GIANGI CAPACCHIETTI – l’uomo con il
telefonino – di G.Tirelli
Qualche settimana fa ho incontrato
Giangi, l’uomo con il telefonino.
Erano circa quindici anni che non lo
vedevo! Lo trovai invecchiato, imbruttito, curvo, e nei suoi occhi ho scorto il
vuoto della sua anima e la follia dei suoi pensieri. Teneva stretto nella mano
sinistra, un cellulare di ultima generazione e per una buona mezzora, mi elencò
le sue infinite funzioni. Ci sarebbe voluta una vita per conoscerle tutte, e
cento vite, per poterle espletare.
Poi, mi ha parlato dei suoi nuovi
programmi per il computer e dei prossimi in uscita. Con la sua voce flebile e
stonata, mi ha raccontato della morte della madre e del suicidio del figlio -
dell’amante virtuale con la quale giornalmente chatta e insieme condivide la
sua vita interattiva. Ricordo, che mi parlò di un dolore insistente alla base
della nuca, e di un continuo prurito sotto la pianta del piede destro, ma non
spese una sola parola sulla nostra trascorsa amicizia, ne mi domandò del
presente. All’improvviso udii il
rumore di una motosega in azione a due passi da me, che mi allarmò, ma che
subito si spense, quando Giangi si mise a parlare al cellulare. Era la sua
personalissima suoneria!!! Dopo circa una ventina di minuti, d’un tratto
divenne nervoso: diceva frasi senza senso, emetteva strani e fastidiosi guaiti
come se qualcuno dall’altra parte del filo, lo stesse torturando
psicologicamente. E poi fu la volta, dei tic nervosi, mentre gocce di sudore
gli solcavano la fronte, giù fin dentro la bocca. Adagio si allontanava da me
in direzione della metropolitana fino a scomparire fra la folla, con il
cellulare incollato all’orecchio –
senza un saluto, un addio, ne una parola!
Oggi ho saputo in maniera del tutto
casuale che è passato a miglior vita lunedì 27 marzo 2012, a causa di un tumore
a nervo trigemino in metastasi.
LO ZAMPINO DEL DIAVOLO
Io non appartengo all’autorevole
categoria di scienziati e ricercatori che, nella citazione “non è stato
provato”, intendono, furbescamente, spazzare via ogni possibile dubbio e
critica sulle loro invenzioni, ma a quella del buon senso, e della stringente
logica del “due più due fa quattro”.
Dovremmo sapere, che esiste un limite
etico e deontologico oltre il quale, tutto è profanazione e violazione. Ma
queste, non sono cose che s’imparano sui banchi di scuola! Sono connaturate
dentro ognuno di noi e, come le idee, anche le scoperte non valgono per quello
che rendono, ma per quello che costano in termini di sacrificio, di rispetto
dei principi etici e dei reali vantaggi e benefici che apportano alla comunità.
Ma questi, sono temi “d’altri tempi”, anacronistici e tromboni, che la
modernità rifiuta a priori: quella modernità che, sul profitto, anche se sporco
e criminogeno, ha costruito il suo impero perverso.
L'uso dei telefoni cellulari e di altri
apparati di comunicazioni wireless "potrebbe causare il cancro negli
essere umani". E' il "verdetto" annunciato oggi dall'Agenzia
internazionale per la ricerca contro i tumori, organismo di consulenza specializzato
dell'Organizzazione mondiale della sanità. Il rischio accertato (a parere
dell'Agenzia), riguarda in generale i campi elettromagnetici di radiofrequenza
e include i telefoni portatili. Il team, composto da 31 esperti
dell'International agency for research on cancer (Iarc), ha raggiunto questa
conclusione basandosi sull'analisi degli studi epidemiologici effettuati sugli
esseri umani, ma anche su test sugli animali, ed emerge un dato allarmante che
collega il cancro così come l’infertilità maschile e l’osteoporosi; all’utilizzo
dei telefoni cellulari.
Il “NON E’ ANCORA STATO PROVATO” è quel
ritornello molto in uso attraverso il quale ci si vorrebbe lavare la coscienza
ed esimersi da ogni oggettiva responsabilità. In realtà le prove ci sono, ed
ancora una volta basta il semplice buon senso, cioè ragionare senza farsi
condizionare dalla propaganda.
I cellulari (ed anche i cordless)
emettono radiazioni elettromagnetiche ad alta potenza, nella fascia dei 900 MHz
– 2.4 GHz. Quella dei forni a microonde, per capirci!. Negli anni ’50 negli USA
si registrarono vari casi di antennisti radar precocemente invecchiati. Si
scoprì che la causa erano le radiazioni emesse dall’antenna, tanto che questa
patologia venne chiamata dai giornali “sindrome dell’uomo radar”. Le radiazioni
non ionizzanti sono utilizzate anche in campo militare per provocare danni alle
persone (ad esempio in URRS furono convogliate sull’ambasciata di un paese poco
amato, ed i quel periodo due ambasciatori di fila si ammalarono di cancro) ed
il malfunzionamento di apparati elettronici.
Le radiazioni dei cellulari (e dei
ripetitori) interferiscono con il DNA delle cellule e col loro meccanismo di
riparazione. L’effetto maggiore documentato si ha sul cervello; ad esempio alla
University of Washingthon il Dr. Lai (che tra l’altro nel ’99 ha presentato i
suoi lavori al convegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Erice) ha
dimostrato che anche piccole dosi ripetute di radiazioni, come quelle dei cordless, si accumulano e
provocano lesioni ai tessuti. Recentemente sono stati accolti dalla comunità
scientifica degli studi italiani sull’effetto dei cellulari nelle cellule
tumorali del cervello.
Mettere proprio sulla testa una sorgente
di microonde ad alta intensità è un gesto “sconsiderato”, e tale rimane anche
se non riusciamo farne a meno. La Motorola, i primi tempi, consigliava di non
puntare l’antenna (che ormai è incorporata nel telefonino) sulle zone delicate
del corpo. Periodicamente i cellulari entrano in trasmissione, ed è dannoso
trasportarli vicino al cuore, all’addome, agli organi vitali in genere. La cosa
peggiore che si possa fare è usarli in macchina, perché l’intensità di campo
risulta moltiplicata.
Alcune ricerche effettuate in Inghilterra
dimostrano che le radiazioni in macchina provocano uno stato di squilibrio
mentale, ed un rallentamento delle reazioni peggiore di quelle dell’alcool. I
cordless hanno un livello d’emissione molto più basso, ma la vicinanza alla
testa li rende comunque dannosi. È ormai accertato che gli effetti sul cervello
e probabilmente sugli altri tessuti sono cumulativi. Cioè, i danni sono
irreversibili, e tante piccole esposizioni fanno l’effetto della classica
goccia d’acqua.
Ma il pericolo non viene solo da questi
strumenti ormai inevitabili. I piloni dell’alta tensione, i trasmettitori/ripetitori
radio (compresi quelli del cellulari, della TV, della telefonia) creano un
ambiente dannoso alla salute, detto elettrosmog.
Nel ’93 l’industria delle
telecomunicazioni ha investito 25 milioni di dollari in una serie di ricerche,
per dimostrare che i cellulari non sono dannosi – ma non ne sentirete mai
parlare, perché dimostrarono proprio il contrario. Vediamo invece tutti i
giorni gli effetti dei soldi che le industrie, avendo mangiato la foglia,
spendono per far credere che non esista alcun pericolo, e che a pensarla
diversamente sono solo dei visionari, fanatici ed ignoranti. Succede quindi che
molti governi (compresi gli USA) ed anche molte regioni Italiane oscillino tra
leggi che permettono l’inquinamento generalizzato e leggi che proteggono la
salute - quest’ultime nate in quasi sempre dalle pressioni dei cittadini
Per tanto, tutte queste infernali
macchinette, assemblate da questa cricca di psicopatici della scienza, per
potere funzionare necessitano dello zampino del diavolo. Nulla, della moderna
tecnologia avrebbe un senso, senza l’intervento mistificatore del maligno. E il
diavolo vuole sempre qualcosa in cambio e, in questo specifico caso del
telefono cellulare, il cervello dei nostri ragazzi.
“NON E’ STATO ANCORA PROVATO”, ribatte
istericamente lo scienziato, colpito al cuore della sua vanità!
Questi pseudo geni del male, conoscono
perfettamente i danni devastanti e le infinite controindicazioni del
telefonino, ma negano con forza ogni addebito e responsabilità. Ne va della
loro credibilità, e del loro porta fogli, gonfio a dismisura dopo avere
sottoscritto il contratto con una riconoscente e sorridente multinazionale.
I tumori al cervello fra i giovani stanno
aumentando in modo esponenziale; e non lo dico io, benché lo supponga, ma sono
i dati, relativi ai ricoveri di ragazzi affetti da questa patologia che, negli
ultimi tempi, sono in vorticoso aumento.
Solo se sapremo rinunciare all’effimero,
all’illusorio e alle sterili seduzioni della modernità, potremo ritrovare la
libertà perduta, e quella sana gioia che, un tempo, abbiamo barattato, in
cambio di una modernità canaglia e foriera di apocalittiche sventure.
Gianni Tirelli
Thanks for sharing!