifiuti e di torbidi interessi che ci sta oramai sommergendo, e dietro gli effetti devastanti del Sistema Bestia sull’ambiente e sulla qualità della nostra vita, non si nasconde l’ingordigia economica di quattro potentati papponi, dell’industria e della finanza! NO! Quello è solo un pretesto! La vera ragione di questa escalation, è l’uso del potere come mezzo di semplificazione finalizzato all’espletamento di frustranti pulsioni maniacali di natura sessuale, di vizio e di perversione. Della crescita, dello sviluppo e dell’occupazione, non gliene frega un cazzo a nessuno!
Possiamo dunque tranquillamente affermare che le moderne società occidentali (che come in un ossimoro, abbiamo definito civili), poggiano le loro fondamenta sulla punta dell’uccello! 
Ergo, il fine ultimo, la molla scatenante di ogni nostra azione e convinzione, ha come riferimento la ricerca del rapporto sessuale e la sua soddisfazione. Una ricerca spasmodica che ci accompagna e ci sostiene, ma sempre elusa e rimandata ad altra data. In tutto questo, la vittima sacrificale immolata sulle ragioni di un maschilismo barbaro e padrone, è la donna - il corpo femminile trasfigurato in bene di consumo e oggetto - punto di forza di una società intrisa di quotidiana volgarità  che, sulla mercificazione del corpo e del suo indotto, ha edificato il suo impero perverso. Un corpo sempre più usato come merce di scambio, e strumento di isterica soddisfazione e morbosità.
Così, la prostituzione, svincolata di fatto dalla sua condizione di emarginazione, si é trasformata, in lecito strumento di relazione, di commercio e di profitto, e di inedito ammortizzatore sociale. Questa operazione di revisionismo storico, culturale e sociale,  ha prodotto una società svuotata da ogni regola, limite e parametro di riferimento, scaraventandola dentro una forma di oscurantismo caotico che intende negare e scalzare ogni impedimento, che limiti il sistematico appagamento di ogni ossessione e perversione.
Il Liberismo Relativista ha fatto della sessualità il suo baluardo, trattandolo come bene primario e ineludibile. Le bieche forme di propaganda mediatica, che si prefiggono una vendita su larga scala, fanno di questo prodotto, il più consumato e gettonato, da grandi e piccini.
Se il sesso, non fosse oggetto di speculazione morale ed economica, sia dall’uno che dall’altro fronte, Chiesa e Liberismo, farebbero la fame, o non sarebbero mai divenute: la Chiesa, riaffermerebbe così, la sua originaria entità cristiana, e finalmente, gli ultimi della terra, trovare vero conforto, vera pace e vera speranza, in un nuovo credo, autentico e liberatorio. Il Liberismo relativista, dal canto suo, riassorbirebbe la sua degenerazione etica, morale e spirituale, per trasformarsi, poi, in Stato di diritto.
Gianni Tirelli

mercoledì 28 marzo 2012

PROVOS . di Vincenzo Zamboni


PROVOS . di Vincenzo Zamboni


pubblicata da Vincenzo Zamboni il giorno mercoledì 28 marzo 2012 alle ore 16.46 ·
..... l'unica via di uscita dei blousons noir è o una presa di coscienza rivoluzionaria o l'obbedienza cieca nelle fabbriche.i provos costituiscono la prima forma di superamento dei blousons noir, l'organizzazione della sua prima espressione politica.
sono nati dall'incontro tra i rifiuti dell'arte decomposta in cerca di successo e una massa di giovani ribelli in cerca di affermazione. la loro organizzazione ha permesso agli uni e agli altri di avanzare e di accedere a un nuovo tipo di contestazione. gli "artisti" hanno portato alcune tendenze al gioco ancora molto mistificate, accoppiate a un guazzabuglio ideologico; i giovani ribelli non avevano dal canto loro che la violenza della rivolta. fin dall'inizio della loro organizzazione le due tendenze sono rimaste distinte; la massa senza storia si è trovata di colpo sotto la tutela di una piccola classe dirigente sospetta che cerca di mantenere il potere con la secrezione di una nuova ideologia provotoria. non si è verificato il passaggio dalla violenza dei bluosons noir sul piano delle idee, nel tentativo di superare l'arte, anzi è stato il riformismo neo-artistico che si è imposto. i provos sono l'espressione dell'ultimo tentativo di riformismo prodotto dal capitalismo moderno: quello della vita quotiodiana.
mentre e' ASSOLUTAMENTE NECESSARIA UNA RIVOLUZIONE ININTERROTTA PER CAMBIARE LA VITA. la gerarchia provos crede, come bernstein credeva di trasformare il capitalismo in socialismo con le riforme, che sia sufficiente apportare qualche miglioramento per cambiare la vita quotidiana. i provos, scegliendo il frammentario, finiscono per accettare la totalità. per darsi una base i loro dirigenti hanno inventato la ridicola teoria del provotariato (pasticcio artistico-politico ingenuamente preparato con i resti ammuffiti di una festa che non hanno conosciuto), destinata secondo loro a opporsi alla pretesa passività e all'imborghesimento del proletariato, ritornello di tutti gli imbecilli del secolo.
disperando di trasformare la totalità, disperano delle sole forze che sono portatrici di speranza per un superamento di cui esiste effettivamente la possibilità. il proletariato è il motore della società capitalistica, e perciò il suo nemico mortale. tutto è fatto per reprimerlo (i partiti, i sindacati burocratici, la polizia più spesso diretta contro i proletari che contro i provos, la colonizzazione di tutta la sua vita) perchè il proletariato è l'unica forza veramente pericolosa per il sistema. 
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(aa.vv., ma l'amor mio non muore, arcana editrice, roma, nov 1971).
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di fronte alle prime manifestazioni del movimento di contestazione, risaltano alcune osservazioni.
anzitutto che la necessaria rivoluzione o è ininterrotta, quotidiana, o non è. bisogna ripensare il mondo da capo, fin dalla sua origine. il cambiamento dell'esistenza codificata entro i limiti dello status quo si può svolgere solo voltandone e rivoltandone ogni giorno tutte le pieghe che si infiltrano nella vita del sistema, poichè, dopotutto, il sistema non è un animale separato dalla società, il sistema è: tutti noi, autori di tutti i nostri pensieri, parole, opere, istante dopo istante, nella reiterazione o dissoluzione critica delle modalità ereditate.
lo sapeva bene anche albert einstein: "il mondo umano è fatto dai pensieri umani, perciò se volgiamo un altro mondo dobbiamo cambiare i nostri pensieri". e l'essere umano è un essere pensante, progettista e revisionista continuo della propria progettualità di agire. istante per istante vive, istante per istante pensa progetta sceglie ed istante per istante agisce, sicchè la rivoluzione della sua vita passa attraverso la ri-percezione e ri-elaborazione di tutto il suo essere quotidiano.
purchè tale rivolgimento ininterrotto raggiunga e trasformi la totalità, senza fermarsi ai margini, ai territori liberi, reintegrabili nel sistema come le riserve pellerossa.
una società complessivamente ipnotizzata intorno agli scambi e accumuli di valore è persino dimentica della sua vera origine: il lavoro, e lo sfruttamento del lavoro, che fa apparire le briciole di oro al vertice della piramide con cui la base viene schiacciata.
produrre per i bisogni, non per il profitto, significa sovvertire alla radice tutte le basi operative dell'agire sociale, in ogni loro manifestazione. una trasformazione inevitabile, per chiunque voglia far riemergere la vita dalle ceneri della galera sociale totalizzante, della tirannide politica che tutto vuole inglobare in una unica grande catena di montaggio a ciclo continuo, con lo stato padrone a controllare le formiche uomo incatenate alla produzione di merci e produzione di ideologia mercificata.
questa trasformazione si chiama liberazione: liberazione della vita contro la morte delle catene di sfruttamento dell'uomo sull'uomo. una trasformazione certamente estranea al macabro teatrino mediaticoparlamentare, con le sue mani perennemente grondanti sangue e la sua ferocia cieca di regime.


commenti:

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“Non possiamo sempre vincere” P. Barnard



Ciò che ho scritto degli economisti post-Keynesiani italiani è troppo tenero. Ma l’avete capito o no? Si chiama omissione di soccorso con l’aggravante della viltà.
Sono come medici cagasotto che avevano in mano l’antidoto per il morso del serpente, ma non hanno fatto l’iniezione perché gli tremava la mano. E se il rettile mordeva anche loro? Miserabili nullità dell’accademia che non serve a nessuno. Intanto i pazienti morivano e stanno morendo.
Io non li voglio neppure nei paraggi della Modern Money Theory. Perché al primo convegno con Parguez chiamano l’avvocato e si danno per malati. Che ce ne facciamo di roba così? Come dite? Stringere alleanze? Ehh?? Con questi?
Cosa sto facendo. Sto radicalizzando a colpi d’ascia questa guerra per la nostra sopravvivenza perché la MMT è la nostra unica speranza, piccola, microscopia disperata speranza di sopravvivere al mostro finanziario, per i nostri bimbi, i nostri vecchi, noi. La MMT che io porto in Italia pretende uomini e donne come Mariarca Terracciano, non  da meno. I vigliacchi ci stiano alla larga. Stavano alla larga dai partigiani, eccome che giravano alla larga.
C’è stato un Golpe finanziario in Italia.
Mario Draghi è un criminale, Monti idem. Napolitano va arrestato e tradotto in carcere in attesa di processo per alto tradimento.
Stampate queste due ultime frasi su un foglio, paratevi nei corridoi universitari davanti a quegli economisti, e ditegli: “Ok, firma questo, e riscattati”. Quando saranno svenuti, e quindi la vostra azione sarà resa inutile, riempite il tempo a tirare per le orecchie i loro studenti finché non capiranno che le teorie economiche sono vite vere, sofferenze oscene, oppure vite migliori e dignità fino alla morte naturale, e lo sono a seconda… no! non delle teorie, no! A seconda di quanto sti giovani avranno CORAGGIO. Il coraggio che i loro maestri non ebbero.


Mi rivolgo a tutti coloro che erano a Rimini il 24-26 Febbraio. A tutti coloro che non poterono esserci. A tutti coloro che si sono uniti a noi in questo mese. Ecco come si costruisce la MMT in Italia a mio parere, che non deve necessariamente essere il vostro. E per spiegarvelo, inizio da come NON si costruisce la MMT in Italia.
La MMT in Italia:
1) NON si costruisce cercando di coinvolgere docenti universitari che per 30 anni hanno avuto paura; che per 20 anni hanno ignorato la MMT; la cui idea di come mettere nelle mani della gente lo strumento unico del Vero Potere, cioè l’economia, è quella di scrivere papiri illeggibili sui loro blog col solo reale scopo di dimostrarsi quanto sono fighi, e dimostrando invece quanto sono classisti, arroganti e quanto in realtà non gliene freghi un accidenti di noi. Rimane un fatto sconcertante, che li condanna: il primo testo divulgativo sul fascismo finanziario che ha distrutto l’Europa l’ho scritto io, un giornalista. La prima serie divulgativa per anziani, adolescenti e famiglie su quel fascismo l’ho scritta io, e non loro. Fine delle parole.
2) NON si costruisce cercando di coinvolgere altri gruppi di anti questo o anti quell’altro, Alternative, No Debiti, Per i Beni Comuni, Centri Sociali anarchici, Sindacati ecc. Per un motivo ovvio (e che prescinde da quanto in realtà essi capiscano di questa crisi): loro, come noi, si sono fatti un percorso, coi loro adepti, i loro siti, i loro slogan, con la loro idea di cosa si deve fare e di come farlo, magari in un lavoro di anni, e quindi come possiamo aspettarci che domani, dietro nostra sollecitazione, dicano: “Ohi! Avete ragione! Vediamo la luce, cestiniamo tutto e faremo MMT!”. E non mi venite a obiettare che non gli si chiede questo, ma solo di unire le forze. No, questo lo può dire solo chi non ha capito nulla degli impianti teorici nostri e loro: essi sono incompatibili, perché loro non capiscono la moneta moderna, impossibile collaborare. Un esempio: i No Debito. Non vogliono pagare il debito. Eh? Perché, qualcuno di noi cittadini è tenuto a pagarlo il debito pubblico? Mai. Infatti il punto non è pagare o meno il debito, ma solo averlo in moneta sovrana, tutto qui. Il debito in sé non solo non è affatto un peso, ma è la nostra fortuna, se a moneta sovrana. Elimini il debito a moneta non sovrana, cosa hai risolto? Niente, quella moneta te ne impone un altro daccapo. Provate a spiegarglielo… dai. Allearsi con questi e altri significa perdere anni a spiegargli la MMT, e poi, per l’assunto iniziale, in ogni caso è assai improbabile che mollerebbero tutto ciò che li ha distinti finora per seguire noi (figuratevi i Sindacati…). Dagli altri gruppi possiamo solo aspettarci rare defezioni individuali, che accoglieremo volentieri. Fine delle parole.
3) NON si costruisce coi metodi fallimentari che hanno contraddistinto i movimenti negli scorsi 50 anni: la protesta, gli slogan, le manifestazioni, le mode web, le petizioni, l’attivismo di tastiera, il Guru di turno ecc. Guardate i loro risultati dal 1968 a oggi, cioè leggete cosa gridavano nel ’68 e cosa abbiamo oggi a Wall Street, a palazzo Chigi e negli ipermercati, o in Tv. Fine delle parole.
4) NON si costruisce se non si ha voglia di studiare molto. Se non si ha voglia di pensare molto, di essere mirati e strategici. E soprattutto se si ha paura. Ok? Fine delle parole.

La MMT in Italia:
SI COSTRUISCE avendola capita veramente bene. Poi è semplice: si cercano i terreni NEUTRI. Quelli cioè che da una parte hanno tutto l’interesse a salvarsi, ma dall’altra non sono già strutturati in un’idea e in un programma (e non sono dei pusillanimi come i nostri economisti). Sono: i cittadini ordinari (tasso di speranza 2%), gli imprenditori (tasso di speranza 15%), i pochissimi media curiosi (tasso di presenza 0,5%), gli studenti di economia (tasso di speranza 5%), altri da individuare.
Per ciascuno di questi gruppi si stabiliscono i contatti badando bene a essere ben preparati e credibili, con materiale esplicativo ad hoc, eventi ad hoc (forza con la creatività)Io, noi dihttp://www.democraziammt.info/ e i nostri economisti MMT di Rimini siamo a disposizione (gruppi regionali, materiale MMT), ma solo per cose professionali e molto ben pensate. Questo sia chiaro. Poi…
Sarà solo quando attraverso questo lavoro saremo riusciti a costruire un ‘rumore di fondo’ sufficientemente forte e costante in Italia a favore della MMT, che potremo poi dirigerci verso i politici di statura nazionale e i media nazionali. Prima di questo abbiamo zero chances che ci considerino. Le esperienze finora ci confermano questo (ciò non esclude vostri tentativi disperati e magari fortunati con un politico o una TV, ma NON come regola di azione).
Il coordinamento fra voi e noi è sempre quello:http://www.democraziammt.info/.
Ma soprattutto una cosa: quanti siete? Cinquemila? Trentamila? Centomila? Se ciascuno di voi si mettesse in testa di essere il comandante in capo di questa missione salva vite e salva democrazia, se ognuno di voi sapesse attivarsi INDIPENDENTEMENTE dal fatto di essere in gruppo, cioè anche da soli, e se voi tutti aveste veramente compreso il potenziale storico di questa mina piantata nel cuore del Vero Potere che è la MMT, allora avremmo una speranza di vedere qualcosa muoversi anche ora. Non dico la salvezza, ovvio che no, quella forse fra 100 anni, ma un'energia nuova sì.
Ok, questo è. Guardatevi allo specchio e fate i conti con chi siete e con cosa saprete fare per non morire servi.
E cosa credeva la plebaglia europea? Che l’Euro fosse stato fatto per la loro felicità?” Jaques Attali.

Il Summit MMT Grecia non si farà. Almeno non prossimamente. Perdonate se non mi dilungo su una storia molto penosa per noi tutti. Di seguito l’essenziale.
I motivi: i bloggers, attivisti, intellettuali che noi da qui abbiamo tentato di contattare in Grecia non ci hanno mai neppure risposto. Proprio neppure l’educazione di una mezza riga. I contatti fatti dal gruppo degli economisti MMT americani hanno avuto il medesimo risultato, identico. Cito solo Kelton di 15 giorni fa: “Gli scriviamo, poi tutti spariscono. Ma che succede?” Un economista greco di prestigio e totalmente anti FMI, UE, Euro, cioè Dimitri Papadimitriou, ha tentato di aiutarci sondando ad Atene ed altrove. Risultato: gli hanno detto “State a casa”. I miei collaboratori italiani in Grecia hanno lavorato, contattato, tradotto. Risultato: zero. I greci avranno i loro motivi, si sono fatte 100 ipotesi, ma noi non possiamo aspettare in eterno, né andare dove nessuno è disposto a collaborare.
Voi potreste obiettarmi: “Perché allora prima di chiederci di versare i soldi non hai fatto le dovute verifiche?”. La risposta qui deve essere chiara, chiarissima, perché ne va del mio nome. Risposta: come potevamo fare questa offerta ai greci senza neppure un’indicazione se avremmo avuto i fondi o meno? Immaginate se le cose andavano all’opposto, cioè: là si mobilitavano, lavoravano, speravano, ci aspettavano a braccia aperte. Io a quel punto aprivo i versamenti… poi magari dopo un po’ il Paolo Barnard e gli italiani gli dicevano: “Ops, scusate, ma non ci sono i soldi, gli italiani… ehm… non hanno versato per voi. Sorry, spiacenti di avervi illusi”. Un figura ignobile, un insulto alla tragedia di un popolo. No, così non si poteva procedere, i soldi dovevano esserci, almeno al minimo necessario, PRIMA di approfondire i contatti e fare offerte.
Detto ciò, il rispetto per il vostro denaro è sacro. Avete versato in circa 370 persone, abbiamo tutti i nominativi. Costoro (e SOLO costoro) possono scrivere una mail a paolo.barnard@yahoo.it con l’indicazione di come volete che quel denaro ora sia speso. Raccoglierò la maggioranza dei voleri e in quel modo spenderemo la quota da voi versata. Chiedo per favore di non scrivere opinioni, solo una riga, tipo:
- finanziamento divulgazione MMT in Italia (o altro, ma sempre una riga)
L’intestazione della mail deve essere: utilizzo fondi ex Grecia. Tassativa, perché altre mail non verranno considerate.
Potete immaginare, dopo l’incredibile Rimini, come ci sentiamo per questa delusione. Non ci hanno neppure considerati. Ok, i greci non sono solo i bloggers, attivisti, intellettuali che abbiamo tentato di contattare, e meritano ben altro. Se qualcuno riuscirà a far partire ciò che noi non siamo riusciti a fare, io, il gruppohttp://www.democraziammt.info/ e gli economisti di Rimini saremo a vostra, loro, disposizione.




martedì 27 marzo 2012

IL SEME DELLA BELLEZZA di G.Tirelli


IL SEME DELLA BELLEZZA     di G.Tirelli

“Cos’è la bellezza”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è la bellezza!”
“Cos’è la felicità”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è la felicità!”
“Cos’è l’amore”, non è la domanda! La domanda giusta è: “Dov’è l’amore!”

Uno spettacolo agghiacciante di orrore e di bruttezza, scandisce la nostra quotidianità e un’inconscia e persistente paura, tradisce ogni sentimento di felicità e di amore.
Non troveremo pace in un mondo affollato di mostruosità e di vergogna, ne la gioia e l’amore potranno mai davvero abitare il nostro cuore.
 
Camminavo a piedi nudi, in quei giorni assolati di primavera, attraversando quell’infinito campo profumato di viole, saltando fossati di acqua immacolata, fino ai margini della fattoria - e un profumo di stalla, di latte e di fieno si mescolavano come fragranza  all’odore dell’erba appena tagliata - dentro quell’atmosfera tersa da ogni contaminazione, tutto era bellezza, e pace, e armonia. Il mio piccolo cuore pompava goloso l’immensità del cielo e ogni emozione, bagliore e suono si facevano estasi e trascendenza. E poi arrivarono le fabbriche, e niente fu più come prima. Rumori di ferraglie, di magli e di catene, profanarono quel silenzio perfetto e tutti avevano qualcosa da dire. Così, un chiacchierio assordante avvolse il mio piccolo paese per sempre.
Il Nulla avanzava divorando e fagocitando ogni cosa! Il mio infinito prato di viole scomparve sotto un grande centro commerciale, e così il fossato e la fattoria. I canti crepuscolari delle donne furono messi a tacere per sempre, mentre la televisione, imperturbabile, dettava le sue condizioni.
Frigoriferi e lavatrici invasero le cucine, e mobili di truciolato spodestarono i tavoli e le madie di castagno. 
E con la TV arrivò la spazzatura, e poi le scorie tossiche, i rifiuti speciali e la discarica, e mentre tutti avevano sempre qualcosa da dire, la bruttezza sferrava il suo colpo finale pianificando e approvando l’idea di un grande inceneritore. Così il mio piccolo paese era sparito, devastato e stuprato dalla stupidità umana – sterminato di ogni sua bellezza e magia, trasformato in un lugubre cimitero di zombi parlanti, incapaci di amare, di pregare e di gioire.

La bellezza è una condizione senza la quale nulla può esistere. Isuoi effetti sugli individui, sono molteplici e diversi, e tutti vertono al bene comune. La bellezza è stimolante, immaginifica e creativa, terreno di coltura di ogni sentimento umano che aneli alla pace e alla solidarietà!  La bellezza incalza la  passione che si fa vigore e volontà, coraggio e perseveranza - induce alla fede proiettando l’uomo oltre i confini della vita terrena fin dento il mistero della morte, pacificando la sua anima. La bellezza è purezza e innocenza, conforto e speranza - e come l’aria si respira, come nell’acqua ci si immerge, profuma di lavanda, di bucato, come i panni stesi al sole accarezzati dalla brezza mattutina. Ed è armonia e bisbiglio, suono di flauto e preghiera, verità e certezza, femmina e regina: contemplazione. Cura ogni dolore e ansia e smarrimento. E non è schiava, ne serva, ne sgualdrina, ma danza libera fra i fiori del ciliegio, si erge fiera sopra tempio di Athena, per poi planare giù, sui fiumi e le foreste, fino ad inerpicarsi sull vette innevate, immacolate come la sua bianca veste di seta.

“Dove cercherete la bellezza, e dove pensate di trovarla, se non sarà lei stessa vostra via e vostra guida? Come potrete parlarne, se non sarà lei stessa la tessitrice del vostro discorso?
La bellezza non è un bisogno, ma un'estasi. Non è una bocca assetata né una mano vuota protesa, é piuttosto un cuore infiammato e un'anima incantata.
Non è l'immagine che vorreste vedere, e non è il canto che vorreste udire, é piuttosto un'immagine da vedere a occhi chiusi e un canto da udire con le orecchie tappate.
Non è la linfa nei solchi della corteccia, né un'ala accanto a un artiglio. E’ piuttosto un giardino sempre fiorito, e una moltitudine d'angeli eternamente in volo.
La bellezza è la vita quando la vita toglie il velo dal proprio volto santo. Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio. Ma voi siete l'eternità e siete lo specchio”. Gibran

“..Il problema è avere occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono, nemmeno l'ordito minimo della realtà. Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più niente. Forse perché non credono che la bellezza esista. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio”. -Pasolini

Che cosa resta oggi della bellezza, quando l’abominio e la profanazione scandiscono ogni attimo della nostra vita e ogni passione è defunta sotto la schiacciante opera di omologazione liberista?
Gli stessi schiavi d’Egitto, innalzarono le piramidi sotto la spinta propulsiva di una smisurata passione. E non era il denaro, lo spartiacque fra la gioia e il dolore, fra la vita e la morte e fra la bellezza e l’orrore, ma quella capacità di amare e di sperare che, da sempre, aveva contraddistinto gli individui delle civiltà del passato - un mondo perfetto, messo a tacere per sempre dalla stupidità dell’uomo di quest’epoca orripilante.
La passione deterge, purifica, rigenera, forgia la volontà ed è messaggera di bellezza - trascende ogni debolezza e paura, per dare forma e contenuto alle aspirazioni umane, suggerendo all’uomo, il significato della vita.
Quale passione, oggi, arde nel cuore di quest’uomo?  Quale spirito divino alberga nella sua anima? Da quale pozzo, misura il livello della sua felicità e, l’acqua di quale torrente, ristora e placa l’arsura della sua sete di bellezza?
L’immagine raccapricciante di quest’epoca insensata, è la rappresentazione iconografica di un’umanità svuotata da ogni più remoto barlume di passione e di bellezza. Un mondo affollato di anime dannate che, al pari di cavallette fameliche, si agitano impazzite dentro il caos di pensieri schizofrenici, vagando avanti e indietro, senza una meta e una qualsiasi comprensibile ragione, lasciando dietro di loro, scempio, dolore e distruzione.

Questi ultimi cento anni di storia sono stati caratterizzati da una crescita esponenziale della violenza, della paura e della crudeltà. Una escalation sistematica dell’orrore che non ha eguali nella storia dell’umanità. Due guerre mondiali, il nazifascismo e la bomba atomica, sono state le prove che hanno anticipato il debutto, della più inimmaginabile tragedia umana che, nel Liberismo Relativista, incarna la quint’essenza del maligno al potere. Un potere di morte che ha tradotto ogni bellezza in carne da macello, e la nostra anima, in un desolato deserto dello spirito.

Dobbiamo dunque cercare di instillare il seme della bellezza di cui siamo portatori, nel cuore della gente, così da potere cogliere quella sua scintilla divina, che si cela dietro ogni singola particella del creato. Per questo credo anch'io come Dostoevskij, che solo la bellezza può salvare questo mondo alla fine.

Gianni Tirelli

SE SONO BUONI SON COMUNISTI di G.Tirelli




Caricato da  in data 26/mar/2012
Se sono buoni son comunisti da don Milani a papa Roncalli Se sono santi sono mal visti da certi vescovi hiteriani Che certi preti dovrebbero avere almeno il buon gusto di stare zitti Loro che sono gli amici stretti di certi poteri fondamentalisti

E' questa destra cattolica e infame che la domenica va alla messa E' questa destra che va a puttane che prima si sporca e poi si confessa E' questa destra supponente che il corpo di Cristo manda giù in fretta E la mattina del lunedì tira sul prezzo della mazzetta

E solo un grande senso di colpa lega I cattolici alla chiesa Nel nome della salvezza eterna di un'indulgenza quasi pretesa Che solo il Cristo sulla croce, Lui veramente ci può salvare Dal vampirismo di certi credenti che non smettono di predicare

E' questa chiesa che pensa a profitto e finge di essere neutrale E' questa chiesa ruffiana e concussa con il potere industriale E' questa terra straziata e svenduta per poco meno di trenta denari Col benestare di chi crede in Dio al solo scopo di far degli affari

Mi hanno insegnato che Dio é nell'aria scorre nell'acqua e nella natura Mi hanno insegnato che Dio é purezza ma vedo un mucchio di spazzatura E il papa sa e non dice niente qualcuno parla a radio Maria Le nostre antenne non fanno niente andate in pace e così sia

Di questi poveri cristiani non parla quasi mai nessuno Gli buttano un osso come a dei cani il più delle volte votati al digiuno Che questi poveri cristiani nascosti dentro l'impegno sociale Rimangono I soliti comunisti che fanno del bene ma inseguono il male

E se I fascisti dittatori sono cattolici e vanno alla messa I socialisti ladri e corrotti sono cattolici e vanno alla messa I democristiani falsi e Mafiosi sono cattolici e sono una setta Io grazie a Dio sono un ateo convinto, Lui mi capisce... ci mette una pezza!

Gianni Tirelli

SULLA VIA DI DAMASCO


FULVIO GRIMALDI
  • SULLA VIA DI DAMASCO 

    Una stampa libera non esiste. Voi, cari amici, ne siete consci e io anche. Nessuno fra noi oserebbe dire la propria opinione liberamente e apertamente. Noi siamo le marionette che saltano e ballano quando quelli tirano i fili. La nostra abilità, la nostra capacità e la stessa nostra vita appartengono a quegli uomini. Non siamo altro che prostitute intellettuali. (John Swainton, nel suo discorso di commiato da direttore del New York Times).
    Per il sollievo di molti, sono alcune settimane che non carico il blog. Non che mancassero gli spunti, soprattutto per invettive. In particolare contro quei sottopancia dei cannibali imperialisti che fanno girare appelli a sostegno degli scannatori della libera Siria e addirittura partecipano alle sparute chiassate allestite da cialtroni che si dicono pacifisti e poi sostengono il Consiglio Nazionale Siriano, il verminaio messo in piedi da Nato, Turchia e Fratelli Musulmani che insiste a invocare sulla Siria un intervento tipo Libia. Ho firmato, ma con riluttanza, l’appello per la Grande Marcia a Gerusalemme. Accanto a maleodoranti come il Campo Antimperialista, ci sono firme decenti. Tuttavia trovo non del tutto innocente l’intenzione degli ideatori di questa iniziativa. Come già al tempo dell’assalto e sterminio della Libia, trovai straniante che l’intero mondo della solidarietà con i popoli si concentrasse su una flottiglia per Gaza che, votata all’ovvio fallimento, puzzava di autoreferenzialità e di cortina fumogena per la propria ignavia sulla Libia fatta a pezzi.
    Ora, mentre Nato e despoti del Golfo allestiscono in Siria, con la soldataglia Al Qaida, l’ennesimo bagno di sangue, l’ennesimo assalto della cupola mondialista alla sovranità nazionale, ecco che anziché marciare sulle ambasciate dei paesi boia, si marcia verso Gerusalemme. Sarà che qualcuno intende depistaggi dall’aria innocente? Sarà che la solidarietà con vittime che non lottano più (“viva la nonviolenza!”), e le cui organizzazioni, tutte, si arrendono e si pongono sotto tutela dei satrapi del Golfo, fiduciari di Israele e degli Usa (vedi Hamas e Abu Mazen, e le sinistre che tacciono), non costa assolutamente niente e ti guadagna pacche sulle spalle perfino dai licantropi.
    C’era da dire dei No Tav massacrati da sbirri con la bava alla bocca come i Marines di Kandahar. Pretoriani di un regime, detto di tecnici, ma in effetti di razziatori fascistoidi, protervi quanto incompetenti e ignoranti, atti solo al furto con scasso, e perciò sodali dei partiti da sempre impegnati nella truffa e nel saccheggio. Monti, Bersani, Alfano, Casini fanno sembrare Crispi un eroe della democrazia e della giusta distribuzione del reddito. E quanto all’atteggiamento verso i sudditi, sfigati, stupidamente non ricchi, Goebbels era più educato.

    C’erano tante altre cose da discutere con voi, ma mi è sembrato prioritario occuparmi, finendo di confezionare il docufilm, dello scenario siriano, quello dove oggi si consuma la guerra dei mondi, propedeutica all’apocalisse finale cercata dagli ipernazisti nichilisti del nuovo ordine mondiale. Ne avrò fino a Pasqua. Intanto riproduco qui tre cose: un condivisibile appello di Marco Rizzo e dei “Comunisti-Sinistra Popolare”, finalmente non ligio alla vulgata dei carnefici del popolo siriano libero, laico, antimperialista e antisraeliano; una drammatica lettera di Gianni Vattimo sulla riduzione del nostro paese in Stato di polizia (con Pinochet travestito da banchiere di Goldman Sachs); un elogio dei "Comunisti-Sinistra Popolare" al KKE greco, che invece non condivido e in capo al quale ho messo una mia considerazione su questi tardivi e ritardati eurostalinisti; e una schifezza degli schifosi di Amnesty, in cui si sollecita appoggio a Obama e al suo intervento militare in Uganda (ottava guerra del Premio Nobel per la pace), per sconfiggere la cosiddetta Armata del Signore e impedirne il reclutamento di soldati bambini. L’Armata del Signore è la rivolta endemica di popolazione nel Nord del paese, da sempre escluse e decimate dal governo-ascaro degli Usa, e i bambini-soldato sono una specialità di tutte le fanterie islamiste della Nato. Queste fetecchie di Amnesty e HRW, alimentate da Soros e dal Dipartimento di Stato, rifattasi una verginità ammettendo tardivamente di aver sparato sanguinose balle su Gheddafi, ora si sono scatenati contro la Siria, mettendo nel ventilatore tutta la merda spurgata dai tagliagola al soldo di Nato e tiranni del Golfo. Rettili sulla testa della Gorgone.
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